Con Arduin il Rinnegato Silvana De Mari è tornata alla saga che l'ha resa famosa. Iniziata con un romanzo autoconclusivo, L'ultimo elfo, nel 2004, la storia si è espansa con l'ingresso di nuovi personaggi e una storia che si è allungata nel tempo in avanti, con vicende successive, e al'indietro, con la nascita di due prequel.
I romanzi che compongono la saga sono L'ultimo elfo, L'ultimo orco (2005), Gli ultimi incantesimi (2008), L'ultima profezia del Mondo degli Uomini (2010), L'ultima profezia del Mondo degli Uomini. L'epilogo (2012), Io mi chiamo Yorsh (2010) e Arduin il Rinnegato.
Due prequel: perché?
Io mi chiamo Yorsh è un libro che pone l’attenzione su un frammento particolare della storia, immediatamente prima della nascita dell’ultimo elfo, così da descrivere il momento atroce del genocidio. È un libro, contemporaneamente, carico di disperazione e carico di speranza, che mi ha di nuovo permesso di parlare di un tema ricorrente nei miei libri, la lebbra.
La lebbra è stata una malattia terribile, che io ho visto di persona: non è un caso che i lebbrosari siano così ossessivamente presenti nei miei libri. In Io mi chiamo Yorsh volevo inoltre ricordare una misconosciuta tragedia dell’Europa. I cagot, i figli dei lebbrosi, nati sani perché la malattia non si trasmette da madre in figlio, sono stati atrocemente discriminati. Dovevano portare sempre cucito sull’abito un pezzo di stoffa giallo a forma di zampa d’anatra, potevano fare solo pochi infami lavori, toccare solo poche cose con la pena, in caso di trasgressione, dell’amputazione della mano.
Il vero prequel della saga è Arduin il Rinnegato, è in questo libro che si comprende come tutto è nato, è qui che si racconta della liberazione di Daligar dagli orchi. Un evento di tale importanza da segnare l'inizio del calendario daligariano. Di Arduin il Signore della Luce si parla in tutti i libri della saga. Innumerevoli pergamene ricordano la sua storia, raccontano infiniti particolari e le storie non combaciano le une con le altre.
Così succede nella storia vera: gli eventi sono spesso raccontati in maniera deformata, soprattutto quando i fatti da raccontare contengono qualcosa d’imbarazzante, qualcosa che si vorrebbe dimenticare. Arduin era un orco e questo non è raccontato, A un certo punto persino l’invasione degli orchi sarà negata: il Giudice Amministratore racconta di una liberazione dai troll negando la realtà storica. La storia di Arduin, sulla bocca di tutti e sempre negata, da un lato quindi è già stata raccontata, dall’altra è completamente nuova, giacché non tutte le cose di lui riportate sono vere, molte sono state taciute, a cominciare dal suo vero nome: Arduink con la K finale, un nome da orco. È una storia che molti lettori conoscono a grandi linee. E se qualcuno non ha letto i libri della saga è riassunta nella quarta di copertina: gli orchi invadono la terra degli uomini e il dolore e l’orrore non conoscono limite, ma un orco, Arduin appunto, anzi Arduink, si schiera dalla parte degli uomini e li guida verso la vittoria.
La necessità, quindi, era scrivere una storia che fosse appassionante a ogni pagina, che a ogni rigo contenesse qualcosa per cui era fondamentale andare avanti anche sapendo già, lo sanno tutti, che alla fine Arduin vince la sua guerra. Arduin il Rinnegato è una storia fatta di carne, sangue e ossa spezzate. È un libro estremamente violento, ma nulla della violenza contenuta nelle sue pagine è inventato, ogni atrocità descritta è stata veramente commessa nella lunga storia dell’umanità, fino ai giorni nostri, le terribili cronache dei bambini soldato.
Nel libro si racconta la violenza certo, ma anche il sacrificio, l’amore, la tenerezza, la speranza. È descritto come, attraverso la potenza di un orco che ha combattuto contro gli orchi perché non si uccidano i bambini, siano stati piantati i semi grazie ai quali, disastro dopo disastro, tragedia dopo tragedia, la vita e la felicità sono potuti rinascere sulla terra degli uomini, così che alla fine anche gli orchi saranno salvati.
Qual è il tema ricorrente del libro?
La frase ripetuta ossessivamente: “solo gli orchi possono fermare gli orchi”.
Arduin, anzi Arduink, si schiera contro la sua stessa gente, contro il suo stesso popolo, perché non si uccidono i bambini, mai. La definizione di orco è questa. Gli orchi sono coloro che uccidono intenzionalmente i bambini, e dopo averli uccisi festeggiano.
Non basta solo uccidere intenzionalmente. Occorre farlo con gioia, festeggiare.
Arduin è un orco: lui conosce gli orchi, ne comprende la mente, prevede la loro strategia. E, soprattutto, lui ha una capacità che solo alcuni orchi hanno: la preveggenza.
Solo un orco può avere la potenza per fermare gli orchi: in questa frase c’è anche un sottile disprezzo per gli uomini, o forse meglio un orgoglio per il proprio essere orco.
In un certo senso possiamo immaginare le quattro razze descritte nel libro come i quattro elementi: gli elfi sono la spiritualità, l’aria; gli uomini sono duttili come l’acqua, i nani sono solidi e pragmatici come la terra. Gli orchi sono il fuoco. In questa maniera la descrizione della saga è anche un racconto della vera storia d’Europa, nata dallo scontro, spesso atroce, fra quattro componenti, la spiritualità biblico evangelica, la duttilità della filosofia greca, il pragmatismo del diritto romano e, infine, il fuoco: la violenza dei barbari. La nostra è quindi una civiltà spirituale, duttile, pragmatica e violenta.
Qual è l’altro tema del libro?
Sono due le frasi ripetute ossessivamente, una ad alta voce, l’altra nascosta nella testa di Arduin. Solo gli orchi possono fermare gli orchi, è detto in continuazione, proclamato, urlato e scritto. La seconda frase invece risuona solo nella mente di Arduin: ''io brucerò all’inferno per l’eternità''. L’amore assoluto di Arduin, il suo sacrificio totale.
Per poter amare la sua sposa, per combattere per gli uomini, lui fa il sacrificio totale: la sua eternità. Lui è assolutamente convinto che le terrificanti divinità orche lo puniranno con un'eternità di fiamme, dolore piombo fuso. Perché la vita sulla terra degli uomini possa continuare, per Giada, lui fa il supremo sacrificio: la sua eternità. E come lui dice, quando hai pagato carissimo qualcosa che non ha prezzo, hai comunque fatto un affare. Di tutti gli amori possibili, quello di Arduin è il più grande, il più totale.
2 commenti
Aggiungi un commentoChe pesantezza inutile...
Come i tuoi commenti Thal, non solo dici sciocchezze ma critichi ogni cosa, basta vedere la timeline dei tuoi messaggi. Sei solo un troll.
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