Cat non avrebbe voluto trasferirsi con la sua famiglia dal sud della California a Bahía de la Luna, una località molto più ventosa e meno assolata, ma non ha avuto scelta. Sua sorella minore, Maya, soffre di fibrosi cistica e il trasferimento è stato deciso in seguito a un consiglio medico.
Ancora una volta Raina Telgemeier racconta la storia di un’adolescente che sta crescendo alle prese con difficoltà che non sa spiegare, problemi di comunicazione e una realtà che le sembra ostile.
Se in Smile e Sorelle, le due opere che hanno reso l’autrice famosa anche in Italia, la vicenda era in larga parte autobiografica, in Fantasmi gli spunti di partenza reali, una bambina malata e alcune tradizioni folkloristiche legate al giorno dei morti, si mescolano con il fantastico in una storia che fa sorridere, riflettere, suscita qualche brivido di paura e si chiude con una nota di speranza.
Ancora una volta la Tegelmeier si dimostra bravissima nel calarsi nella mente di una ragazzina e nel mostrarne i dubbi. La paura per la sorella, il sentirsi ignorata o poco capita, la timidezza, il senso di estraneità, la nostalgia per quel che si è lasciato, il sentirsi in colpa per cose che non dipendono da lei, la ricerca di qualcosa di diverso ma non ben definito, l’imbarazzo, la difficoltà di capire ed esprimere i propri sentimenti caratterizzano una protagonista in cui non è difficile immedesimarsi. Tutti questi sentimenti sono mostrati nel loro continuo evolversi e mescolarsi in una storia che si svolge nell’arco di tre mesi, dal momento del trasloco alla festa del Día de los Muertos, il Giorno dei Morti della tradizione messicana.
Iniziata in modo realistico, con un’ambientazione e dei problemi molto concreti, la vicenda sfuma nel fantastico nel momento in cui i personaggi si trovano a interagire con i fantasmi dei morti. Nonostante l’elemento al di fuori della nostra realtà la crescita di Cat è molto concreta. Il suo modo di reagire a quel che la circonda, dalle nuove amicizie alla voglia di vivere della sorella e all’accettazione di quel che il futuro porterà indipendentemente dalle difficoltà, è importante e credibile indipendentemente dai fantasmi, che sono un semplice strumento narrativo usato in funzione di un messaggio importante. Il tutto narrato con semplicità, chiarezza e senza un briciolo di retorica.
Il tratto è quello con cui l’autrice è ormai famosa, un contorno netto, un’ombreggiatura ridotta al minimo, una semplificazione degli elementi che porta a valorizzare solo i dettagli espressivi, con espressioni e posture dei personaggi che parlano anche al di là del testo scritto. Ancora una volta Raina Telgemeier ha fatto contro con una storia ben strutturata, capace di far sognare e di dar voce a sentimenti e sensazioni difficili da esprimere a parole.
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