Le cose non vanno molto bene a Marco Di Giacomo, antropologo le cui ricerche non sono molto apprezzate nell'ambiente universitario.
Quando insieme al suo assistente Brazo Moscati viene convocato da Gianluigi Fusco, direttore del dipartimento di Scienze antropologiche ed etnologiche dell’università, accademico e saggista rinomato, consulente di ministeri e tribunali, abile politico e attento stratega
, e uomo da poco
, non crede che sia per motivi piacevoli.
In effetti il direttore li ha convocati per un compito ingrato: fare da guida a una giornalista tedesca, Ingrid Schultz della rivista di divulgazione scientifica Kultur Zeitung, interessata a visitare siti che hanno in qualche modo a che fare con il tanto deprecato campo di interesse di Marco: culti antichi, luoghi sacri, sciamani e fesserie del genere
.
Poiché il primo impatto caratteriale con la giornalista non sarà dei più felici, Marco, che non vuole farsi distrarre nelle sue ricerche da questa incombenze, chiede alla nipote Lisi di accompagnare la giornalista. La giovane non solo sembra avere un ancora maggiore interesse per campi di ricerca non convenzionali, ma convinzioni ancora più radicate di quelle dello zio sulla connessione di alcuni luoghi misteriosi a culti ancora persistenti, sia pure in un sottobosco non bene identificato.
La vicenda che parte da questi presupposti vedrà i quattro venire a conoscenza di una Napoli fuori dai riflettori, vissuta da personaggi che sembrano continuare tradizioni che risalgono a tempi remotissimi. Una stirpe dotata di poteri misteriosi, il cui destino è legato a quello dell'estemporaneo quartetto da una profezia.
Maurizio De Giovanni è noto per romanzi di successo di genere poliziesco, come la serie dell'Ispettore Lojacono (adattata in TV come I bastardi di Pizzofalcone), e in alcuni casi persino ammantati di un pizzico paranormale come la serie del Commissario Ricciardi.
Qui si cimenta in un romanzo che supererà presto le ambiguità su quale sia il genere, narrandoci una città parallela, esplorando a suo modo il tema di come le antiche leggende non solo potrebbero avere un fondo di verità, ma essere ancora persistenti al giorno d'oggi.
Non un mondo secondario, ma un mondo percepibile o rintracciabile tra le pieghe del nostro. Cercarlo a bella posta o trovarlo per caso potrebbe non essere una buona idea.
La narrazione non è densa di azione, e va spesso avanti per dialoghi, ma scorre grazie anche a capitoli brevi, chiusi in molti casi da colpi di scena che cercano di trascinare il lettore verso il successivo.
Il romanzo ha diversi punti di vista ma, come in un film, presenta anche una visione esterna a loro, propria del narratore, che mette i lettori un passo avanti rispetto a i personaggi.
Come la corda di un arco, il romanzo si tende all'indietro, per poi scagliare la sua freccia. Se arriviamo alla fine comunque a punto di svolta e alla risoluzione di alcune situazioni, siamo dichiaratamente davanti al primo volume di una serie, pertanto l'esplorazione del mondo de I Guardiani non è ancora finita.
L'operazione di Maurizio De Giovanni convince per la sua massima sincerità. Perché a tutti gli effetti non appare come una operazione a tavolino. Non si propone di scrivere un romanzo di genere ammantandolo di scopi letterari, quasi a volerlo "nobilitare". Siamo invece davanti a un prodotto d'intrattenimento avventuroso, con una prosa semplice e scorrevole, ben documentato ma non pedante nel presentare le fonti che l'hanno ispirato.
Niente da invidiare a prodotti del genere di matrice anglosassone che riempiono da anni le nostre librerie. De Giovanni rispetto a quei prodotti ha una evidente marcia in più: parla di miti e leggende del nostro paese dal punto di vista di chi parte almeno da una conoscenza dei luoghi e della mentalità dei suoi abitanti. Una conoscenza alla quale, grazie al professionale lavoro di uno scrittore senza pretesa altra che divertire, viene aggiunto lo strato documentale adatto a costruire una storia in grado di divertire il pubblico.
In Italia il migliore precedente in tal senso che mi viene in mente è il fumetto Martin Mystére di Alfredo Castelli.
Siamo quindi davanti al caso in cui da modeste e sincere intenzioni nascono prodotti più centrati e interessanti di altri più pretenziosi.
Il primo episodio stimola a proseguire nella conoscenza di un mondo che mostra interessanti potenzialità.
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