Anche se la maggior parte dell’attenzione è puntata sui trent’anni di Dylan Dog e su tutte le iniziative, volumi, ritorni insperati, cambi di copertinista, che questo evento si porta dietro, ci sono anche altri personaggi della casa editrice di via Buonarroti che possono vantare traguardi importanti. Uno di questi è Dampyr, il cacciatore di vampiri creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, di cui questo mese esce il numero 200, intitolato La Legione di Harlan Draka.
Come spesso accade, i numeri anniversario sono l’occasione per veder tornare in scena vecchi nemici e/o vecchi amici, portare avanti sottotrame orizzontali, essere punti di svolta nella vita e nella storia del protagonista, aggiungere qualcosa di nuovo oppure essere il più genuinamente classici, quasi a voler riprendere in tutto e per tutto lo stile e il sapore dei primi numeri della serie. Raramente si riesce a far convivere tutti questi ingredienti contemporaneamente e, il più delle volte, ci si accontenta solo di alcuni. La Legione di Harlan Draka, invece, prova (e riesce) a far convivere tutti questi elementi nelle stesse 114 pagine di questo numero extralarge. Il risultato è un albo genuinamente di Dampyr, destinato a far felici i fan di lungo corso della serie, e al contempo una sorta di punto di svolta che, solo il futuro ce lo dirà, potrebbe aprire le porte a un nuovo corso, ideale per chi volesse provare ad accostarsi al personaggio solo oggi.
Boselli, vero e proprio mastermind della serie, tira le fila di diversi discorsi lasciati aperti nel corso degli ultimi anni e pone le basi per lo scontro definitivo tra Harlan Draka ed Erlik Khan, amico di suo padre e per lungo tempo una sorta di semi-alleato. Il maestro della notte sta mettendo insieme un esercito, ma il rispetto nei confronti del padre di Harlan gli impone di avvisare il suo avversario, il dampyr, quindi, non può che cercare di fare altrettanto.
Tra ritorni a sorpresa, vecchi favori riscossi e strambe e improbabili alleanze, è l’occasione giusta per una carrellata tra alcuni dei personaggi di contorno più caratteristici, amati e anche odiati della testata.
Le pagine scorrono veloci tra le mani, merito della sapiente sceneggiatura di Boselli: snella, agile, sembra non perdere tempo a presentarci i personaggi, ma solo i fatti e, quando si arriva in fondo, si stenta a credere di aver appena terminato un albo più lungo del normale. In realtà la bravura dell’autore milanese risiede proprio nel farci sembrare veloci anche tavole e dialoghi che, invece, riescono in pochi accenni a descrivere e ad approfondire i personaggi di contorno, anche ad uso di chi non avesse mai preso in mano un albo di Dampyr prima. Chi si fosse perso qualche numero finora, quindi, non deve preoccuparsi, perché tutta la vicenda e le motivazioni dei personaggi risulteranno perfettamente chiare.
Uno dei maggiori pregi di questa serie, fin dai primi numeri, è sempre stato la capacità di mescolare la fantasia con dettagliate rievocazioni storiche. Fatti realmente accaduti, miti, leggende del folklore dei diversi paesi, riutilizzati per fare da sfondo a vicende che si insinuano tra le pieghe della Storia. Boselli, anche in questo caso, non perde l’occasione per dare ennesimo sfoggio di cultura e qui e là infila piccoli chiari riferimenti: dai simboli lasciati sui corpi dei soldati massacrati dai vampiri nelle prime pagine, ai nomi dei figli di Erlik Khan.
Oltre allo scontro finale tra Harlan Draka ed Erlik Khan, che potrebbe chiudere una delle sottotrame più importanti degli ultimi anni, però, come dicevamo Boselli pone anche le basi per qualcosa di nuovo. Non vi diciamo ovviamente nulla per non fare spoiler e rovinarvi il gusto della lettura, ma l’impressione è che questo sia solo il primo tassello di un nuovo puzzle che andrà completandosi nel corso dei prossimi mesi.
Se i testi non potevano che essere opera del papà e curatore di Dampyr, più dubbiosa poteva, invece, essere la scelta del disegnatore destinato a illustrare questo albo, visti i tanti e talentuosissimi artisti al lavoro su questa testata. L’onore è quindi toccato a Luca Rossi e, personalmente, la cosa non può che farmi piacere perché si tratta di uno dei miei disegnatori dampyriani preferiti.
Rossi è sempre stato particolarmente adatto alle atmosfere oscure e gotiche di Dampyr a causa delle sue chine molto pesanti e il suo tratto spigoloso ed evocativo che a volte sembra disegnare in bianco su nero, piuttosto che in nero su bianco (per chi volesse un assaggio, provi a dare una occhiata a due numeri come il 116 Pioggia di Demoni e l’86 La Casa sull’Orlo del Mondo).
Per quanto riguarda la suddivisione della tavola, siamo dalle parti di una gabbia bonelliana molto classica, con solo concessioni a vignette doppie orizzontali e un paio quadruple, niente splash-page, tagli obliqui o altre composizioni più arzigogolate.
Come sempre nel caso di albi particolarmente importanti (in genere i grandi spartiacque come 100, 200, 300, etc., ma anche altri volumi hanno ricevuto un simile trattamento), la politica Bonelli è quella di dare qualcosa in più ai propri lettori, aggiungendo il colore. Non poteva, quindi, essere da meno La Legione di Harlan Draka, nonostante la sua foliazione superiore.
Se il tratto di Luca Rossi funziona così bene se lasciato a se stesso, a nostro avviso, però, ne risulta un po’ depotenziato in un albo come questo a colori. In questo caso, infatti, i colori non sembrano riuscire ad aggiungere qualcosa ai disegni, al contrario sembrano un po’ appiattirli e togliergli parte della loro capacità evocativa. Probabilmente si sarebbe dovuto pensare di optare su un tipo di colorazione diversa, più elaborata, ma ci rendiamo conto che questo, unito alla lunghezza superiore al normale di questo numero 200, avrebbe comportato ben altri costi.
Personalmente sarei davvero curioso di vedere La Legione di Harlan Draka in una versione in bianco e nero, credo non avrebbe nulla da invidiare a quella a colori, anzi.
Dampyr raggiunge e supera il prestigioso traguardo dei 200 numeri. Lo fa con un numero affidato a due dei suoi autori più importanti: Mauro Boselli, il papà della serie, e Luca Rossi, uno dei migliori disegnatori del parterre di questo titolo. Tra graditi ritorni e inaspettate alleanze, assistiamo a una carrellata di personaggi più e meno storici della serie, che faranno sicuramente la felicità dei lettori di vecchia data. Le fila di diversi discorsi lasciati in sospeso sono finalmente tirate e tutto è pronto perché vada in scena lo scontro finale tra Harlan Draka ed Erlik Khan.
Se un ciclo e delle sottotrame si chiudono, però, altre sono pronte ad aprirsi e questo 200 sembra quasi un numero zero, un ideale punto di partenza anche per i nuovi lettori.
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