Andrea D'Angelo non ha bisogno di presentazioni per i frequentatori abituali di FantasyMagazine. Per gli altri possiamo dire che è uno scrittore italiano che ha scelto la fantasy come mezzo di espressione, cosa che fa un enorme piacere a noi cultori del genere. E' anche nostro collaboratore e ha curato la rubrica Un nuovo mondo, dove ha dato consigli preziosi per la scrittura. Dopo aver pubblicato la trilogia de Le sette gemme, sempre con l'Editrice Nord, esce ora La Rocca dei Silenzi. L'abbiamo intervistato per saperne di più.
"La Rocca dei Silenzi è un romanzo di personaggi, più che di trama. E i personaggi sono Uomini, Nani, Elfi... questo volevo che fosse, per la mia prima volta, e questo sarà. Lontano dal classico, per questo genere di storie, è il tema di fondo, che qui non svelo."
Questo l'hai scritto sul tuo sito. Puoi parlarci del tema ora, o preferisci che il lettore lo scopra da solo?
Il tema di fondo è uno dei cardini della vicenda, non sono un autolesionista. ;-)
Cosa ti ha portato a scrivere il tuo primo romanzo in cui sono presenti Nani ed Elfi?
Dopo aver rivisitato gli Uomini, ridando loro un'umanità di cui troppo spesso sentivo la mancanza, sento di dover rivisitare anche le razze più classiche della fantasy, che ho amato e troppo spesso detestato.
In pratica, credo che Nani ed Elfi - e non solo - abbiano un potenziale che non è stato sfruttato a dovere nella maggior parte dei casi. A modo mio, vorrei provare a sfruttarlo.
In ogni caso, in questo romanzo Nani ed Elfi sono presenti soltanto come singoli individui, non si leggerà che qualche accenno di ciò che ho ideato. In futuro, invece...
Un nuovo mondo, dunque?
Sì, un nuovo mondo. Ma La Rocca dei Silenzi è l'espressione della mia personale scala di valori. In un romanzo contano in primo luogo i personaggi, in secondo luogo la storia e soltanto poi l'ambientazione.
Ne La Rocca dei Silenzi si vede pochissimo dell'ambientazione che ho ideato. Si dice un po' di più, ma non fa una grande differenza. A ogni modo, il nuovo mondo c'è ed è piuttosto complesso e vasto.
Chi dovrebbe comprare il libro? Chi invece non dovrebbe comprarlo?
Mi piacerebbe lo comprassero tutti i lettori di fantasy e di horror. Il mio fantasy è "puro", eppure è sempre più contaminato da componenti horror. E anche tutti coloro i quali partono prevenuti nei miei confronti e nei confronti della fantasy italiana.
Chi non dovrebbe comprarlo? Non capisco la domanda... ;-)
Perché? Cosa ha di diverso rispetto agli altri?
Non posso dare una ragione ai lettori per comprarlo. Posso soltanto dire che personalmente sono soddisfatto e non sono il tipo di scrittore uso all'autocompiacimento. Ritengo sia un buon libro, senza falsa modestia. Qualsiasi ulteriore giudizio spetta ai lettori. La Rocca dei Silenzi è una creatura il cui destino non è più in mano mia, ormai.
Se rivisitazione è, e quindi vuole distinguersi, essere diverso, lo è per una convinzione di fondo: la buona narrativa non ha genere. Mi piace l'idea d'aver scritto un buon romanzo, oltreché un buon romanzo di genere.
Ancora una volta, forse sbagliando, vivo i miei personaggi come se fossero persone. Conta davvero che siano Uomini, Nani o Elfi? Vivono e sentono... e sentendo, spero, fanno sentire al lettore.
E quando, da lettori, si vive la storia con un tema di fondo simile...
Cosa consiglieresti agli aspiranti scrittori fantasy italiani?
Prima di tutto è necessario capire se l'aspirazione ha radici profonde o se è soltanto un sogno passeggero. Capito questo, se si aspira ancora alla pubblicazione, è necessario comprendere che ci vogliono abnegazione e umiltà. Tanta abnegazione e tanta umiltà.
Molti considerano la fantasy letteratura di serie B... Come rispondi a chi la pensa così?
Non sarà certo una mia risposta che gli farà cambiare idea.
Ringraziamo Andrea per la disponibilità e concludiamo leggendo la "quarta" di copertina:
La Rocca dei Silenzi è un antico baluardo, situato all'interno di un vasto territorio montuoso. Disabitata soltanto in apparenza, difende il silenzio di cui si ammanta sterminando senza pietà chiunque tenti di penetrarvi. Ma il mago Thal Dom Djèw è già sfuggito una volta a quella furia oscura, demoniaca, e per questo viene convocato dai maghi della Torre di Dòthrom e coinvolto in un'impresa che mira a liberare la Rocca dal male che la ammorba. Ma perché quei maghi vogliono tentare un'impresa così folle, che rischia di portare soltanto morte e distruzione? Cosa anima davvero le forze maligne che vivono in quel bastione?
Andrea D'Angelo - La Rocca dei Silenzi - Editrice Nord
p. 450 - € 16,50 – ISBN 884291357X
58 commenti
Aggiungi un commentoSull'argomento ho gia' riflettuto parecchie volte, e penso che tutti avremmo da dire abbastanza da aprire un thread (anzi, se qualcuno volesse...).
Sostanzialmente sono d'accordo con te, Andrea: in fondo, l'autore e' un intermediario tra il mondo che rappresenta ed il lettore; il suo scopo e' quello di farsi comprendere da chi legge, pertanto devono essere accettabili esclamazioni ed espressioni nell'uso corrente del lettore, anche se non fanno parte del vocabolario del mondo rappresentato. Altrimenti si avrebbe un eccesso di puntualizzazioni che renderebbero l'opera illeggibile. Almeno, a mio parere...
Qui lo dico e non lo nego...
Parti ovviamente con un vantaggio clamoroso... ma non mi tiro indietro. Sai perché? Un giorno qualcuno mi ha scritto "NO MOULD"
Raccolgo la sfida, perché sarà senz'altro la più bella sfida della mia vita.
Chissà... certo la mia rivisitazione è nettamente diversa dalla tua.
Mi ci vorrà ancora un annetto buono...
Poi (se vincerò la sfida con gli editori) verrò a Trieste a brindare perché sarà stato, in larga misura, merito vostro... caro André e cara Fabi, che mi avete incentivato a continuare contro ogni avversità! (tipo la caduta degli occhi... l'improprietà di linguaggio... lamentazioni varie...)
Un saluto al grande Negróre
che bella cosa, questa pubblicazione.
si, è un po' che non faccio un bell' acquisto, credo che questo possa essere un buon modo per ripartire. credo che farò un giretto su bol.
auguri e complimenti, Andrea.
Come al solito riprendo vecchi 3d.
L'ho letto e devo dire che è un libro che esce fuori dagli standard. Non c'è una specie di Super Cattivone o una minaccia all'intero universo. Fortunatamente la psicologia dei personaggi non è pesante quanto l'intero racconto. Quindi sulla bilancia si alternano le emozioni e il racconto in sé. E ce ne vuole di bravura, nello scrivere qualcosa del genere. Ho gradito molto le parolacce e i componenti horror (se così li si vuol chiamare, un po' di sangue e violenza ), danno un senso maggiore di realtà e serietà.
L'ho comprato! Sono arrivato a pagina 70 mentre guidavo tra P.zza De Angeli e Bisceglie (Milano). Devo essere sincero: mi è sembrato un po' 'accelerato' in alcuni passaggi 'emotivi', ma in altri commenti ho notato che questa caratteristica è catalogata come pregio piuttosto che come difetto. Mi attendo molto dal seguito della lettura.
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