Anche se aveva esordito nella narrativa nel 1971 con il racconto L’eroe, George R.R. Martin ha pubblicato il suo primo romanzo solo nel 1977. Da un certo punto di vista un intervallo di tempo così lungo per arrivare alla pubblicazione è stata una cosa positiva, visto che quando La luce morente è arrivato nelle librerie lo scrittore si era già costruito una discreta fama fra gli appassionati di fantascienza e ha avuto una visibilità maggiore rispetto a quella di un qualsiasi esordiente. Dall’altro vedere che, fin dagli inizi della sua carriera, Martin non era abituato a pubblicare romanzi con una certa frequenza, non può non provocare sospiri di esasperata rassegnazione in coloro che vorrebbero poter leggere opere nuove.
In questi 46 anni di attività Martin ha pubblicato numerosi racconti, curato un bel po’ di antologie, lavorato a lungo come sceneggiatore, ma i suoi romanzi sono relativamente pochi: La luce morente appunto, Il pianeta dei venti (in realtà una racconta di tre racconti legati dal fatto di avere la stessa protagonista scritti insieme a Lisa Tuttle, 1981), Il battello del delirio (1982), Armageddon Rag (1983), Il viaggio di Tuf (altra raccolta di sette racconti aventi il medesimo protagonista, 1986), A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno, 1996), A Clash of Kings (Il regno dei lupi e La regina dei draghi, 1999), A Storm of Swords (Tempesta di spade, I fiumi della guerra e Il portale delle tenebre, 2000), A Feast for Crows (Il dominio della regina e L’ombra della profezia, 2005), Fuga impossibile (iniziato da Gardner Dozois e ultimato da Daniel Abraham, 2007) e A Dance with Dragons (I guerrieri del ghiaccio, I fuochi di Valyria e La danza dei draghi, 2011). Del prossimo romanzo, The Winds of Winter, sono noti alcuni capitoli ma al momento non è possibile fare alcuna previsione riguardo a quando sarà pubblicato.
Quella di La luce morente è una storia di fantascienza ambientata in quello stesso universo immaginario in cui sono ambientate le storie di Canzone per Lya, I re di sabbia, I passeggeri della Nightflyer, La via della croce e del drago, Al mattino cala la nebbia e Il viaggio di Tuf. Ma, al di là delle premesse relative all’insolita natura del pianeta Worlon e dei pochi riferimenti al resto dell’universo, ciò che a Martin interessa davvero sono le motivazioni e i conflitti interiori dei personaggi, che si muovono in un pianeta freddo e destinato alla morte e che sono vincolati dalla loro cultura e dai loro pregiudizi. Gli intrighi, il rischio di prendere decisioni sbagliate, il pericolo anche mortale che incombe su tutti i personaggi e la consapevolezza che per ogni azione che si compie c’è sempre un prezzo da pagare, caratteristiche che hanno reso famose Le cronache del ghiaccio e del fuoco, sono presenti già in questa storia giovanile capace di giungere in finale al Premio Hugo del 1978.
Inizialmente intitolato After the Feast, il romanzo è diventato La luce morente (Dying of the Light) dalle parole che chiudono tre delle cinque terzine e la quartina che costituiscono la poesia di Dylan Thomas Non andartene docile in quella buona notte:
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.
La storia è arrivata in Italia nel 1977 con la traduzione di Franco Giambalvo grazie ad Armenia ed è stata ristampata nel 1994 da Fanucci. Una nuova edizione, intitolata In fondo il buio e tradotta da Maddalena Tarallo e Angelica Tintori, è stata pubblicata nel 2012 da Gargoyle, poco tempo dopo la straordinaria fama raggiunta dall’autore grazie alla serie televisiva Il trono di spade.
Con l’editore romano in crisi Mondadori ha deciso di acquisire i diritti delle opere di Martin già pubblicate da Gargoyle e così dopo Armageddon Rag, pubblicato lo scorso maggio, e probabilmente prima di Il battello del delirio, che potrebbe essere pubblicato in autunno, La luce morente è tornato nelle librerie. La traduzione di Tarallo e Tintori è stata mantenuta, anche se in una nota “Si ringrazia Sergio Altieri per il contributo dato alla presente edizione”. Parole che non possono non suscitare tristezza sapendo che Altieri è morto improvvisamente lo scorso 16 giugno a soli 65 anni d’età.
Il contributo di Sergio alla traduzione delle opere di Martin comunque non si esaurirà con questo romanzo visto che lo scrittore e traduttore aveva già realizzato per Mondadori la traduzione di Arianne, attualmente disponibile sugli store online come ebook gratuito ma che prossimamente diventerà uno dei capitoli di The Winds of Winter.
La nuova edizione del romanzo è completata da un glossario di una quindicina di pagine incentrato su quell’universo dei mille mondi che unisce – in modo piuttosto labile – gran parte della produzione fantascientifica di Martin.
La sinossi
Worlorn è un pianeta vagabondo tra le stelle sul quale ben quattordici popoli provenienti da diversi mondi si sono stabiliti riuscendo a renderlo abitabile. Non per molto, però: il destino erratico di Worlorn, infatti, lo sta inesorabilmente allontanando dalla luce e dal calore della Ruota di Fuoco e presto la sua sorte sarà quella, buia e fredda, dei mondi senza sole. Dal crepuscolo di Worlorn, ormai quasi totalmente abbandonato dai suoi abitanti, è partito un messaggio per Dirk t'Larien, un pacco contenente una strana pietra rossa. Era il simbolo che lo legava a Gwen Delvano, suo grande amore perduto da anni. Perché la donna si è rifatta viva? Per scoprirlo Dirk parte per Worlorn, dove deve misurarsi con un mondo in declino, retto da assurde usanze tribali, e con il proprio carico di insicurezze, ricordi e fantasmi.
George R.R. Martin, La luce morente (Dying of the Light, 1977)
Traduzione di Maddalena Tarallo e Angelica Tintori
Mondadori – Oscar Fantastica – pag. 396 – 14,00 € – Ebook 6,99 €
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