È finalmente arrivato il momento giusto per vedere in televisione l’adattamento di un’opera di Guy Gavriel Kay? Dopo diversi progetti, anche cinematografici, sfociati nel nulla (The Lions of Al-Rassan, The Last Light of the Sun e Ysabel) è arrivato l’annuncio dell’acquisto dei diritti televisivi di La trilogia di Fionavar da parte di Temple Street, una compagnia di Toronto che fa capo ai Boat Rocker Studios. Fra le sue recenti produzioni vi sono Orphan Black e Killjoys.
La trilogia di Fionavar, composta dai romanzi La strada dei re (The Summer Tree, 1984), La via del fuoco (The Wandering Fire, 1986) e Il sentiero della notte (1986) è l’opera d’esordio di Kay e il suo unico fantasy classico. Alla fine degli anni ’70 Kay aveva collaborato con Christopher Tolkien alla realizzazione di Il Silmarillion organizzando e sistemando l’enorme quantità di materiale rimasto incompiuto alla morte di J.R.R. Tolkien. Quell’esperienza aveva rafforzato nel giovane canadese il desiderio di diventare uno scrittore e gli aveva donato un punto d’osservazione privilegiato sull’opera di Tolkien, mostrandogli le false partenze in cui era incorso lo scrittore britannico e i problemi che man mano aveva dovuto affrontare.
La proliferazione di opere meramente derivative da Il signore degli anelli era qualcosa che non poteva lasciare Kay indifferente. La trilogia di Fionavar è stata quindi il suo modo per mostrare che era ancora possibile accostarsi all’opera dello scrittore più famoso senza limitarsi a copiarlo e riallacciarsi agli antichi miti reinterpretandoli con una sensibilità moderna.
In La strada dei re cinque studenti dell’università di Toronto partecipano a una conferenza di Studi Celtici, eco di una conferenza di Joseph Campbell a cui aveva assistito a suo tempo il giovane Kay. Quella narrata da un Kay più maturo però è una storia fantasy, e in breve i cinque vengono magicamente trasportati a Fionavar, il primo di tutti i mondi, di cui tutti gli altri mondi non sono che un eco sempre più distante. Proprio il fatto che gli altri mondi siano “un’immagine imperfetta” di Fionavar – per usare le parole di Loren Manto d’Argento, uno dei maghi del Regno di Brennin – fa sì che la lotta fra il Bene e il Male che verrà combattuta in Fionavar sia fondamentale per la sopravvivenza di tutti i mondi. Ufficialmente Kim, Kevin, Jennifer, Paul e Dave si recano a Paras Derval per partecipare ai festeggiamenti per i cinquant’anni di regno di Ailell dan Art, ma ben presto tutti loro si trovano immersi nelle vicende di quella terra molto più profondamente di quanto avrebbero potuto immaginare in un primo tempo. Gli archetipi che riaffiorano nella trama si intrecciano a elementi delle mitologie celtica e norrena e al ciclo arturiano, trovando con naturalezza il proprio posto in una trama articolata e animata da personaggi affascinanti.
Nel 1985 La strada dei re è stato incluso fra i finalisti del Mythopoeic Fantasy Award for Adult Literature, mentre nel 1987 La via del fuoco ha vinto i premi Aurora e Casper. La saga, tradotta in 25 lingue e capace di vendere oltre un milione di copie nel mondo, è stata definita da The Guardian “uno dei classici della fantasy moderna”. La consapevolezza del forte impatto che ha avuto sui suoi lettori, fra i quali vi sono anche numerosi scrittori, ha reso Kay molto cauto nel momento in cui ha valutato la cessione dei diritti. Lo scrittore si è dichiarato eccitato per un adattamento che mira a portare nuovi fan a Fionavar premiando contemporaneamente i fan di lunga data.
Dopo La trilogia di Fionavar Kay, indicato da Brandon Sanderson come “il più grande autore di fantasy vivente”, ha pubblicato Il paese delle due lune (Tigana, 1990), prima di orientarsi verso il fantasy storico. Ambientazioni, episodi e personaggi sono chiaramente ispirati al nostro mondo ma rivisitati un un contesto fantastico nel quale, malgrado la scarsa presenza di elementi magici, sono possibili cose impossibili nella nostra realtà e in cui lui può focalizzarsi sugli elementi che più gli interessano senza tradire la realtà storica. Sono nati così A Song for Arbonne (1992), The Lions of Al-Rassan (1995), Sailing to Sarantium (1998), Lord of Emperors (2000), The Last Light of the Sun (2004), La rinascita di Shen Tai (Under Heaven, 2010), River of Stars (2013) e Children of Earth and Sky (2016). Discorso lievemente diverso per Ysabel (2007), ambientato nel nostro mondo ma per alcuni elementi legato a Fionavar.
“L’opera di Guy è esaltante e catartica, e non vediamo l’ora di condividere questa storia con il pubblico di tutto il mondo” hanno affermato i presidenti esecutivi David Fortier e Ivan Schneeberg. “Visto l’attuale interesse per fantasy epici dall’alto budget, il momento per realizzare l’adattamento di Fionavar non potrebbe essere migliore. Siamo entusiasti di iniziare a riunire il team creativo che ci aiuterà a realizzare la nostra visione”. Fra le persone coinvolte nel progetto c’è anche l’attore Kris Holden-Ried (Vikings, Arrow, Lost Girl, I Tudors). A suo giudizio “la magia di Fionavar trascende la pagina. È una chiamata a ciò che di meglio c’è in noi, ed è un onore portare sullo schermo i libri poetici ed emozionanti di Guy”.
Il percorso per portare la trilogia di Kay sul piccolo schermo è iniziato, ora non resta che aspettare i nuovi sviluppi.
2 commenti
Aggiungi un commentoKay è una pietra miliare del Fantasy anche se forse non lo chiamerei moderno, nel senso che forse era possibile definirlo così una quindicina di anni fa. Al giorno d'oggi credo che il target (parlo di fantasy per adulti,niente roba teen o young-adult per carità) sia più vicino a storie a più ampio spettro o a universi ben più complicati, vedi Martin, Abercrombie, Erikson o altri, Kay e Fionavar scritti negli anni '90 risentono troppo l'influenza di un Fantasy aihmè oramai passato.
Io invece sono ottimista. La saga in questione ben si presta ad essere trasformata in serie tv o film. Ha un tono epico che aumenta mano a mano che si procede nella lettura che lo mette al riparo dall'essere datata
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