Non solo fumetti, giochi e cosplay al Sassari Comics and Games 2016, ma anche scienza e fantascienza.
Sul finire della mattinata di sabato 3 settembre il giornalista e divulgatore scientifica Paolo D’Angelo è riuscito nella difficile impresa di raccontare in un’ora una delle avventure più complesse della storia d’umana: la corsa alla Luna.
Partendo dalle ragioni politiche e socio-economiche, legate alla Guerra Fredda, D’Angelo ha riassunto le tappe di una corsa che, pungolata dagli schiaffi che gli USA subirono dallo Sputnik e dal volo di Gagarin, solo per citarne due, hanno portato i primi uomini sulla Luna nel 1969.
La chiacchierata, per ragioni di tempo, non ha potuto andare oltre quel fatidico sbarco.
Idealmente però nel pomeriggio l’incontro con l’astronauta Umberto Guidoni, moderato da D’Angelo, ha consentito di narrare, sia pure con un salto di vent’anni, alcuni degli eventi successivi, narrando appunto come Guidoni è arrivato allo spazio. Un racconto arricchito dalla capacità empatica e umana dell’astronauta, che ha sottolineato come per lui sarebbe interessante se molti più esseri umani potessero visitare lo spazio. Non tanto perché contenga quali meraviglie, ma perché la visione della Terra dallo spazio mette in evidenza quanto sia piccolo e fragile il nostro pianeta e quanto piccole siano alcune delle questioni sulle quali ci accapigliamo.
Rispondendo alle domande del pubblico ha sottilineato quanto sottile appaia dallo spazio la nostra atmosfera e quanto siano evidenti dallo spazio i fenomeni climatici. La sua speranza è che più persone possibile si rendano conto della fragilità della nostra atmosfera ponendo rimedio al più presto, per non dare alle nostre generazioni un futuro catastrofico.
Alla fine del pomeriggio è stato lo scrittore Francesco Verso a raccontare la sua esperienza di scrittore, dagli esordi, ai premi Urania vinto con E-Doll, al premio Odissea vinto con Livido, al romanzo nuovamente vincitore di Urania Bloodbusters. Verso ha dato la sua idea di fantascienza come narrativa che deve fare stupire ma anche riflettere, usando il sense of wonder e la sospensione dell’incredulità per fare riflettere sulla condizione umana, alla quale è più sensibile.
Dallo spazio esterno della scienza allo spazio interiore della fantascienza. Un percorso che sembra restrittivo, ma che invece collega due universi vastissimi.
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