Il primo giorno della Lucca Comics and Games 2016 abbiamo incontrato Paolo Barbieri per rivolgergli due domande sul proprio nuovo lavoro, Zodiac, recentemente pubblicato da Lo Scarabeo che verrà presentato alla manifestazione oggi, sabato 29, alle 16 in sala Ingellis, padiglione Carducci (Games).
Paolo Barbieri torna con Zodiac!
Alla Lucca Comics and Games 2016 Paolo Barbieri presenta Zodiac, il proprio nuovo lavoro. Con i testi di Gero, il libro è edito da Lo Scarabeo con cui già aveva pubblicato i Tarocchi e il libro illustrato Sogni.
LeggiD: Come mai dopo i Sogni lo Zodiaco? Stai seguendo un progetto unitario?
R: No, in realtà io seguo essenzialmente quello che di volta in volta mi comanda la testa o la cosiddetta ispirazione. Zodiac è un libro in lavorazione e in cantiere da quasi due anni e quando Lo Scarabeo ha visto i progetti e i disegni si è subito offerta per propormi un libro illustrato, anche perché va a incastrarsi molto bene nella tematica della casa editrice.
Grazie a loro ho sviluppato ulteriormente il progetto, anche migliorandolo con gli innesti, diciamo, a giochi fatti, perché occorreva avere davanti tutti i disegni pronti prima [del lavoro, ndr] di Gero, lo scrittore che ha fatto i testi, e poi di Anna Maria Mossucci che è un’esperta, anzi espertissima del settore zodiaco/oroscopo, che ha fatto una bellissima prefazione.
D: Da dove è partito questo progetto che poi si è ampliato?
R: Essenzialmente a me piace giostrare non tanto nel fantasy classico, o meglio io credo che molte tematiche possano essere rivisitate attraverso il fantasy. Se ci pensiamo le scritture più antiche attingono a piene mani nel fantasy. Di conseguenza a me piace, ed è piaciuto in passato, staccarmi dal cosiddetto power fantasy o fantasy classico, poi passando alla mitologia greca, passando alle fiabe più famose, l’inferno di Dante. Fino che, involontariamente, perché mi piace sempre sottolineare che da una parte è il caso a portarmi da progetto a progetto, poi è chiaro che quando nella mia testa comincia a maturare e crescere questo albero, aggiungo anche la mia esperienza e il tutto si sviluppa in maniera molto precisa.
Però essenzialmente, come in Favole degli Dei, il mio primo libro nato come autore unico, si è sviluppato nello stesso modo: ho fatto un po’ di prove e poi alla fine la casa editrice ha apprezzato e io contentissimo ho accettato.
D: Tornando su Zodiac, la parte più difficile di questo lavoro qual è stata? Parlando proprio delle tematiche, perché dentro non c’è solo lo zodiaco occidentale, ma anche quello orientale e altri lavori. Qual’è stata la parte più difficile?
R: In realtà, guarda, parti più difficili non credo di averne trovate. Mi è piaciuto confrontarmi con i Pianeti perché in un certo senso sono ritornato nella mitologia greca: ci sono Marte, Giove Venere, tutti gli dei che avevo fatto, ovviamente, anche in Favole degli Dei. Quindi mi è piaciuto trovare una rivisitazione a quei disegni che già avevo fatto. Questa è stata una sorta di sfida, in questo libro.
Dall’altro ho cercato di differenziare i segni occidentali con quelli cinesi. Difatti, nei segni occidentali si nota di più la provenienza del mio stile dagli ultimi libri, un pochino più dark, cupi. Mentre, invece, con i segni cinesi ho cercato di distaccarmi anche per fare in modo che il lettore capisse la lontananza anche mentale e quasi geografica dei segni cinesi, immergendo proprio, anche con una leggerezza narrativa, questi disegni nel bianco. E quindi ho cercato di creare un libro con varie tematiche che si sono sviluppate di volta in volta, non una tematica unica come può essere un concept album, ma ho inserito vari concept album in un unico filone narrativo dello zodiaco. Chiaramente i Pianeti influenzano lo zodiaco, i segni ci sono chiaramente, ma anche gli elementi. Tutti i colori dominanti dei nostri dodici segni sono i colori che appartengono al loro elemento, quindi blu per l’Acqua, ocra per la Terra, grigio per l’Aria e rosso per il Fuoco.
D: Quanto studio hai dovuto fare sull’argomento e su questa armonia di colori e quanto invece sono conoscenze pregresse o semplicemente tue idee senza studi astronomici dietro?
R: Ho cercato il più possibile di lasciarmi libero. Ovvero, cercare di creare un libro, anzi meglio una rappresentazione dei segni libera. I segni zodiacali hanno dei colori precisi e ne ho tenuto conto. Dei segni zodiacali [occidentali, ndr] sono partito, però, dalla mitologia greca, parliamo di Castore e Polluce, del mito di Eracle contro il leone di Nemea per il Leone e da quello, ove possibile, ho cercato di sposare quello che è la rappresentazione più o meno conosciuta dei segni, partendo però da quella radice.
D: Per quanto riguarda il Lucca Comics, invece, c’è un artista presente a questa edizione con il quale ti piacerebbe lavorare o confrontarti?
R: Noi illustratori, spesso, siamo dei cani sciolti. Io credo che difficilmente riuscirei a fare un libro con un altro illustratore. Col calendario Lords for the Ring è stato possibile partendo da un discorso di seguire le direttive di una director, il che pone il tutto sotto un’altra luce. Un libro illustrato, invece, impone di trovare un argomento che poi deve essere sviscerato e reinterpretato secondo la sensibilità di chi disegna. Per cui da lì nasce la difficoltà di un progetto simile, perché occorre trovare due sensibilità che sposino il loro modus operandi. È chiaro che si può fare un libro schizofrenico, però, dal mio punto di vista, almeno per ora mi piace lavorare da solo.
Poi, chiaramente, se parliamo di libri o testi conosciuti è un altro paio di maniche. Collaborare con scrittori, autori, però proprio perché ognuno ha un proprio modo di intraprendere la rappresentazione scenica che poi appare in un disegno diventerebbe difficile un'opzione di collaborazione da questo punto di vista.
D: Invece com’è stato collaborare con Gero?
R: Con Gero è successo l’opposto di quello che è accaduto con tutti i libri precedenti, dove ero partito con dei testi già esistenti. Mentre con questo libro, una volta terminati tutti i disegni, Gero ha visto le opere, io ho un possibile percorso da seguire e lui ha iniziato a reinterpretare il tutto. Da lì si sono sviluppati i testi e dal mio punto di vista, è riuscito molto bene a sposare quella che è la tipologia narrativa di quello che io disegno con i testi creati da lui.
D: Quindi la creazione dei testi ha seguito un percorso unitario?
R: Sì, diciamo che i testi, anche grazie al fatto che Gero aveva davanti già tutto il libro pronto, hanno avuto uno sviluppo più veloce e anche più unitario, perché mentalmente durante la lavorazione di queste sensazioni, poi gettate in parole, il tutto si è sviluppato nello stesso momento.
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