Può un pensiero complesso e articolato essere riassunto in 350 pagine? Probabilmente no. Ma di certo George M. Young non si propone di contenere il movimento cosmista di Nikolaj Fëdorov nel solo spazio di I cosmisti russi, saggio edito in Italia da Tre Editori.
Piuttosto ha l'ambizione, riuscita in questo caso, di dare un compendio di un pensiero complesso e articolato, nato nella Russia a cavallo tra l'800 e il '900, che ha attecchito nella società russa fino a essere, mutatis mutandis, una fonte di ispirazione per la corsa allo spazio.
Come scoprirete nella lettura del saggio, l'anelito al cosmo, lo sguardo verso lo spazio, è forse l'aspetto più "spettacolare" di un pensiero che non mette in contrapposizione esoterismo e fiducia nel progresso tecnologico, religione e misticismo con pragmatismo e materialismo. Uno sguardo d'insieme affascinante, anche se non privo di lati oscuri, come il dubbio posto sull'idea di "totalitarismo buono", contrapposta a un "totalitarismo cattivo", che lascia perplessi.
Il saggio è sia biografia di Fëdorov, sia narrazione dei contesti sociali, culturali, filosifici e spirituali nei quali è nato il suo pensiero. Parallelamente all'aspetto biografico c'è la comparazione con l'evoluzione e la costruzione del pensiero, esposto in sintesi e con continui rimandi bibliografici. Non manca ovviamente uno sguardo oltre il suo fondatore, con distinzione tra cosmisti religiosi e scientifici, seguaci e travisatori, fino a vedere dove si sia ancora presente nella contemporaneità.
Difficile non assimilare i cosmisti ai costruttori di mondi immaginari, come quelli della fantascienza.
Sognare l'immortalità, il superamento dell'umano nei confronti del transumano, l'idea che la stessa Terra possa diventare una immensa astronave che porti l'Umanità in ogni angolo del Cosmo, sono temi che anche la fantascienza del '900 ha affrontato.
La scienza ha portato l'uomo nello spazio e, scoprendone l'inospitalità, ha rallentato la corsa. I cosmisti di contro, armati di un ottimismo non comune nella cultura occidentale degli inizi dello scorso secolo, non hanno mai smesso di sognare. Se adesso sembra che si guardi di nuovo allo spazio, è forse perché il filone carsico di questo pensiero sta riaffiorando?
I cosmisti non si limitano a sognare, a concepire costruzioni letterarie, ma propongono una via per la loro futura realizzazione. Utopia? Sogno? Distopia? A voi lettori la valutazione a freddo. Va tutto contestualizzato.
I cosmisti russi è un saggio che contiene tante informazioni, tra l'altro (specificato dall'editore nella sinossi) ampliate in questa edizione italiana rispetto all'originale inglese, che potrebbe essere fonte di ispirazione per scrivere di utopie, nonché fonte documentale, ma ha anche il pregio di illuminarci su un pensiero articolato e pieno di contraddizioni, riuscendo nell'intendo di suscitare domande più ampie.
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