Buongiorno Lucca, inizia la seconda giornata. Le lancette che tornano indietro regalano un’ora di sonno extra, molto gradita, e quando i cosplayer iniziano ad affollare le vie comincia il mio breve tour sulle mura, per godermi il loro variegato spettacolo. Alcuni possono rimanere più impressi di altri (alcune famiglie intere con genitori e figli a tema, dallo steampunk agli Incredibili, per esempio), ma i numeri del popolo di Lucca sono tali per cui è impossibile apprezzare la cura e la passione di tutti. Il giro finisce in fretta, anche grazie a chi mi porta via fisicamente da alcuni stand e, ancora una volta, riprendo il ruolo di inviata quasi seria.
Il padiglione Lucca Games mi aspetta, con il primo impegno della giornata: riesco quasi a evitare la tentazione degli stand (a parte un gioco dedicato ai gatti) e prendo posto alla conferenza Oltre il fantasy la Storia, in cui sono presentati autori italiani di giochi di ruolo e di testi letterari (romanzi e raccolte di racconti). In particolare, la prima presentazione cattura come un magnete la mia attenzione: si tratta di un gioco di ruolo, Ab Urbe Condita, ambientato nella Roma adrianea, in cui l’elemento fantastico è dato dall’analisi storica delle credenze popolari del periodo. L’attenzione per l’elemento fantastico ed esoterico si unisce alla ricerca sul periodo storico degli autori e decido che l’argomento merita un approfondimento. Il mio primo impegno del terzo giorno a Lucca è già definito: voglio parlare con gli autori di questo mondo. Il rapporto tra storia e fantastico, che già Erikson ha delineato nell’educational di sabato, è qualcosa a cui non so resistere.
Nel corso della conferenza, lo stesso argomento viene anche toccato da Valentina Zunino, che presenta il suo romanzo Una Teoria di Ombre, parlando dell’ambientazione da lei scelta, un Giappone feudale con elementi gotici, che incontra il gusto del suo editore, Limana Umanìta, per trame che si allontanano dal fantasy classico. Come osserva l’autrice, è possibile apportare novità al genere attraverso la fruizione, come lettori, di molti libri, anche di generi diversi.
Quando la conferenza si chiude, con la presentazione dei vincitori del concorso I Mondi del Fantasy selezionati per la pubblicazione, mi chiedo se sia il caso di intrufolarmi nuovamente a una sessione di autografi di Brandon Sanderson. Il mio animo di fangirl (un po’ over-age, forse, ma esiste davvero un limite di età per essere una fangirl?) è molto tentato, anche perché le informazioni che Sanderson diffonde durante i suoi incontri con il pubblico sono così preziose da essere raccolte nel forum dei suoi fan anglofoni, il 17 Shard.
Mi ricordo, però, che alle 14 mi attendono due ore di educational con lui e che, visto che la conferenza è finita un po’ in ritardo, forse è il caso di pranzare, mettere in ordine gli appunti e, soprattutto, recuperare la mia copia di Mistborn per l’educational (non posso andare da lui senza farmi firmare il terzo libro, ovviamente). E così, volo a Villa Gioiosa e prendo posto in prima fila, come si addice a una vera fangirl.
Sanderson, con la lunga giacca di pelle nera che lo caratterizza in questi giorni, si manifesta quando ormai davanti all’aula si sono radunate diverse persone che sperano di poter entrare ad ascoltarlo: le iscrizioni per il suo workshop sono state riempite in brevissimo tempo, ma alcuni fortunati riescono a entrare comunque. Con la sua consueta gentilezza, Sanderson chiede di fermarlo, nel caso in cui parli troppo veloce, ma, nel corso della sua lezione, tranne poche eccezioni, è sempre estremamente consapevole di avere davanti a sé ascoltatori stranieri, al punto da sforzarsi per rendere più facili da comprendere concetti che esprimerebbe con modi di dire americani da noi poco noti.
La sua è una vera lezione frontale di due ore, come quelle da lui tenute nell’università in cui insegna negli States, la BYU. Ci suggerisce di cercare le sue lezioni, postate su Youtube, in cui troveremo argomenti che non può sviluppare nelle due ore di un singolo workshop, e ci consiglia di approfondire sul suo podcast, Writing Excuses. Il nucleo della lezione riguarda il modo di tenere insieme la trama, sia nel caso di scrittori che preferiscono scoprire l’evoluzione della storia senza pianificarla in anticipo, come Stephen King o George Martin, sia nel caso di autori che preferiscono strutturare la trama in anticipo, come Orson Scott Card (gli esempi sono quelli scelti da Sanderson durante la lezione). Alla fine della lezione (no, non ne parlo qui in dettaglio perché devo ancora sistemare gli appunti e confrontarli con quelli di Irene Grazzini, anche lei presente per FM all’educational) riesco a strappargli l’autografo anche su Mistborn, sbircio le dediche e ascolto le risposte date agli altri partecipanti e, con una sfacciataggine che non credevo di avere, chiedo all’addetto del Comics se posso avere i fogli che Sanderson ha usato per scrivere i suoi schemi. E, davanti all’autore, li strappo dal blocco messo sulla lavagna e li porto via (quindi, quando scrivo di dover riordinare appunti, intendo che materialmente devo mettere ordine nei fogli che ho rubato).
Con la mia pila di fogli, indugio ancora qualche momento per Lucca e torno al mio dovere. Ho delle fotografie da fare e, soprattutto, voglio organizzare il mio lavoro per il giorno dopo. Torno al padiglione Games per prendere accordi per i miei incontri di domani. C’è troppa gente per farmi distrarre dalla maggior parte degli stand, ma quelli degli editori sono molto più accessibili di quelli dei giochi. I libri che stuzzicano il mio interesse sono tanti e, non potendo prenderli tutti subito, faccio collezione di segnalibri e volantini.
E finalmente, la giornata finisce. E la serata ha inizio: selezionare fotografie, riordinare appunti, mangiare e scrivere il diario di bordo giornaliero. Domani è un altro giorno. Un giorno così pieno di impegni che non so se riuscirò, quest’anno, a presentare il mio cosplay. Il mio personaggio? Tratto da Sanderson, ovviamente!
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