Sono 3' e 30'' di ottimo livello narrativo quelli di Jakku: First Wave, cortometraggio di Benjamin Eck che ci presenta tre stormtrooper in procinto di sbarcare sul pianeta Jakku, teatro nel nuovo canone di uno degli ultimi scontri tra l'Alleanza Ribelle e l'Impero.
Cosa ha convinto a unirsi all'Impero questi tre giovani, interpretati da Joseph Beror, Aaron Goddard e Tyler Wolfe?
Lo scopriremo in questo short, che ricorda le atmosfere di film come Salvate il Soldato Ryan, Lettere da Iwo Jima o la serie di telefilm Band of Brothers, a ben vedere forse più dal film di Eastwood, visto che parliamo dei perdenti della sanguinosa guerra civile che ha devastato la galassia ideata da George Lucas per oltre 20 anni (considerando solo gli episodi fino al VI). Anche se l'incipit ci racconta da subito che nessuno dei 7000 stormtrooper della prima linea di difesa di Jakku è sopravvissuto, non riusciamo, una volta tanto, a non provare empatia con questi soldati, presi in giro fino all'inverosimile per i loro problemi di mira, dei quali non condividiamo la causa, ma le cui ragioni interiori non sono in fondo molto diverse da quelle dei loro avversari sul campo.
Come infatti cantava Fabrizio De Andrè in La guerra di Piero, dimenticandoci i piani di chi li comanda, l'unica vera differenza tra soldati di campi avversi è "la divisa di un altro colore".
Un corto molto ben fatto anche da un punto di vista cinematografico, con la fotografia di Andrew Brinkhaus che sembra riprendere la scena dello sbarco degli stormtrooper vista nell'ultimo film, Star Wars: il risveglio della forza.
Eck ha ricostruito l'interno di un walker imperiale con i software Cinema4D e SketchUp, creando poi il set virtuale con Home Depot.
Un lavoro il cui risultato finale ha ben poco da invidiare non solo ai miglior fan movie su Star Wars, ma anche ai film ufficiali.
Come spiega a Slashfilm il regista:
Tutto nasce con profondo amore per Star Wars. Il mio amico e Direttore della Fotografia in questo progetto si è di recente arruolato nella 501st Legion come Stormtrooper ed è stato abbastanza incredibile vedergli addosso l'armatura la prima volta. Sembrava vera, reale come un autentico cimelio storico di guerra. Tenere in mano il casco è stato irreale. Una cosa che ho amato per tutta la mia vita e vista solo nei film che ora potevo tenere tra le mani. Perciò quando mi hanno invitato a provare il casco si è immediatamente acceso un interruttore nella mia testa. Wow, c'erano persone vere dentro. L'ho sempre saputo, ma questo lo ha reso reale. Mi ha fatto venire voglia di raccontare una storia dal loro punto di vista, un punto di vista umano. Cresciuto in una famiglia di militari, ho sempre avuto rispetto per gli uomini e le donne al nostro servizio. Così ho deciso di unire queste due idee per portare un reale militarismo ai soldati sotto l'armatura.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID