Edhel, nome della tua giovane protagonista e titolo della tua opera, è una parola che nel linguaggio elfico di J.R.R. Tolkien significa “elfo”. Nel film vengono inoltre citate alcune dinamiche del gioco di ruolo. Ti consideri un appassionato di Fantasy? Quali sono le tue influenze?
Sì lo sono. Tolkien ovviamente è “il maestro”. Cinematograficamente parlando Guillermo del Toro, che ha riscritto le regole del fantasy.
Come è nata la storia di Edhel?
La storia nasce dal desiderio di usare le suggestioni del fantasy per raccontare in modo originale la vita reale, rendendo la narrazione più intima e riflessiva.
Edhel è un film indipendente, prodotto a basso budget girato in soli 18 giorni. Che consiglio daresti a un giovane sceneggiatore/regista che desideri produrre un film in condizioni che potremmo definire avverse?
Il mio consiglio è prepararsi molto ed essere molto determinati. Una buona idea è sempre l’incipit indispensabile.
Edhel è stato premiato per il Miglior Film, la Miglior Regia, il Miglior Cast e come Miglior Film Indipendente ai Los Angeles Film Awards e ha conquistato il secondo posto alla 47esima edizione di Giffoni Experience: ti aspettavi questo successo?
Non me lo aspettavo, ma ci speravo profondamente. Il film è frutto del lavoro di un ottimo team.
Di recente è uscito in sala Il ragazzo invisibile – Seconda generazione di Gabriele Salvatores. Pensi che sia un buon segno per il cinema fantastico italiano?
Un ottimo segno, qualcosa sta cambiando. Il genere fantasy non deve essere prerogativa del cinema americano, ma al contrario ogni diversa sensibilità può produrre un valore aggiunto.
Cinque film fantasy da vedere “per forza”.
Ecco la mia top list:
Il labirinto del fauno del citato Guillermo del Toro
Edward mani di forbice di Tim Burton
Il Signore degli Anelli di Peter Jackson
Star Wars di George Lucas
Lady in the Water di M. Night Shyamalan
Abbiamo parlato di fantasia, parliamo un po’ di realtà: hai raccontato la storia di una ragazzina molto giovane, che è vittima di bullismo. Come mai hai scelto di dare spazio proprio a questo tema e di parlare ai ragazzi?
Perché il bullismo è un tema molto attuale. E’ giusto parlarne condannando ogni atto di violenza sia essa fisica o psicologica. Le pagine dei nostri giornali sono piene di atti ignobili di sopraffazione. Il cinema ha il suo importantissimo ruolo educativo.
Edhel è un film abbastanza chiaro nelle sue intenzioni, tuttavia suggerisce più che mostrare: la sceneggiatura si chiude sottolineando l’importanza dello scegliere in cosa credere. Come mai hai optato per un finale aperto piuttosto che mostrare la magia come viene comunemente immaginata?
Adoro i finali aperti. Il fantasy, tra l’altro, potrebbe essere la via giusta per una serie in cui approfondire e svelare.
Nel film oltre a Edhel, orfana di padre, abbiamo un altro personaggio che rivela un rapporto complesso con la propria figura paterna: Silvano. Ci parli un po’ di lui? Come è nato questo personaggio?
Silvano, come Edhel, ha avuto difficoltà nel farsi accettare, ma ha trovato nella fantasia e nel sogno la sua chiave per il riscatto. Per i nostri due protagonisti l’immaginazione rappresenta un’arma prodigiosa per difendersi dalla bieca ignoranza.
Hai altri progetti in lavorazione?
Sto già lavorando alla serie tratta da Edhel che riserverà non poche sorprese.
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