Qliquot Edizioni segnala l’uscita de I racconti della Biblioteca fantastica di Icilio Bianchi, un autore misconosciuto e del quale si hanno notizie biografiche incerte. All'inizio del Novecento la Società Editrice Milanese pubblicò una serie di fascicoletti, la Biblioteca fantastica dei giovani italiani, che conteneva alcuni suoi racconti gotici. L'editore li ha recuperati e li propone in ebook nella collana Generi, con una prefazione curata dallo studioso Enrico Rulli e le illustrazioni originali di Ottavio Rodella.
La sinossi
Una fanciulla indiana muore avvelenata da uno spasimante respinto. Un uomo è perseguitato dai nefasti poteri di uno sfavillante gioiello. La polizia indaga sull’oscuro omicidio del guardiano di un cimitero londinese. In un castello scozzese un vecchio professore vuole risolvere l’enigma della morte di una celebre attrice. In un angolo sperduto dell’India un crudele principe deve pagare le conseguenze delle sue scellerate azioni. A unire questo universo di gialli a tinte fantastiche c’è la penna tesa e sottile di Icilio Bianchi, autore della prima metà del Novecento di cui si sa pochissimo. Un mistero nel mistero, dunque, che Cliquot vuole svelare pubblicando questa raccolta di racconti apparsi per la prima volta nel 1907.
Dalla prefazione di Enrico Rulli
Icilio Bianchi: chi è costui?
Premessa
State per leggere un’antologia assai preziosa.
La ragione di ciò risiede nel fatto che l’autore dei racconti qui contenuti è Icilio Bianchi, nome sconosciuto sia al grande pubblico sia agli addetti ai lavori. Solo pochi rammentano quella che rimane probabilmente la su opera più famosa: il libretto Guido da Verona, dedicato nel 1919 a Guido Verona, uno scrittore che ebbe grande successo commerciale negli anni Venti con lo pseudonimo, appunto, Guido da Verona.
Icilio Bianchi è un autore talmente poco rammentato che di lui si hanno notizie biografiche incerte, essendo difficile da stabilire sia la data di nascita che quella di morte.
Allora, ci si chiederà, perché dedicare un’antologia a un tipo così e definirla preziosa? Lasciate che vi narri un fatterello del quale sono stato protagonista alcuni lustri or sono.
Ero stato invitato a una presentazione di un volume sul cinema popolar italiano degli anni Settanta. Durante la discussione, dal pubblico pervenne la domanda: perché dedicare un libro a film tutto sommato secondari, che sicuramente non hanno inciso sulla storia del cinema? L’autore rispose:
«Perché, quando tra cinquant’anni gli studiosi vorranno sapere come pensavano, come vivevano, quali erano i desideri degli italiani negli anni Settanta, non guarderanno i film d’autore, ma guarderanno questi film, che saranno specchio fedele di ciò che siamo stati».
Aveva ragione. È un po’ la sindrome che coglie tutti noi quando scorriamo le foto scattate dai nostri nonni o dai nostri genitori. Non c’interessano i volti sorridenti in primo piano, o i monumenti, sempre uguali a sé stessi. L’attenzione viene attratta dal particolare modello d’auto parcheggiato sullo sfondo, da un certo tipo di vestito, dalle vetrine dei negozi, dalle acconciature delle passanti.
Si tratta di un atteggiamento culturale che, per dirla con Proust, potremmo definire ricerca del tempo perduto.
Ecco, Icilio Bianchi può essere definito scrittore commerciale perfettamente integrato nel suo periodo storico, leggendo il quale si possono penetrare i gusti, le aspettative, i desideri dei lettori del suo tempo.
L'autore
Icilio Bianchi (1890-19??) è stato giornalista e scrittore. Le uniche informazioni che si hanno di lui sono quelle che si desumono dalle testimonianze scritte che ha lasciato. Direttore di varie riviste di inizio Novecento come “La settimana illustrata”, “L’Attualità” e molte altre, fu corrispondente da Bruxelles per il “Corriere della Sera”, “Il Piccolo” e “Il Messaggero”, e corrispondente da Milano per il francese “Le Matin”. Scrisse diverse opere di narrativa gialla e per ragazzi.
Icilio Bianchi, I racconti della Biblioteca Fantastica
Qluiqot Edizioni – Collana Generi 8 – 3,99€
ISBN 9788899729127
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