Fuori dalla valle possono dire quello che vogliono, ma il nostro Drago non mangia le ragazze che prende. A volte ci capita di sentire le storie che raccontano i viaggiatori di passaggio: parlano come se praticassimo sacrifici umani, come se lui fosse un drago vero e proprio.

Con le prime parole di Cuore oscuro Naomi Novik si immerge con forza nell’atmosfera delle antiche fiabe dell’Europa orientale, e allo stesso tempo se ne allontana. Il Drago che ogni dieci anni reclama una fanciulla da uno dei villaggi che sorgono al limitare del Bosco, infatti, non è una creatura alata ricoperta di scaglie ma un mago, e Drago è semplicemente il suo soprannome.

Agnieszka è una contadina diciassettenne e, come tutte le ragazze nate nel suo stesso anno, sa che potrebbe essere scelta dal Drago ed essere condotta nella sua torre, dove dovrebbe trascorrere i successivi dieci anni. La sua storia però non rispecchia né quella delle fanciulle offerte in sacrificio a una fiera dall’enorme potenza distruttiva né quella delle spose di Barbablù, anche se è possibile coglierne diversi echi.

Contrariamente alle aspettative dell’intero paese il Drago sceglie non la bella e dolce Kasia ma la goffa Agnieszka, che improvvisamente si trova catapultata in un mondo che non conosce. Dopo un primo periodo in cui, attraverso incomprensioni e azioni maldestre, Agnieszka e il mago iniziano a conoscersi, lei scopre di essere dotata di una particolare forma di magia, meno razionale ma non meno efficace di quella del suo mentore. E se la scoperta di questa dote non è sufficiente a sciogliere la rigidità di lui, segna il primo vero punto di svolta di una storia che si focalizza su eventi e problematiche sempre diversi. L’elemento unificante è magico, ed è costituito dal Bosco. Un Bosco pericoloso, inquietante, che ha fame di crescere e che fa male a tutti coloro che riesce a toccare. Agnieszka si trova a dover combattere contro quest’entità magica spersonificata, terribilmente astuta, potente e implacabile, capace di colpire nei modi più insospettabili proprio quando sembra che sia stata sconfitta.

Se all’inizio quella di Cuore oscuro poteva sembrare solo una storia di crescita pian piano le vicende mutano e narrano di episodi di coraggio e ricatti, vita di corte, intrighi sottili e guerra aperta, in un crescendo che riporta i personaggi lì dove tutto era iniziato, al Bosco con la sua inquietante magia e i suoi oscuri segreti.

La storia, narrata in prima persona da Agnieszka, segue tutto il suo percorso dall’ignoranza iniziale alle varie scoperte e ai dubbi che caratterizzano il suo cammino. Man mano le si affiancano vari personaggi, dal drago alla stessa Kasia, dal figlio più giovane del re al suo mago, fino all’intera corte. La conoscenza del mondo di cui fanno parte queste figure e le loro interazioni si chiariscono di pari passo con la crescita della conoscenza e della forza della giovane, ma anche con gli attacchi sempre più insidiosi del Bosco. L’aspetto magico così particolare, legato a una forza difficile da comprendere, mantiene forte il legame con il mondo fiabesco, ricordandoci che il pericolo più insidioso è quello misterioso, che agisce in modo sotterraneo sfruttando le persone per i propri fini.

Una storia originale, dalle atmosfere molto particolari e che pone sempre nuove difficoltà pur senza mai smarrire la sua unità. Un’ottima prova per Naomi Novik, per la prima volta lontana dalle atmosfere storiche della sua saga di Temeraire.