Un buon esordio per Letizia Vitaloni con il suo Toby Flint, edito per EKT – Edikit. L'autrice ha affrontato il mondo dei ricordi in pieno stile fantasy, alternando ad ambientazioni reali di una normale cittadina, Desiderium, il posto dove i ricordi vengono conservati, a quelle di Delirium, una parte di questo immaginario fantastico dov'è rinchiuso Veer, l'antagonista del racconto.
Toby Flint, il protagonista della storia, si direbbe un normale ragazzino di quasi dodici anni. Vive con la madre, che dopo l'abbandono da parte del marito ha iniziato a trascurarlo, e aspetta con ansia il momento in cui la nonna viene a trovarli per preparargli un pranzo delizioso. Non ha molti amici, anzi, all'inizio non ne ha proprio nessuno, almeno non umani: il suo migliore amico è un gatto di nome Fuliggine. La sua vita scorre tranquilla, almeno fino al primo giorno del primo anno di scuola media. Durante questa elettrizzante giornata Toby incontrerà Robert, che diventerà il suo migliore amico nonché compagno di banco, e Fathi, un amico di Robert di un'altra sezione. I tre formeranno un trio inseparabile fin da subito.
Ma non è con loro che il nostro protagonista affronterà il malvagio Veer. Ebbene, i compagni di viaggio di Toby saranno Amy, la ragazzina che sorride sempre, come la chiama lui, e Matt Connor, lo strampalato scienziato per passione, ma insegnante di matematica per professione. Questo trio verrà coinvolto in un'avventura bizzarra, cominciata con la comparsa di uno strano Presidente nei ricordi di tutti gli abitanti del mondo (tranne loro) e del divieto assoluto di leggere, o anche solo possedere, un libro.
Letizia Vitaloni ha un ottimo stile di scrittura, semplice e lineare. Il narratore che buca la quarta parete e parla direttamente al lettore, poi, è un simpatico espediente per alleggerire la narrazione. Tuttavia, lo stacco stilistico con le scene d'azione cruciali è così netto da rovinare quasi l'atmosfera creatasi.
La scelta dei protagonisti, inoltre, è molto singolare: due ragazzini e un professore che, tuttavia, riescono tranquillamente a comprendersi e capirsi facilmente, anche se non si erano mai visti prima. Il trio ricorda molto quello potteriano: Amy è la saccente del gruppo, sveglia e intelligente, nota i particolari che gli altri ignorano; Matt è il leader che guida il gruppo, o almeno ci prova in questo caso, mentre Toby sembra sempre un passo indietro, quello che chiede sempre spiegazioni. Solo nel finale verrà rivelato il motivo per cui è davvero Toby il protagonista del racconto, ma possiamo intuirlo già dopo tre quarti di storia.
Niente da dire sull'antagonista: Veer dice e fa quello che un cattivo dovrebbe dire e fare in quelle determinate situazioni. Peccato la piattezza del personaggio, rilegato a fare da sfondo alla storia: senza non avremmo motivo di leggere il libro, ma la sua funzione termina lì.
Un buon risultato raggiunto da Letizia Vitaloni, da cui ci aspettiamo racconti sempre più accattivanti. Se siete in cerca di una lettura scolastica o siete stanchi dei soliti cavalieri senza macchia e senza paura, Toby Flint è il libro che state cercando.
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