Jonas Grinn è il romanzo d’esordio di Francesca Caldiani edito Watson Edizioni all’interno della collana Colori. Un buon punto di partenza per questa scrittrice al primo incontro con il pubblico: buona caratterizzazione dei personaggi, trama impegnativa ma ben affrontata, che si sposa a pennello con l’ambientazione scelta.
La storia è quella di Jonas Grinn, pilota tredicenne di kayt (delle specie di macchine volanti) che, dopo essersi distinto in alcune gare a livello cittadino, viene invitato dal Signor D, direttore di una scuola per piloti di Lavaton, a entrare nel suo team di allievi. Nonostante le insistenze del padre e della madre a rinunciare, Jonas decide di cogliere al volo l’occasione per realizzare il proprio sogno: diventare un pilota professionista. Tuttavia, la vita nella scuola e il collegio stesso non sono ciò che si aspettava. Per il periodo di prova, un mese nel quale i nuovi arrivati devono dimostrare di avere determinati standard per accedere al primo livello di apprendimento, non è concesso lasciare il collegio. Anche successivamente, però, gli è concesso uscire solo nei giorni di riposo. Insomma, senza volerlo, Jonas si ritrova già a lavorare per il Signor D, una delle persone più detestate dai suoi genitori.
All’interno dell’istituto incontrerà Max, un altro allievo che, come lui, si rivela fin da subito un abile pilota, degno di correre alle gare di kayt più importanti. I due, insieme all’amica di Jonas, e giovane meccanica, Naki, dovranno tener duro all’interno della spietata vita del collegio del Signor D e svelare il mistero che aleggia dietro la morte di un abile pilota, ormai a un passo dal diventare un professionista.
La fantascienza incontra il giallo nel romanzo di Francesca Caldiani e il risultato è positivo: gli elementi dei due generi si mescolano in un buon mix non troppo impegnato, ma godibile.
La trama non è particolarmente complessa, ma il mistero da svelare c’è e la risoluzione non è così immediata come può sembrare. L’autrice è stata molto abile nello scegliere quali informazioni celare al lettore o solo accennargli, così da costringerlo ad arrivare fino in fondo, per scoprire se il mistero trova soluzione.
I tre protagonisti della storia sono ben caratterizzati. Jonas è un ragazzo spensierato, che fa di tutto per poter inseguire i propri sogni. Max, per contro, ha un passato traumatico: figlio della periferia più esterna di Lavaton, il Deserto, è cresciuto solo con la madre, e i vari compagni di lei, e il fratello, e porta con sé un terribile segreto. Naki, infine, è l’amica di Jonas che tutti evitano nel quartiere dove i due vivono per via della madre prostituta. Al contrario dell’amico, ha la testa sulle spalle ed è molto più matura.
Anche gli altri personaggi sono ben impostati. Il Signor D è un uomo d’affari, più che un semplice direttore: sempre in cerca di giovani piloti da trasformare in professionisti, fa di tutto per averli nella propria scuola e li spinge al massimo, incurante dei loro desideri. Shirley è l’ingegnere più abile della scuola e si occupa del kayt di Jonas. Spesso, sembra più interessata alle macchine che ai ragazzi, ma, infondo, ha un gran cuore. Theodor, invece, è l’ingegnere di Max. Cinico e tecnicamente molto preparato, non si cura affatto della salute dei piloti o di quello che fanno quando non gareggiano: purché non lo mettano nei guai.
Lo stile della narrazione è piuttosto lineare, conforme a quanto ci si aspetta da un romanzo per ragazzi: fluido e scorrevole, non è cruento o troppo spinto laddove un romanzo dichiaratamente per adulti avrebbe fatto uso di un linguaggio forte o scene volutamente feroci e violente.
All’interno della narrazione, chi vi scrive ha rintracciato alcuni rimandi al panorama fantascientifico e a quello sportivo (ritratto in alcuni film).
Primo fra tutti, possiamo notare come i kayt richiamino molto gli sgusci di Star Wars I: La minaccia fantasma (1999): le pericolose e veloci macchine volanti guidate dal giovanissimo Anakin Skywalker in altrettante spaventose gare a grandi velocità. Francesca Caldiani ne cambia il contesto: dai grandi canyon del pianeta Tatooine alle “strade” di Lavaton, dove i pericoli delle escrescenze rocciose vengono rimpiazzati da palazzi, ponti e varie infrastrutture.
Il secondo rimando, abbastanza pesante, permea tutto il libro ed è quello a Speed Race (2008), film futuristico sulle corse dove un giovane pilota di auto viene coinvolto in un’operazione dei servizi segreti. Gli elementi di base ci sono tutti: corse, misteri e un fratello coinvolto in qualcosa di pericoloso, di cui non vi diciamo altro per non cadere negli spoiler. Jonas Grinn si discosta da questo titolo per alcuni elementi della trama e risoluzione, ma l’originalità del romanzo si incrina leggermente. Nulla di esagerato, però: il libro è assolutamente godibile e, forse, farete caso a queste somiglianze solo dopo averne letto qui sopra!
Jonas Grinn è un libro per ragazzi che, però, può far volare tutti quelli che cercano una storia accattivante e da leggere in poco tempo. Nella propria semplicità, si presenta bene e porta a casa quattro stelle meritate.
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