Diretto da Dean Israelite, Power Rangers è stato prodotto da Lionsgate ed è distribuito in Italia da Leone Film Group e 01Distribution. Il film è un remake dell’omonima serie degli anni ’90 che vedeva cinque supereroi in armatura affrontare i nemici della Terra per proteggere l’umanità.
Come già sottolineato per altre pellicole, chi vi scrive ci tiene a ricordare che questi prodotti non sono, e non possono, essere totalmente fedeli all’originale: vanno ricontestualizzati, adattati a pubblici diversi e a un mercato in continuo mutamento. Chi ha seguito l’evolversi della produzione e le immagini che via via sono state rilasciate sul web, si sarà sicuramente accorto del netto distacco grafico dalla prima serie, uscita nel 1993. Armature in stile Iron Man per il nuovo gruppo di eroi, un vestito e uno scettro come quelli di Loki per Rita Repulsa (Elizabeth Banks), l’antagonista dei Power Rangers. E potrei continuare.
La storia inizia milioni di anni fa, ai tempi dei dinosauri: gli ex Power Rangers, di cui il leader e Red Ranger era Zordon (Bryan Craston), futuro mentore del nuovo gruppo, danno la vita per salvare le monete che donano ai cinque i rispettivi poteri e armature. Rita viene momentaneamente sconfitta e, nel tempo, la landa desolata dell’ultimo combattimento tra i Rangers e la propria nemica diventa un lago che si trova sotto una miniera d’oro.
Ai giorni nostri, Jason Scott (Dacre Montgomery), futura promessa del football, compie una bravata con degli amici a scuola, venendo arrestato e finendo ai domiciliari. Radiato dalla squadra della scuola, è costretto a frequentare, tutti i sabati, un corso per ragazzi problematici. Proprio tra i banchi di scuola incontra Billy (RJ Cyler), giovane genio preso di mira dai bulli. Sarà grazie alle insistenze di lui che i due arriveranno alla miniera, ormai chiusa, dove, tra varie peripezie e fughe dalle autorità, troveranno gli altri tre ragazzi del gruppo, Kimberly (Naomi Scott), Trini (Becky G.) e Zack (Ludi Lin), e recupereranno le monete dei Power Rangers.
La storia è piuttosto semplice, come spesso capita ai film introduttivi. Può essere una pecca come un punto di forza. In questo caso possiamo inserirla tra i secondi: una trama complicata avrebbe stonato con l’impostazione generale della pellicola.
Come dicevamo sopra, lo stacco grafico dalla prima serie è molto netto. L’uso della computer grafica è molto marcato, come ci si aspetta da un film di supereroi degli ultimi anni. Il trucco e i costumi sembrano costantemente presi dai recenti film Marvel e DC, come la stessa Rita che richiama l’Incantatrice di Suicide Squad, o l’intero gruppo dei Power Rangers che, più che assomigliare a quello della prima serie, sembra richiamare gli Avengers.
Non solo. L’impostazione umoristica, decisamente poco riuscita, cerca di imitare quella di Guardiani della Galassia: le scenette sono stereotipate o prevedibili, al punto da far perdere la sensazione di ilarità e sostituirla con un leggero imbarazzo. Come per i combattimenti: salti mortali e mosse coreografiche casuali, giusto per cercare l’approvazione dei fan di vecchia data.
Prendendo in esame, invece, il lato emotivo del film la situazione migliora. I messaggi di amicizia, fiducia e unione sono resi chiaramente. Le prove che i ragazzi dovranno superare li porteranno a unirsi, capirsi a vicenda e comprendersi meglio. Non mancano le liti, ma il punto fondamentale è riuscire ad andare avanti e perdonarsi anche quando ci si prende a pugni. I cinque Power Rangers, non a caso, sono ragazzi problematici: le rispettive situazioni familiari sono complicate, problemi di comunicazione con i genitori o i coetanei, difficoltà a capire come affrontare la pubertà. Non sono i migliori, anzi. Sono ragazzi qualunque che, aiutandosi l’un l’altro, vogliono trovare il proprio posto nel mondo.
Un film che, in generale, pecca sotto molti punti di vista. Primo fra tutti, secondo chi vi scrive, quello di voler fare un prodotto per i fan degli anni ‘90, ma contemporaneamente cercare un target di giovani e giovanissimi che si affacciano in questi anni al mondo del cinema grazie ai prodotti Marvel/DC o, in generale, ai supereroi. Il risultato è una pellicola introduttiva per tredicenni, piena di pessime battute e situazioni paradossali.
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