Il professore Robert Langdon (Tom Hanks), esperto nel risolvere qualunque tipo di enigma, si risveglia in ospedale a Firenze, ferito e con una forma di amnesia che gli ha fatto dimenticare le ultime ventiquattr’ore della sua vita. Come ci sia arrivato in Italia e come si sia ferito è un mistero, l’unica cosa che lo tormenta sono visioni apocalittiche di un inferno dantesco. Non aiuta a chiarire la situazione la presenza della giovane e bella dottoressa Sienna Brooks (Felicity Jones), che si rivela però fondamentale per farlo scappare da misteriosi gruppi che attentano alla sua vita. Confuso, Langdon ben presto capisce però che in ballo c’è qualcosa di grosso: un miliardario pazzo pare aver sintetizzato, prima di suicidarsi, un virus in grado di dimezzare il genere umano, convinto di fare il bene del pianeta ormai ridotto al collasso a causa della sovrappopolazione. Tra meno di un giorno una sacca posizionata da qualche parte nel pianeta esploderà, ma l’uomo ha disseminato degli enigmi da risolvere per riuscire a trovarla in tempo.
Terza volta del collaudato trio Dan Brown, Ron Howard e Tom Hanks, Inferno migliora il tiro rispetto ai capitoli precedenti su due fronti: lasciando perdere il complottismo religioso e rendendo la città in cui è ambientato la vera coprotagonista dell’azione. Per quanto riguarda il primo aspetto, il tema della sovrappopolazione nel mondo è decisamente più interessante e pone più questioni rispetto a qualsiasi intrigo complottista vaticano, soprattutto per quanto riguarda la legittimità da parte dei potenti di decidere che cosa sia il bene di tutti. Ma è soprattutto nella messa in scena, sia nella rappresentazione dell’inferno di Dante, sia nelle riprese di Firenze, che il film fa un balzo in avanti rispetto a Il Codice da Vinci e Angeli e Demoni. Il capoluogo toscano viene mostrato, forse uno dei pochi casi di pellicole americane, bellissimo e folgorante, ma lontano dall’essere una semplice cartolina. I personaggi sono immersi in un’azione che potrebbe svolgersi solo a Firenze con le sue viuzze strettissime e i passaggi segreti dei palazzi rinascimentali, utilizzando la città non come semplice sfondo pittoresco ma come ingrediente centrale della storia.
Per tutto il resto Inferno è un film godibile e ben ritmato, un prodotto medio senza troppe pretese se non quella di intrattenere, cosa in cui riesce pienamente.
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