Da isterico qual è, è più divertente di Peter Sellers. Per Sellers l'isteria è solo un'arma in più nel suo arsenale comico (…) ma l'isteria di Wilder sembra perfettamente naturale.
(Pauline Kael)
Se ne è andato anche Gene Wilder, sceneggiatore, regista e scrittore statunitense per via di un altro mostro del nostro tempo, il morbo di Alzheimer; un mostro crudele perché resetta la mente, peggio di un incantesimo di memoria, ma solo quella del malato.
Tanti i ruoli interpretati dall'artista di Milwaukee sia per la tv che per il cinema, e tante le collaborazioni con grandi nomi del '900 (oltre a Brooks ricordiamo Woody Allen e Sidney Poitier), non solo come attore ma anche sceneggiatore, incurante dei flop e delle critiche stroncanti. Se c'è un merito che va riconosciuto a Wilder, è di aver continuato a lavorare sempre, probabilmente per una passione irrefrenabile, oltre che averci lasciato dei personaggi del cinema comico che, col tempo, sono stati amati a discapito di ogni critica e spesso entrati con ironica prepotenza nell'immaginario collettivo. Del resto, come diceva lui…
Tanti gli insuccessi, tanti i ruoli tiepidi ma è col genere fantastico che viene consacrato per sempre, interpretando Willy Wonka (in Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, diretto da Mel Stuart nel 1971) e il dottor Frankenstein (in Frankenstein Jr diretto da Mel Brooks nel 1974), che gli valse una nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.
Nel 1975 realizzò (e interpretò) il suo primo film, una parodia omaggio ad Arthur Conan Doyle e al cinema giallo poliziesco, Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, prodotto dalla Warner Bros..Un indimenticata pellicola arriverà nel 1989, quando insieme a Richard Pryor reciterà in Non Guardarmi Non ti Sento, a cui seguirà Non Dirmelo Non ci Credo.
Un ultimo premio, dopo tante candidature, lo vincerà per il ruolo di Mr Stein come guest star nella sit-com Will & Grace, che segna il suo ritiro definitivo dalle scene a causa di un linfoma, a cui poi drammaticamente è seguito l'Alzheimer.
Insomma, questo anno è proprio funesto. Un altro artista che se ne va, e tante situazioni drammatiche che ogni giorno viviamo come impotenti spettatori. Siamo al punto che la possibilità che piova ci sembri il male minore.
Ad maiora anche a te, Gene Wilder.
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