Ecco, quando abbiamo scoperto che il 15 dicembre Netflix Italia avrebbe reso disponibile la seconda stagione di Trollhunters, serie animata creata da Guillermo del Toro e prodotta da DreamWorks Animation, eravamo contentissimi. Poi abbiamo scoperto che, a differenza della prima stagione, la seconda non sarebbe stata di 26 episodi ma di 13 e ci siamo un po' buttati giù. Poi abbiamo guardato i suddetti 13 episodi e ci siamo detti che, dopo tutto, aveva senso.
La seconda stagione di Trollhunters è molto più "di passaggio" rispetto alla prima: se negli episodi 1-26 l'esigenza era duplice – presentare i personaggi, farci comprendere perché avremmo dovuto parteggiare per il primo cacciatore di troll umano, Jim Lake, e per i suoi amici Toby Domzalski, Claire Nuñez, Blinky e AAARRRGGHH!!! (sì, si chiama proprio così) e introdurci al meraviglioso e sconosciuto mondo dei troll – la seconda parte della serie potrebbe a sua volta essere divisa in due tranche, una prima che conclude le vicende della prima stagione, di cui tutti devono affrontare le conseguenze, e una seconda che introduce personaggi e dinamiche nuove, che non possono che farci ben sperare per la terza stagione (quando arriverà). Tra le due tranche, abbiamo degli episodi che non esiterei a definire spassosi, in particolar modo il 9 e il 10, che riprendono alcuni topoi della narrativa seriale fantastica: quello dei personaggi "di contorno" che in realtà sanno tutto delle vicende apparentemente segrete dei protagonisti e cercano di aiutarli a modo loro, e quello della puntata citazione (e in questo caso l'oggetto della citazione è nientemeno che Breakfast Club, della cui celebre colonna sonora dei Simple Minds si avverte appena la melodia riarrangiata.
Trollhunters 2 ci ha tenuto compagnia per momenti brevi ma intensi. Noi che l'abbiamo già vista aspettiamo pazientemente la terza stagione. Voi che ancora dovete guardarla preparatevi al divertimento.
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