New York. Jessica Jones (Krysten Ritter) continua la sua attività di investigatrice privata. La sua migliore amica Trish Walker, alias Patsy (Rachael Taylor), conduce la sua rubrica alla radio cercando una storia che possa lanciare la sua nuova carriera. Nel mentre l’avvocata Jeri Hogarth (Carrie-Ann Moss) cerca di mantenere il suo ruolo nel suo studio dalle mire dei soci che vorrebbero defenestrarla dopo aver saputo un suo recente segreto.
Su queste storie personali irrompe dal passato il mistero delle origini dei poteri di Jessica. Chi ha salvato la giovane morente e le ha conferito le sue facoltà? Chi è il misterioso killer che sta letteralmente massascrando chiunque sia collegato a questa vicenda?
Andando a fondo Jessica dovrà affrontare tutti i demoni del suo passato, per andare avanti verso il suo futuro.
Lasciati alle spalle gli eventi di The Defenders, la seconda stagione di Jessica Jones si assume il compito di proseguire la storie dei vari protagonisti della serie là dove li avevamo lasciati alla fine della prima.
Se il trio Jessica/Trish/Jeri è quello maggiormente coinvolto dal nuovo arco di 13 episodi, grandi spazi di crescita ci saranno anche per Malcom (Eka Darville), il giovane vicino di Jessica che cerca il riscatto dalla sua tossicodipendenza.
Tanti i nuovi personaggi, ciascuno con sue precise intenzioni, tra questi spiccano per caratterizzazione il Dr. Karl Malus (Callum Keith Rennie), il Detective Eddy Costa (John Ventimiglia) e, lascio a voi scoprire quanto, la sofferta Alisa Jones (Janet McTeer).
Per questi e tutti gli altri personaggi, siano essi protagonisti, comprimari, minori o praticamente di passaggio, la tessitura di Melissa Rosenberg è logica e precisa. Le intenzioni, esplicite e implicite di ciascuno di loro collidono con quelle degli altri personaggi nel punto e nel modo in cui è logico che accada, scatenando lo sviluppo di tanti significativi punti di crisi.
Sì, la seconda stagione di Jessica Jones in realtà non presenta particolari sorprese per lo spettatore attento ai personaggi e a ciò che le loro azioni rivelano di essi. Anzi tutta la vicenda non sembra voler sorprendere lo spettatore, bensì condurlo piano piano verso tragedie attese. Quello che quindi è coltivato è il senso dell’attesa, non della sorpresa per imprevedibili rovesciamenti narrativi.
Visivamente la serie non ha guizzi registici o visivi degni di nota, ma neanche sbavature o cadute di tono.
Pochi i collegamenti con le altre serie Netflix, ridotti qui alla sola breve apparizione di Foggy Nelson, e praticamente nulli quelli con l'universo dei film.
Questa stagione non dovrebbe deludere però chi cerca un buon intrattenimento, più incentrato sulle vicende umane, sui sentimenti e sul confronto/scontro che questi sentimenti, di amore e di amicizia, vengano messi a dura prova dalle conseguenze delle proprie azioni, che sulle azioni supereroistiche in sé, pur presenti ma alla fine quasi mai veramente risolutive.
Alcuni fili lasciati pendenti lasciano pensare che sia già nelle intenzioni dei produttori il varo di una nuova stagione.
1 commenti
Aggiungi un commentoPosso prendere a schiaffi Trish?
:ermm:
Ora che si sono chiarite le origini di Jessica sono curiosa di vedere la terza stagione e come intendono gestire il personaggio di Oscar.
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