10 anni dopo aver sconfitto il Dr. Inferno, Koji Kabuto è un ricercatore nel campo dell'energia fotonica, Sayaka il nuovo direttore del centro che un tempo era diretto dal padre, adesso Primo Ministro del Giappone.
La pace nel mondo è assicurata da ampie disponibilità di energia. Ma se la pace perdurasse non ci sarebbero storie da raccontare.
Il Dr. Inferno, il Barone Ashura e il Conte Blocken e tutta la loro armata di mostri meccanici sferrano un nuovo attacco alla Terra. Questa volta Inferno ha un piano immensamente più ampio della conquista del mondo, che potrebbe riguardare addirittura i Multiversi.
Il mezzo per farlo è un potere antico che emerge dalla pendici del Monte Fuji, l'Infinity.
Riuscire Koji, nuovamente alla guida di Mazinga Z, al quale si affiancheranno Tetsuya e il suo Grande Mazinga, e persino Boss e il suo Boss Borot, a chiarire il mistero della riapparizione del suo nemico e a sconfiggerlo una volta e per tutte?
Mazinga Z – Infinity è una festa, la celebrazione dell'artefice di tutta la mitologia dei robot giganti: Gō Nagai. Giustamente l'adattamento italiano ci mostra l'omaggio, che altrimenti sarebbe stato incomprensibile per chi (come il sottoscritto tra l'altro), non sa leggere il giapponese, ai 50 anni di attività del mangaka.
Alla festa partecipano in blocco tutti gli stilemi di Nagai. Dall'enfasi eroica, all'umorismo fuori di testa, a piccoli sprazzi di erotismo (più misurati di quelli di Mazinkaiser, altra celebrazione di qualche anno fa), alle armi declamate a gran voce.
Più che osservare il rinnovato mecha design, più che pensare che in qualche modo la storia di Koji e Mazinga va avanti, dobbiamo prendere il film per un sentito ringraziamento a Nagai per quanto abbia dato al mondo dell'immaginazione.
A differenza di altri omaggi simili (es. Capitan Harlock), Junji Shimizu realizza un film in cui la computer grafica si integra con l'animazione tradizionale.
Il film inoltre non stravolge i presupposti della mitologia esistente, ma li innesta in un contesto più ampio, attualizzando il mondo narrativo.
Uno spettacolo piacevole, sia pure con qualche pausa di troppo e alcune lungaggini. I fan apprezzeranno, ma anche i neofiti possono godersi una storia che tutto sommato è godibile a se stante. Il fatto che ci sia un pregresso non pregiudica la comprensione. Le vicende passate ci sono, fanno parte di un immaginario disponibile e, possono essere recuperate, sia pur contestualizzandole.
Buon divertimento.
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