Esordisco con una premessa: sebbene Insidious: L'ultima chiave sia il quarto episodio di una saga horror, sceneggiata da Leigh Whannell – presente anche nel cast – sono andata a vederlo senza recuperare i film precedenti. Ciò mi ha consentito di giudicare il prodotto nella sua singolarità: in questa recensione non troverete paragoni con Insidious, Insidious 2: Oltre i confini del male e Insidious 3: L'inizio.
Non aver visto i film precedenti, oltre a non pregiudicare la comprensione del film, consente di guardarlo con occhi nuovi, ignari di quanto abbia già mostrato delle sue abilità sovrannaturali Elise Rainer (Lin Shaye), sensitiva nata con la capacità di entrare in contatto con il mondo degli spiriti. La donna sembra aver trovato una sua dimensione insieme agli aiutanti "acchiappafantasmi" Specs (Whannell) e Tucker (Angus Sampson), ma a turbare il suo presente sarà una richiesta di aiuto che arriva nientemeno che dalla città natale di Elise, dalla casa in cui è cresciuta fino ai 16 anni e dove sua madre è stata uccisa da un demone portato nel mondo dei vivi da Elise.
L'aspetto interessante – l'unico, forse – del film, è la riflessione sull'origine del male, che nasce e si consuma in una zona grigia in cui non sempre vittime e carnefici sono quelli che ci si aspetta. Per il resto rimane un film che ricorda un episodio di Supernatural – e nemmeno dei migliori – in cui non è neppure presente un cast che, mi si perdoni l'osservazione, si guarda volentieri e non solo per meriti artistici.
Se avete seguito la saga di Whannell e siete incuriositi dal già introdotto personaggio di Elise e, in generale, amate l'horror, vi consigliamo la visione di questo film, in sala dal 18 gennaio per Warner Bros.
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