- Un caso di possessione demoniaca?
- Spiegazioni (fanta)scientifiche alla possessione demoniaca (e qui, davvero, attenzione agli spoiler!)
- Se c’è una possessione demoniaca, c’è anche un demone?
- Bibliografia minima
In Jessica Jones, seconda serie Netflix dedicata all’universo Marvel, la protagonista affronta un nemico spietato, dall’evocativo nome di Kilgrave, dotato del potere di controllare le menti delle persone, al punto da indurle a uccidere se stessi e gli altri. La stessa Jessica, prima di riuscire a sfuggire al suo controllo, ha commesso azioni estremamente violente e nel corso dei tredici episodi della prima stagione la osserviamo mentre si confronta con il suo senso di colpa. Nessuno, apparentemente, è immune dal potere di Kilgrave e le persone sono obbligate a fare quanto da lui voluto, nonostante una parte della loro coscienza rimanga vigile, giudicando negativamente le azioni commesse ma senza essere in grado di reagire.
Il personaggio televisivo di Kilgrave riprende e modifica in parte l’originario Uomo Porpora del fumetto: la ripresa è evidente non solo nel nome (che nella serie è uno pseudonimo, mentre nel fumetto è il cognome del personaggio), ma anche nel caratteristico colore viola degli abiti del protagonista televisivo, in segno di omaggio alla colorazione della pelle del personaggio del fumetto (da cui lo pseudonimo originario). Kilgrave ha, nella serie TV, l’aspetto di una persona comune, e ha ottenuto i suoi poteri durante l’infanzia, attraverso una serie di esperimenti in campo medico, e non a causa dell’esposizione a sostanze chimiche durante l’età adulta, come avviene invece nel fumetto.
In entrambe le sue apparizioni, il personaggio di Kilgrave è profondamente angosciante: nonostante la serie tv non sia fisicamente violenta (come accade, per esempio, in Daredevil), la violenza psicologica del controllo mentale, della manipolazione, dell’abuso psicologico sono non solo sempre presenti, ma sentiti come inevitabili. Non importa quanto forte sia la volontà di qualcuno, non importa quanto sia ripugnante l’azione che Kilgrave porta a compiere: non esiste possibilità di salvezza, anche se la coscienza del posseduto si ribella a quello che sta facendo. Kilgrave rappresenta, in un certo senso, il cattivo definitivo, impunibile perché apparentemente non responsabile di quello che fa compiere alle persone: l’intero arco narrativo della prima stagione è imperniato sulla necessità di dimostrare la sua responsabilità per deresponsabilizzare chi, inevitabilmente, ha ubbidito ai suoi ordini. Quello che viene negato completamente in Jessica Jones è il libero arbitrio: gli esseri umani, non importa quanto straordinari, possono solo evitare di farsi trovare da Kilgrave, perché una volta che sono in suo potere non hanno modo di difendersi.
Un caso di possessione demoniaca?
In tutta la prima stagione (la seconda è in fase di produzione) vari personaggi, sottoposti al controllo di Kilgrave, si dibattono tra il dubbio da una parte di essere responsabili delle azioni negative che hanno commesso e dall’altra di soffrire di malattie mentali. La manipolazione che hanno subito induce loro e chi li circonda a considerarsi folli, anche per il fatto di non aver potuto combattere contro la volontà del sopraffattore: questo può portare a atteggiamenti di estrema chiusura verso gli altri (la protagonista), a sessioni di difesa personale al limite del masochismo (in un personaggio che non ha subito il controllo, ma che ne conosce gli effetti), fino alla dipendenza da droghe.
Jessica Jones non è la prima e non è certamente l’unica opera che si confronta con tematiche di questo tipo e il problema del controllo mentale, dell’azione sotto la volontà altrui e della malattia psichica sono ben noti alla letteratura da moltissimo tempo. Si potrebbe dire, anzi, che l’argomento è noto addirittura da millenni e le culture che hanno in qualche modo avuto un influsso sull’occidente (le società greco-romane e quelle medio-orientali) hanno cercato, forse addirittura come una necessità, dei responsabili per questa particolare paura connessa all’essere umano: la nozione di demone, nel mondo medio-orientale prima e in quello classico poi ha proprio lo scopo di assolvere questa funzione.
I demoni, intesi come esseri di capacità superiore all’essere umano ma diversi dagli dei, caotici, non legati a nessun tipo di ordine costituito, agiscono sugli uomini in molti modi, ma soprattutto possono manipolarli e farli agire in base alla loro volontà, senza che il libero arbitrio degli uomini sia generalmente chiamato in causa. La maggior parte delle malattie, e soprattutto delle malattie mentali, sono dovute a demoni. Per l’uomo che è entrato in contatto con un demone non è possibile liberarsi autonomamente della sua presenza; non è nemmeno possibile evitare di essere contaminati dalla presenza del demone se esso riesce ad accedere all’uomo. L’unica possibilità di salvezza è tenerli lontani, attraverso amuleti o formule di protezione. Una volta che il controllo è avvenuto, solo personaggi di eccezionale statura morale, che siano particolarmente vicini alla divinità, possono mettere fine alla possessione, attraverso l’intercessione della divinità stessa (e dunque tramite un esorcismo).
Una delle azioni tipiche del demone è proprio obbligare il posseduto a compiere un’azione drammatica sotto il suo controllo: in uno degli Atti degli Apostoli apocrifi, gli Atti di Giovanni, un ragazzo stupra la ragazza di cui è innamorato sotto l’influsso di un demone e tenta il suicidio ancora sotto sua indicazione. Il quadro non è poi così diverso da quello presentato in Jessica Jones: nella prima puntata, una ragazza innocente (e proprio la sua innocenza è sottolineata con grande forza nell’intera stagione) commette azioni totalmente contrarie alla sua volontà. Il ragazzo degli Atti apocrifi, come molti altri indemoniati, ammette che la sua coscienza si rendeva conto del male che stava facendo ma che non era in grado di resistere alla volontà negativa del demone.
In diverse circostanze Kilgrave induce al suicidio le sue vittime. Talvolta siamo indotti a pensare che alcune persone possano essere portate alla possessione da parte del cattivo, ma l’accento è posto volutamente sull’incapacità da parte di chiunque di evitare il controllo del cattivo. È solo il Cristianesimo, con la sua necessità di difendere il libero arbitrio della singola persona, che osserva come la possessione demoniaca non possa influenzare ogni essere umano, ma solo quelli naturalmente portati a esserlo. In Jessica Jones, invece, nessuno, nemmeno il più innocente, ha apparentemente la possibilità di salvarsi.
Spiegazioni (fanta)scientifiche alla possessione demoniaca (e qui, davvero, attenzione agli spoiler!)
Chi ha visto la serie fino alla fine lo sa: Kilgrave riesce a influenzare le persone perché diffonde un virus. Certo, la spiegazione su questa parte risulta forse un po’ poco credibile: le persone che subiscono gli effetti della possessione sono infettate da un virus il cui effetto dura 12 ore, ma non viene spiegato in che modo questo virus agisca sulle loro menti; nel fumetto, l’Uomo Porpora emana feromoni, che oltre ad annullare la volontà della persona sottoposta al loro effetto ne controllano anche le funzioni motorie. In entrambe le versioni, dunque, la volontà di dare una spiegazione più o meno scientifica ai poteri del cattivo è sicuramente presente. Questo dunque serve per dirci che siamo nel campo della fantascienza e che in realtà non si tratta di una possessione demoniaca?
Nell’antichità la riflessione sulle motivazioni che portano alla possessione e sui metodi attraverso cui i demoni possono accedere alla mente umana è senza dubbio presente. Già tra il IV e il I secolo a.C., il mondo ebraico aveva trovato una risposta a questa domanda: i demoni sono anime più o meno umane che hanno bisogno di un corpo, per la maggior parte; ma è la riflessione cristiana, fin dai primi secoli della sua diffusione, a fornire le risposte più articolate. In alcune tradizioni, quindi, i demoni sono, come Kilgrave, esseri che da lontano controllano la volontà e le azioni degli esseri umani; in altre tradizioni, l’azione dei demoni è dovuta alla loro presenza all’interno della mente e del corpo della persona posseduta, a volte escludendo l’anima cui il corpo appartiene (come ne L’Esorcista), a volte convivendo con essa (come accade per alcuni vampiri di Buffy l’Ammazzavampiri).
I demoni che agiscono dall’esterno possono essere in grado di inserire nella mente dell’uomo false percezioni, ingannando i sensi dell’uomo, in modo da far agire una persona nel modo desiderato: e per convincere della bontà della propria teoria, lo scrittore cristiano che propone questa teoria (il semi-sconosciuto apologista Atenagora) spiega la modalità con cui il demone agisce sulla percezione servendosi della fisica di Aristotele. Altri autori si concentrano sulle teorie psicologiche dell’epoca, mostrando come i demoni possano rafforzare la parte istintuale dell’uomo a danno della sua parte razionale (è questo il caso di un altro autore cristiano di II secolo, Taziano).
Il tentativo di una spiegazione scientifica resta (certo, attraverso l’uso delle scienze disponibili in un determinato periodo), ma è interessante osservare come anche altre caratteristiche del cattivo di turno si mantengono: per esempio, il demone deve rimanere con la vittima o in contatto con la vittima per mantenere il suo controllo su di essa, così come il controllo di Kilgrave deve essere reiterato o perde efficacia in 12 ore.
Nel finale di stagione, tuttavia, si scopre che è in effetti possibile, in un unico caso eccezionale, resistere al controllo del cattivo: la possibilità è offerta dall’immunizzazione al virus prodotto da Kilgrave nel sangue di un personaggio, che può diventare una sorta di vaccino per salvare le altre potenziali vittime. Esiste un’idea del genere nella demonologia antica? In effetti, anche questa possibilità è contemplata: nel più importante autore che ha trattato l’argomento nella storia del cristianesimo antico, Origene, si osserva che proprio la lunga frequentazione del male (e dunque dei demoni) permette di allontanarsi definitivamente del male, che diventa ributtante e intollerante per il soggetto. Nella serie tv, il personaggio immunizzato non si rende subito conto del suo stato e utilizza una sorta di mantra (l’indirizzo della sua vecchia casa) per assicurarsi di non essere controllabile: ancora una volta, un riferimento alla demonologia antica, in cui le formule magiche possono tenere lontani i demoni
Se c’è una possessione demoniaca, c’è anche un demone?
Rimane quindi da chiedersi se Kilgrave possa essere inteso come demone, termine con cui nell’antichità si designano concetti anche molto diversi tra loro. L’ambito della possessione, tuttavia, è connesso con un valore particolare del termine, quello medio-orientale, ebraico e poi cristiano. I demoni di questa categoria sono dotati di poteri superiori a quelli umani e sono, generalmente, negativi, perché portatori di caos, individualisti e, di solito, sfuggenti a ogni autorità (il mondo infernale, quando anche si crea, è rigidamente basato sulla legge del più forte). Un’altra caratteristica è il loro essere privi di sentimenti umani: il demone non conosce in alcun modo le emozioni se non quelle negative, che sente il bisogno di diffondere nel mondo.
Kilgrave non conosce amore e sentimenti umani: quello che ci viene mostrato della sua infanzia (filtrato attraverso i suoi ricordi) è una tortura inumana che dura fino all’adolescenza. Nelle parole dei suoi genitori, non ha mai mostrato attaccamento ed emozioni positive, arrivando a manipolare i propri genitori fino a sfigurare la madre per un capriccio. Anche il suo attaccamento per la protagonista, da lui definito amore, è in realtà un’altra forma di possesso, fisico e mentale. Kilgrave è, come i demoni, completamente privo di pietà anche nei confronti delle persone che si adoperano per lui e dei suoi stessi genitori: quando non riesce a ottenere ciò che desidera distrugge.
Forse non basta questo a definirlo come demone e, forse, è possibile intendere il personaggio di Kilgrave attraverso un’indagine psicologica su alcune tipologie caratteriali: tuttavia, la compresenza di elementi che legano il suo modo di agire alla possessione demoniaca è quanto meno interessante. Certamente questo non vuol dire che gli sceneggiatori (del fumetto prima, della serie tv dopo) abbiano coscientemente ripreso la demonologia antica: elementi che derivano dalla possessione demoniaca sono presenti in altri testi e nella letteratura occidentale e possono essere arrivati a Jessica Jones attraverso il filtro di diverse opere, letterarie o meno. Tuttavia, la riflessione sulla possessione, sul dramma morale della persona controllata e sulla possibilità di una reazione dell’individuo, presenti nella letteratura di duemila anni fa, continuano a restare attuali.
Bibliografia minima
- Demons and Illness from Antiquity to the Early-Modern Period, ed. Siam Bhayro and Catherine Rider, Brill, 2017
- Adele Monaci, Il diavolo e i suoi angeli, EDB, 1996
- Atti di Giovanni, 48-54
- Atenagora, Ambasciata per i cristiani, 27
- Taziano, Orazione, 15
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