Sembra tempo di pensione per la Famiglia: Dominic Toretto (Vin Diesel) e Letty (Michelle Rodriguez) sono in luna di miele a Cuba, Brian (il defunto Paul Walker) e Mia Toretto sono ormai fuori scena, Hobbs (Dwayne Johnson, alias The Rock) allena la squadra di calcio femminile della figlia, mentre il resto della squadra è più o meno in stand by.
Certo Dom non perde il vizio delle corse, neanche a Cuba, e la prima adrenalica scena sequenza ci ricorda non solo che è ancora abile alla guida, ma che è dotato di un codice morale integro e coerente.
Ma non c'è niente da fare: entra in scena una donna misteriosa, interpretata da Charlize Theron, che fa a Dom una proposta che non può rifiutare. Pertanto quello che ormai è un eroe lascia tutto, moglie compresa, per delinquere a livelli mai raggiunti prima insieme a Cipher, questo il soprannome della donna, un'hacker abilissima con un piano di terrorismo globale, che da Cuba vedrà l'azione spostarsi a Berlino, New York ed ex Unione Sovietica, tra gli altri luoghi.
Della partita saranno ancora una volta Mr. Nessuno, un sempre più compiaciuto Kurt Russell, e l'avversario dello scorso film, l'inglese Deckard Shaw, interpretato da Jason Statham.
Oh mio dio, è pieno di macchine!
C'è un motivo dietro al comportamento di Dom, ed è compito degli spettatori scoprirlo, seguendo i circa 136 minuti del film diretto con mestiere da F. Gary Gray (Giustizia Privata con Jamie Foxx) su sceneggiatura del solito Chris Morgan.
Ma al di là del pretestuoso intreccio, quello che conta di questo film è ormai ogni dialogo è una sentenza, ogni incontro un rituale, ogni momento l'occasione per salire sulle giostre.
La vera essenza del film è data dall'ultimissimo fotogramma, dopo i titoli di coda. Non si tratta di una scena in stile Marvel, non temete. Ma solo del logo dei parchi a tema della Universal.
Ecco Fast and Furious 8, in originale The Fate of The Furious, altro non è che un'attrazione sempre più esagerata.
D'altra parte non era il cinema degli albori un'attrazione da Luna Park?
Fast & Furios e l'epica
La legge per cui è necessario esagerare film dopo film è pienamente rispettata, da una sequela di scene sempre più assurde, da un parossismo che suscita una risata liberatoria dovuta alla grande sforzo necessario per esercitare la necessaria sospensione dell'incredulità.
Come sia potuto accadere che un action che parlava di corse in auto clandestine e ladri di videoregistratori (era il 2001) abbia generato una saga alla James Bond, nonché una vera e propria mini-epica, sarebbe qualcosa da approfondire. Ma quello che conta è che oggi la saga sia qui, e che il pubblico continui a gradirla.
Se siete parte del gioco, se vi appassiona spegnere ogni neurone e lasciarvi trascinare dal ritmo, consapevoli di assistere alla tamarrata definitiva, FF8 è il film che fa per voi. Anche se l'ironia e l'autoironia talvolta latitano, è palese anche il divertimento di chi al film ha partecipato. Ritengo probabile che anche il pubblico potrà divertirsi, nonostante la lunghezza esagerata e la ripetitività, nell'attesa di sapere cosa diavolo sarà possibile escogitare per il seguito. Fast & Furious nello spazio?
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