Dopo l'introduzione di Wonder Woman in Batman v Superman: Dawn of Justice, arriva il film che racconta le origini della semidea ideata da William Moulton Marston nel 1941, ossia nel pieno della Golden Age dei comics statunitensi.
L'introduzione ci chiarisce subito che il presente narrativo è contemporaneo e che quello che vedremo da un certo punto in poi è un lungo flashback.
Conosciamo Diana da piccola, sull'isola di Temiscira, un luogo isolato da una sorta di barriera dal resto del mondo. La vediamo, unica bambina tra le Amazzoni, mordere il freno per essere addestrata al combattimento. Le due figure di riferimento, la madre, la regina delle Amazoni Hippolita e la mentore Generale Antiope (Robin Wright) sono divise: la prima vorrebbe che Diana si godesse il più possibile la sua infanzia, la seconda pensa che sia sempre troppo tardi per cominciare il suo addestramento, per essere pronta a un destino che potrebbe arrivare prima di quanto non si pensi. Alla fine la madre accoglie la tesi di Antiope.
Le amazzoni, la cui origine risale nientemeno che all'operato di Zeus, sono longeve rispetto agli standard umani. Pertanto molto tempo passa dall'infanzia all'età adulta di Diana (intepretata da Gal Gadot). Durante questi secoli, mentre la storia umana scorre parallela, la ragazza viene duramente addestrata, più di tutte le amazzoni messe insieme. Questo perché deve prendere piena consapevolezza dei suoi grandi poteri, la cui origine però le viene taciuta.
Diana sa solo che, in età remotissima, il dio Ares si ribellò al padre Zeus, uccidendolo insieme a tutti gli dei, seminando odio e discordia tra gli uomini. Di Ares si sa solo che non è morto, pertanto le amazzoni devono tenersi pronte al suo ritorno dopo che, in tempi certamente millenari, questi riprenderà le sue forze.
Questo tempo sembra giungere quando un uomo del mondo esterno infrange la barriera (molto labile a quanto pare) che circonda l'isola. Si tratta del capitano Steve Trevor dell'aviazione USA (Chris Pine), impegnato nella I Guerra Mondiale, inseguito dalla marina tedesca.
Questi racconta di come gran parte dei paesi del mondo siano impegnati in un grande conflitto, La Grande Guerra o, nella visione dell'epoca "la guerra che porrà fine a tutte le guerre".
Diana ritiene che dietro questo grande conflitto ci sia l'opera di discordia di Ares.
Si convince che andandolo a uccidere utilizzando la spada forgiata da Zeus Ammazzadei, riuscirebbe a fermare il conflitto. Decide pertanto di partire con Trevor verso il fronte, il quale però ha una missione di vitale importanza: impedire che il generale tedesco Erich Ludendorff (Danny Huston) scagli, ad armistizio quasi firmato, un gas letale messo a punto dalla chimica al suo servizio Maru, nota anche come Doctor Poison (Elena Anaya), riaprendo le ostilità e causando altre milioni di morti.
A Londra i due troveranno l'incredulità degli ufficiali superiori, ma anche l'appoggio del politico Sir Patrick Morgan (David Thewlis), e raduneranno una squadra di outsider sacrificabili per una missione dietro le linee nemiche per fermare Ludendorff.
Wonder Woman di Patty Jenkins mette molta carne al fuoco. Attinge al fantasy mitologico, al film di guerra, rendendo esplicita l'idea di come noi esseri umani siamo piccoli quando a scontrarsi sopra le nostre teste sono gli dei calati sulla Terra.
Ma anche questa volta le grandi intenzioni si scontrano con un realizzazione che cura l'aspetto visivo, schiera un grande cast soprattutto nei comprimari, ma presenta una sceneggiatura scritta con un'approssimazione imbarazzante.
Buchi logici, temporali, assurdità di azioni e di intenzione dei personaggi la fanno da padrone. Si aggiungono alla miscela dialoghi che vorrebbero essere spiritosi, allusivi e non riescono nell'intento. La totale mancanza di capacità di gestire il cambio di registri dal drammatico al comico, passando anche per un velato erotismo, spiazza e infastidisce.
Si tratta del migliore dei film su personaggi DC Comics usciti negli ultimi anni da Man of Steel in poi, ossia valutando solo l'universo cinematografico che dal film di Snyder ha preso le mosse, ma la media si alza di poco. Alcuni buoni momenti e intuizioni ci sono, così come tanto spettacolo, ma per goderseli è necessario sorvolare su tante debolezze.
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