- Uno sguardo al passato delle Cronache del Ghiaccio e del fuoco
- Il mistero del quinto scrittore
- Dunk & Egg?
- La storia della ribellione
A George R.R. Martin in questo caso la parola spinoff non piace. HBO ha effettivamente iniziato a sviluppare nuovi progetti ambientati nel mondo di Le cronache del ghiaccio e del fuoco, ma visto che nessuno dei personaggi che compaiono nella saga – o nella serie televisiva Il trono di spade – compare in nessuno dei progetti in corso di sviluppo, non si può parlare di spinoff. Si tratta piuttosto di altri progetti ambientati nel suo universo secondario, un universo molto vasto che si estende ben oltre il continente di Westeros.
Uno sguardo al passato delle Cronache del Ghiaccio e del fuoco
Ciascuno dei progetti è a suo modo un prequel, visto che è ambientato nel passato degli eventi che costituiscono la famosa saga, anche se non è detto che tutti i progetti siano ambientati in Westeros. HBO e Martin preferiscono riferirsi a loro come “serie successiva”.
Il primo incontro fra Martin e i dirigenti di HBO riguardo alla possibilità di realizzare una serie successiva a Il trono di spade risale ad agosto 2016, quando lui ha presentato due proposte diverse. Una di queste proposte è attualmente in fase di lavorazione, l’altra è stata scartata. Nei mesi successivi il network ha contattato diversi autori, che a loro volta hanno proposto nuove idee, finché HBO non ha deciso di affidare lo sviluppo di quattro diversi progetti a Max Borenstein, Jane Goldman, Brian Helgeland e Carly Wray.
Tutti loro si sono recati almeno una volta – qualcuno lo ha fatto più volte – a Santa Fe per incontrarsi con Martin e discutere di idee, della storia di Westeros e del resto del mondo e per chiarire dettagli di quanto narrato in Il mondo del ghiaccio e del fuoco. Gli scambi di idee stanno proseguendo per telefono e via mail, e George si aspetta che con il procedere delle cose questi contatti si intensificheranno.
Il mistero del quinto scrittore
Se i quattro sono stati definiti dallo scrittore come straordinariamente talentuosi, a loro si è appena aggiunto un quinto scrittore. Martin non ha fatto il suo nome spiegando che, come già avvenuto con i precedenti quattro sceneggiatori, sarà HBO a dare l’annuncio ufficiale al momento opportuno. Si tratta comunque di un’aggiunta straordinaria, un’ottima persona e un ottimo scrittore e, a parte lui, Elio García e Linda Antonsson, i co-curatori di Il mondo del ghiaccio e del fuoco, è probabilmente la persona che ama e che conosce Westeros meglio di chiunque altro.
Se Martin preferisce non fare nomi, noi possiamo fare un paio di ipotesi. Il quinto sceneggiatore non può essere né David Benioff né D.B. Weiss visto che entrambi hanno dichiarato di volersi allontanare da Westeros dopo la conclusione di Il trono di spade nell’ottava stagione. I loro nomi si affiancano quindi a quelli di García e Antonsson come persone sicuramente non coinvolte. Escludendo loro quattro, rimangono altre due le persone che hanno ricoperto, o stanno ricoprendo, un ruolo importante nel mondo di Le cronache del ghiaccio e del fuoco.
Il primo è lo scrittore Daniel Abraham. Grande amico di Martin, ha collaborato con lui e con Gardner Dozois alla scrittura del romanzo Fuga impossibile e ha partecipato alla serie Wild Cards, di cui Martin è stato uno degli autori ed è tutt’ora curatore. Il dettaglio più importante però è che Abrahham ha già alle spalle esperienze come sceneggiatore avendo curato la trasformazione in graphic novel sia del romanzo Fevre Dream (Il battello del delirio, 2010), sia, soprattutto, quella di A Game of Thrones (2011-2014). Dopo aver terminato questo secondo adattamento, però, Abraham ha deciso di non occuparsi dell’adattamento di A Clash of Kings (Il regno dei lupi e Il grande inverno), che infatti è stato realizzato da Landry Quinn Walker e il cui primo numero sarà disponibile in inglese a partire dal prossimo giugno. Probabilmente anche Abraham inizia ad avere problemi di tempo nel districarsi fra i suoi numerosi progetti. Lui stesso, insieme a Ty Franck, è autore, sotto lo pseudonimo di James S.A. Corey, della serie di romanzi The Expanse, su cui è basata l’omonima serie televisiva.
Il secondo è Bryan Cogman, ed è colui a cui, più probabilmente, si riferiscono le parole di Martin. Cogman è stato la prima persona coinvolta da Benioff e Weiss nel progetto Il trono di spade, quando ancora non c’era alcuna certezza che HBO avrebbe effettivamente commissionato la realizzazione della prima stagione. Con la lettura di A Game of Thrones Cogman ha scoperto di amare a tal punto il mondo creato da Martin da voler leggere tutto quello che c’era in commercio, e da trasformarsi in una specie di enciclopedia vivente della saga. È a lui che tutti i membri della produzione si sono sempre rivolti quando avevano un dubbio riguardo a un’impresa araldica, a una battaglia combattuta nel passato di Westeros, al colore dei capelli di un certo personaggio minore, alla fede professata da un altro e via dicendo. Non per nulla è stato lui a scrivere Il trono di spade. Dietro le quinte della serie HBO, il volume illustrato ufficiale sulle prime due stagioni televisive.
Non solo, Benioff ha sempre elogiato le capacità di scrittura di Cogman, tanto è vero che gli ha affidato le sceneggiature degli episodi Il giuramento (1x04), Ciò che è morto non muoia mai (2x03), Baciata dal fuoco (3x05), In cerca di un colpevole (4x04), Le leggi degli dei e degli uomini (4x06), Uccidi il ragazzo (5x05), Le Serpi delle Sabbie (5x06), Alleanze (6x06) e Nessuno (6x07). Di fatto Cogman è l’unico sceneggiatore, al di là di Benioff e Weis, che ha realizzato almeno un episodio in tutte le stagioni, e il suo impegno è aumentato con il trascorrere del tempo, segno che il suo lavoro è stato apprezzato.
Se bisogna cercare una persona capace di scrivere sceneggiature, che conosce e ama il mondo di Le cronache del ghiaccio e del fuoco, che è apprezzato sia da HBO che da Martin e che non sembra avere impegni troppo pressanti in un prossimo futuro, il nome che risponde meglio a queste caratteristiche sembra essere quello di Bryan Cogman.
Non c’è alcuna certezza riguardo al fatto che le quattro – ora cinque – serie successive attualmente in fase di sviluppo saranno effettivamente realizzate. Come Martin ben sa per esperienza personale nella televisione non c’è nulla di certo, ed è improbabile che in futuro ci saranno cinque nuove serie. Ciò che HBO ha commissionato sono cinque sceneggiature, ma quanti episodi pilota verranno filmati, e quanti di questi saranno poi sviluppati in una serie, è tutto da scoprire. L’obiettivo e realizzare qualcosa che sia allo stesso livello di Il trono di spade, cosa non facile, come dimostrato dal numero di Emmy vinti dalla serie realizzata da David Benioff e D.B. Weiss.
Dunk & Egg?
Al momento non ci sono in programma serie su Dunk ed Egg, e non perché lo scrittore non ami i personaggi. Il guaio è che lui ha scritto solo tre racconti su di loro, ma in mente ne ha almeno altri sette o otto, e sapendo quanto sia lento a scrivere, e quanto siano veloci i tempi della televisione, non vuole ripetere l’esperienza di Le cronache del ghiaccio e del fuoco. Quando George avrà finito i racconti si potrà pensare a una serie su Dunk ed Egg, ma certamente è qualcosa che non avverrà a breve.
La storia della ribellione
La seconda ipotesi smontata da Martin riguarda la ribellione che ha portato sul trono Robert Baratheon. Nel momento in cui lui avrà terminato la saga, ha scritto, i lettori conosceranno tutti gli eventi importanti della ribellione di Robert, al punto che una serie televisiva non avrebbe nulla di nuovo da rivelare. Tutto quello che bisognerebbe fare sarebbe aggiungere il vivo dell’azione a eventi già noti, ma per lui una cosa del genere avrebbe il sapore di una minestra riscaldata e non ne è minimamente attratto.
Al di là di quanto ha detto Martin non intende confermare o smentire nulla. Nota solo che, con The Winds of Winter ancora in corso di scrittura, cinque serie successive in fase di sviluppo, il tomo storico-enciclopedico Fire and Blood da completare, quattro libri della serie Wild Cards di cui lui è editor da rivedere e un progetto di cui ancora non può dire nulla, è felice di amare il suo lavoro.
6 commenti
Aggiungi un commentoLeggendo con attenzione l'articolo si evince abbastanza chiaramente che Martin c'entra con gli spinoff di HBO in maniera marginale.
Si parla di altro nell'articolo e meriterebbe un po' di considerazione.
Dubito fortemente che Martin legga FantasyMagazine - fra l'altro non conosce l'italiano - quindi è inutile rivolgersi direttamente a lui in prima persona su questo forum.
Le energie dedicate alla serie tv, e a eventuali altre serie, sono poche. È dalla quarta stagione che ha smesso di scrivere sceneggiature, credo che ormai Benioff e Weiss procedano in totale autonomia. Quanto agli altri progetti televisivi si è trattato di una manciata di giornate di chiacchiere, il lavoro vero lo stanno facendo altri.
Francamente tutti abbiamo bisogno di staccare un po', io scrivo cose molto più brevi e semplici ma se a volte non mi allontano per fare altro sclero e non scrivo comunque nulla di buono.
Ho citato Wild Cards perché lo stesso Martin ha citato la serie sul blog, è una sua creazione e non può fare a meno di essere eccitato quando si allunga con opere che reputa buone, ma in quel caso ha smesso di scrivere da anni e la gran parte del lavoro di editing lo fa la Snodgrass.
Martin sta scrivendo The Winds of Winter, è la sua occupazione quasi esclusiva da sei anni a questa parte. Non ha ancora finito? Va bene, non ha ancora finito. Voglio leggere la fine delle Cronache del ghiaccio e del fuoco? Certo, è da quanto ho iniziato a leggere il primo romanzo, nel 1999, che voglio sapere come finisce questa storia, ma i semplici desideri non aiutano Martin a scrivere più in fretta.
La mia stima di lui, come scrittore e come persona, rimane alta, e intanto che non posso leggere The Winds of Winter leggo altro. Martin non è l'unico scrittore esistente al mondo. È uno dei miei preferiti, ma esistono così tanti libri da leggere che la scelta non mi manca. Quando arriverà The Winds of Winter lo leggerò e lo commenterò, fino a quel momento non intendo rodermi l'animo aspettandolo come se non potessi vivere senza.
x martina : sono d accordo con te che ci siano dei momenti anche lunghi in cui uno scrittore deve prendersi dei momenti di pausa ,ma il ritmo di martin nello scrivere gli ultimi libri della saga con la media di oltre 6 anni a libro circa sono secondo il mio parere esagerati .Ti rendo noto che anche io in questi anni "qualcosa " ho letto non sono certo stato ad aspettare martin , io credo che uno scrittore della sua levatura abbia anche qualche dovere nei confronti dei fan e dei lettori , è l unico degli scrittori di fantasy di mia conoscenza che fa cosi, e quindi la mia stima non è più quella iniziale ,ripeto è solo il mio modesto parere
invece la mia dopo gli ultimi due libri è scesa dato che sono dei filler fatti per vendere
ormai non penso che martin finirà mai di scrivere molto più probabile dato il fisico e lo stile di vita che abbia un infarto e i detentori dei diritti facciano scrivere ad altri i libri che mancano
ormai ho capito per sapere come va a finire mi basterà guardare la serie tv dato che i produttori hanno già le idee chiare su come concludere la saga
PS : sarebbe interessante approfondire il discorso sulla divergenza tra serie tv e libri e chi copierà da chi
sono d accordo con te stefan gli ultimi 2 libri sono esattamente come dici tu ,e questa non sarebbe un altra prova del poco rispetto che ha martin dei suoi milioni di fans ? Aggiungo (parere del tutto personale )che ho la netta impressione che martin non abbia un progetto su come far procedere o concludere la saga , sembra quasi che la voglia tirare alla lunga per paura di uccidere la sua gallina dalle uova d oro , ci rendiamo conto che in 21 anni ha scritto 5 libri di questa saga ? Allungando sempre di più i tempi , e poi non c è da dimenticare che i lettori con intervalli cosi ampi faticano non poco a ricordare bene fatti e personaggi fondamentali per la storia quando riprendono la lettura dela saga
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