Robin Hobb (nome di penna di Margaret Astrid Lindholm Ogden) è una scrittrice fantasy statunitense conosciuta in particolare per la Trilogia dei Lungavista. Autrice best seller nel Regno Unito, Australia, Francia, Olanda e USA, per anni ha scritto fantasy e fantascienza anche con la firma di Megan Lindholm, il cui lavoro più conosciuto è The Wizard of the Pigeons.
I suoi racconti sono stati nominati per i premi Nebula e Hugo e nel 2017 il Comicon di San Diego le ha conferito un Inkpot Award. In Italia è stata pubblicata da Fanucci e Sperling & Kupfer.
Robin Hobb è ospite a Lucca Comics & Games 2018 e il 1° Novembre in Sala Ingellis, ore 11.45, ha tenuto un incontro con i suoi fan per rispondere alle loro domande e per parlare della creazione dei suoi mondi e dei suoi personaggi. Ha moderato l'incontro Marco Longobardo, del sito BloodMemories, sito italiano non ufficiale di Robin Hobb. Questa è la seconda visita dell'autrice in Italia: la prima volta venne a Lucca nel 2010 con Fanucci per presentare il suo romanzo Il Custode del Drago.
La Hobb ha raccontato la sua carriera di scrittrice. Non ricordo esattamente quando ho cominciato a scrivere, allora non sapevo ancora scrivere in corsivo e lo facevo in stampatello. Da teenager scrivevo diari e storie e a diciotto anni già avevo iniziato a sottoporre lavori agli editori e venduto il mio primo racconto. Dai 20 ai 30 anni ho provato a lavorare senza successo scrivendo racconti per bambini e per fanzine, riviste amatoriali a quel tempo a bassissima diffusione. È stata comunque l'occasione per lavorare con editor e ricevere feedback dai lettori.
La sua prima opera professionale, come la definisce lei, è stat Harpy's Flight, Il Volo dell'Arpia, nel 1983, primo di una serie quattro romanzi (si possono trovare in lingua originale in Inghilterra, ma non in USA). Ho cominciato a scrivere i miei romanzi firmandomi Megan Lindholm, come una midline writer, e ho fatto circa 10 anni di gavetta.
Il suo ultimo lavoro è infatti un racconto dirmato Megan Lindholm inserito nell'antologia The Book Of Magic.
A chi chiede da dove arriva l'ispirazione dei suoi romanzi, la Hobb risponde che l'ispirazione viene agli autori da varia fonti. Tutto può ispirare un'idea per scrivere.
Riguardo gli pseudonimi, afferma: mi è piaciuto usare diversi pseudonimi. Nel fantasy e nella fantascienza usare molti nomi era ed è una pratica comune, così da avere pubblicate più storie nella stessa rivista. È una tradizione che continua ai giorni nostri e ha un senso ben preciso: ci sono autori eclettici che magari scrivono più generi. Così si evita al lettore di comprare un romanzo di un autore di Western e scoprire che quello invece è un romance.
Parlando della serie ambientata nel Reame degli Antichi, Fitz e il Matto sono i due personaggi principali. Quando uno scrittore tratta un personaggio per lungo tempo, diventa reale nella sua testa. Quando scrivevo, di notte, in una piccola stanzetta, con il mio vecchio computer a schermo verde, mi sembrava che loro fossero davvero accanto a me. A volte non è facile far affrontare loro delle difficoltà nel romanzo, ma l'autore deve seguire il personaggio nella storia, permettendogli di vivere le sue avventure.
Fitz è il protagonista e la voce narrante di questi romanzi, ma non è un eroe perfetto. Spesso sbaglia e fa soffrire le persone che lo amano. A chi gli chiede perché ciò accada, la Hobb spiega che all'inizio della storia Fitz è giovane e impulsivo e compie decisioni di cui poi si pente. Alzi la mano chi seguiva sempre i consigli dei genitori e degli insegnanti. Scrivere di Fitz, dei suoi errori, è stato come essere un genitore e guardare il figlio che sbaglia, eppure essere impotente.
Guardandosi indietro, non c'è niente che cambierebbe nelle sue storie, perché quando ci sono il setting e i personaggi, l'autore non deve intervenire nella loro azione, forzandola, altrimenti il lettore se ne accorge.
I suoi romanzi sono scritti in prima persona e questo pone a volte il problema di spiegare come funziona la magia, rendendola comprensibile per il lettore, senza però spiegare troppo, è un sottile linea da rispettare per lo scrittore.
A chi le chiede come gestisce il tempo tra scrittura, social, incontri, etc, la Hobb ringrazia la figlia Kat, che lavora con lei e le sue opere, si occupa dei media e spesso di rispondere alle email (specificando sempre quando è lei a parlare e quando è la madre). Ursula Le Guin disse in un'intervista che una persona non può avere due carriere, ma due persone possono averne tre,
cita Robin, così come la Le Guin ringraziava il supporto del marito, io ringrazio mia figlia.
Riguardo ai progetti futuri, l'autrice ammette che la sua scrittura è diventata più lenta, causa una grave artrite alle mani. Sta lavorando a vari progetti, anche se più lentamente di quanto vorrebbe: un urban fantasy firmato come Megan Lindholm, e una storia che riguarda Pazienza e dama Trina da giovani.
Al termine dell'incontro i fan hanno ringraziato l'autrice con uno scrosciante applauso. Speriamo di incontrarla di nuovo in Italia con un suo nuovo romanzo.
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