- «Familiar, yet fresh». Basta con le origini
- Parker oltre che Ragno
- Il sistema di combattimento
- Collezionabili ovunque
Una manciata di mattine fa ero a sfidare il sole battente davanti a un capannone riattrezzato a studio fotografico, uno di quei classici posti un po’ hipster davanti ai quali sosta immancabilmente una Fiat 500 dal colore improbabile. In quella sede si è tenuta la prima tappa promozionale europea di Marvel’s Spider-Man, esclusiva videoludica Sony che presto giungerà sulle Playstation 4 di tutto il mondo; Bryan Intihar, Creative Director di Insomniac Games, ha aperto l’evento con una breve introduzione, ma il punto saliente dell’incontro è stato il poter testare con mano il titolo tanto atteso. A fine giornata ho scoperto più cose di quanto non mi sia contrattualmente concesso di rivelare, ma qualche dettaglio spoiler-free posso condividerlo.
«Familiar, yet fresh». Basta con le origini
Nel gestire la narrativa del proprio videogioco, Intihar ha dichiarato apertamente di essersi ispirato all’approccio caratteristico dell’universo Ultimate Marvel. Egli non ha infatti offerto né una storia originale né ha riconvertito direttamente una trama preesistente, ha piuttosto rivisitato personaggi e rapporti per creare un progetto indipendente che fosse tuttavia in grado di preservare le alchimie delle controparti originali.
Questo atteggiamento, rappresentato in maniera eclatante dalla scelta di proporre un costume completamente inedito per il protagonista, si dirama fino a toccare tutti i personaggi: Peter Parker è un assistente di laboratorio ventitreenne, la sua fidanzata Mary Jane è rappresentata nei panni di giornalista investigativa, Norman Osborn è in corsa per la rielezione a sindaco di Manhattan e così via. Variazioni minori e che spesso richiamano quanto già visto sulla carta stampata, ma gestite in modo da garantire una prospettiva contemporanea pur non sacrificando l’identità del marchio.
Parker oltre che Ragno
Molti dei titoli passati legati a Spider-Man hanno relegato Peter Parker a un ruolo di secondo piano, quasi sempre limitandone la presenza alle scene video o a camei nascosti tra gli extra. Marvel’s Spider-Man desidera rivoluzionare le carte sul tavolo riequilibrando la rilevanza del giovane portandolo allo stesso piano del suo alter-ego. Oltre ad avere un risvolto puramente meccanico – sia Parker che Mary Jane avranno piccole parentesi di gioco – questo si traduce in un maggiore interesse da parte degli sviluppatori verso tutte le problematiche umane e morali in cui potrebbe incappare un giovane supereroe odierno.
In primo piano saranno comunque le tematiche tipiche del personaggio, quindi molto spazio sarà riservato alla ricerca spasmodica del protagonista di un mentore, di una figura paterna sostitutiva che vada a colmare le lacune del suo cuore di orfano. Ci è stato espressamente chiesto di non rivelare ulteriori dettagli su chi possa essere il suo punto di riferimento, ma se considerate la sua professione è facile farsi venire in mente un paio di nomi storici.
Il sistema di combattimento
Uno dei primissimi dubbi che hanno afflitto i fan si è legato al come fosse strutturato il sistema di combattimento e a quanto esso fosse afflitto dai cosiddetti quick time event. Sono felice di affermare che molte delle fobie prevenute che avevo sono sbiadite in pochi minuti: il giocatore non ha mai la sensazione di dover rinunciare al controllo del proprio personaggio in favore di una scena cinematografica e la transizione tra situazione di lotta ed esplorazione urbana è gestita magistralmente.
L’elaborato sistema di combo – reso ancora più complesso dalla presenza di gadget, accessori, power-up e abilità da sbloccare con punti esperienza – è immediatamente accessibile, ma diviene veramente appagante non appena si prende dimestichezza con tutte le sue variabili. Detto questo non aspettatevi la perfezione a cui ci ha abituati la serie videoludica di Batman Arkham, qui gli scontri sono molto meno raffinati e spesso si notano prevedibili quanto evidenti carenze al limite del bug.
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LeggiCollezionabili ovunque
Croce e gioia di ogni giocatore sono i collezionabili. Marvel’s Spider-Man segue la strada dei sandbox di qualche anno fa, peccando nell’abusare di questo escamotage pur di estendere l’esperienza di gioco. La mappa degli otto distretti cittadini è costellata di punti di interesse che possono rappresentare crimini in corso, ma anche zainetti lasciati in giro dal tessiragnatele o, peggio ancora, punti ove poter scattarea foto-cartolina ai punti di interesse della metropoli. Prima di poter visionare i suddetti segnalini è inoltre necessario sbloccare le frequenze radio sistemando numerose antenne sparpagliate per tutta Manhattan, uno stereotipo videoludico che speravamo di esserci lasciati alle spalle.
Il lato positivo è che impiegare il proprio tempo in questi detournement porta a risultati effettivi e desiderabili. Ogni collezionabile concede infatti dei punti da impiegare nel potenziamento e nella creazione di nuovi accessori per la tuta, compresi i numerosissimi costumi alternativi. Dovrebbero essercene venticinque di questi – almeno a giudicare dalle sagome presenti nei menù – tra cui sicuramente l’uniforme classica, quella noire, la tuta con cui Peter ha iniziato la carriera di eroe e la spider-armor MKII.
Marvel’s Spiderman uscirà in esclusiva Playstation 4 il 7 settembre e promette di colmare un vuoto videoludico che gli ultimi tie-in cinematografici non sono stati in grado di appagare.
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