Logan – The Wolverine è il miglior film realizzato finora sul personaggio di Wolverine.
Chi vi scrive non ha alcun dubbio che, per gli appassionati degli X-Men e non solo, segnerà una svolta come nessuna pellicola prima d’ora ha mai fatto nella storia dell’Universo X-Men della 20th Century Fox. Anzi, probabilmente, come nessun film sui supereroi ha mai fatto.
Logan, questo il titolo originale, è il terzo film interamente dedicato al mutante artigliato della Marvel, interpretato per l’ultima volta da Hugh Jackman.
Stanco della vita che lo circonda, il vecchio James Howlett, questo il vero nome di Logan, ha ripreso a bere e lavora come autista di limousine. Sono passati molti anni dalle decantate avventure del supergruppo mutante noto come X-Men e, attualmente, nessun membro della vecchia squadra sembra ancora in circolazione. Quando non è a lavoro, James vive in vecchi casolari fuori mano, in una zona desertica, accanto a una vecchia e arrugginita cisterna per l’acqua, ormai vuota e crollata. Dentro, vi alloggia un vecchio Professor X (Patrick Stewart), così malato e malandato da dover essere drogato per poter tenere sotto controllo i propri poteri. Con loro abita anche Calibano (Stephen Merchant), vecchia conoscenza di Psylocke (Olivia Munn) e degli X-fan (ricordate X-Men: Apocalisse?), che si limita a tenere in ordine, a cucinare e ad accudire Charles quando Logan non c’è.
La loro vita cambierà quando, durante un turno di lavoro, Wolverine incontrerà Gabriela (Elizabeth Rodriguez), infermiera di una struttura privata in Messico, in fuga da Pierce (Boyd Holbrook) e dai suoi uomini che vogliono riprendersi la bambina che la accompagna, Laura/X-23 (Dafne Keen).
Tutto è vecchio: Logan, Charles, Calibano, i capannoni arrugginiti dove abitano. I toni post-apocalittici del fumetto Vecchio Logan sono stati ripresi e adattati a questa pellicola con grande realismo. Ma non basta. James Mangold, regista e sceneggiatore, è riuscito a portare sul grande schermo la violenza brutale e fuori controllo di Wolverine come nessuno aveva ancora fatto. Non a caso, il film è consigliato al solo pubblico adulto per le scene di violenza, il linguaggio scurrile e la nudità (pochissima, in realtà). Tutto ciò che ci si aspetta da una pellicola basata sul lavoro di Mark Millar e Steve McNiven.
Sulla costruzione dei fatti, per onestà intellettuale, sorge qualche perplessità: la trama in sé non è avvincente, retta unicamente dalle scene di azione e dalla bravura degli attori coinvolti. Veri e propri massacri a colpi di artigli si alternano a momenti di forte emotività e tutto ruota intorno a Logan e al rapporto da un lato con Charles Xavier, che sente come un padre da accudire, e dall’altro con Laura, bambina nata dal suo DNA, frutto di un esperimento genetico e che vede come un peso di cui liberarsi al più presto. Solo la morte del “padre” degli X-Men porterà un vero e proprio cambiamento in Wolverine che, alla fine, prenderà la più drastica delle decisioni: sacrificarsi per dare un futuro alla nuova generazione.
Hugh Jackman si conferma un attore di grande talento. Con questo film lascia un’impronta indelebile nella storia dell’universo cinematografico X-Men e porta a compimento diciassette anni di duro lavoro nei panni dello stesso personaggio. Un’impresa che sarà molto dura da eguagliare, forse impossibile. Non solo la trama di Logan – The Wolverine ruota intorno a Jackman, ma l’emotività che l’attore australiano riesce a esprimere travolge lo spettatore fino alla fine. Chi vi scrive non ha dubbi nell’affermare che ricorderemo il Wolverine di Jackman per molto tempo.
Patrick Stewart non è da meno. Anche lui dà l’addio all’Universo X-Men con questo film con una interpretazione straordinaria. Come per Logan, troviamo un vecchio Xavier sconvolto dalle medicine, che non ricorda il passato e soffre di gravi attacchi che gli fanno perdere lucidità e con essa il controllo dei propri poteri. Un lato mai esplorato e che Stewart interpreta con una mimica eccezionalmente credibile e un’emotività travolgente: è davvero difficile non empatizzare con questo scombussolato Professor X, addolorato e distrutto dalla malattia e dalla vecchiaia, che deve completamente affidarsi a Logan anche per andare in bagno. Al suo cospetto, James McAvoy, il giovane Charles Xavier della seconda trilogia sugli X-Men, ha ancora molta strada da fare per raggiungere lo stesso livello di espressività di Stewart.
Mi ripeto. Logan – The Wolverine è il miglior film realizzato finora sul personaggio di Wolverine, che dà l’addio a due degli attori e dei personaggi più amati dagli X-fan e consegna, letteralmente, il futuro di questo universo filmico alle nuove leve: Laura/X-23 e Deadpool, interpretato da Ryan Reynolds che, a questo punto, sembra diventare il prossimo portabandiera della Fox sul grande schermo. Nulla è ancora scritto, sotto questo punto di vista, perché i giovani mutanti introdotti in X-Men: Apocalisse potrebbero avere ancora qualcosa da dire.
14 commenti
Aggiungi un commentoChi? Io? *sparisce*
No, no... chi?
Comunque spero di vederlo asap.
Mi scoccerebbe non fare in tempo.
Ovviamente non sarò condizionata dal tuo entusiasmo, no no.
Visto sabato.
Io avrei aspettato anche una decina di giorni per evitare il grosso del pubblico, che molto spesso è molesto.
Detto questo confesso che ho adorato questo film, che non si può etichettare nel genere supereroistico.
Degnissima chiusura di un ciclo durato 17 anni, tra alti e bassi.
E' stato triste dare l'addio a un personaggio cinematografico che ho amato moltissimo e che ho seguito con passione.
Concordo su ogni parola. Visto sabato sera ed è sicuramente tra i film più riusciti del filone X-men.
Io, ovviamente ancora non l'ho visto.
Sgrunt.
E ho, tipo angioletti, Simona e Simone - uno per spalla - che mi compaiono e "dai, dai, vai, vai!" :ermm:
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