Edoardo Rialti ha presentato a Lucca Comics & Games sabato 3 novembre 2018 un panel suggestivo quanto complesso, interrogandosi insieme a Lucia Troisi, Giuseppe Lippi, Maurizio Temporin e Fabio Guaglione, sui cambiamenti e le strade percorse dalla fantascienza in questi ultimi anni. L’idea è stata quella di una approccio al problema da autori che provengono da generi diversi (a parte Lippi, Licia Troisi si occupa di fantasy mentre il romanzo IF di Temporin e Guaglione sta a cavallo dei due generi) per capire quale è il presente e quale sarà il futuro della FS.
Edoardo Rialti. Dietro ad ogni autore c’è sempre anche un lettore appassionato. Qual è stato il primo autore che avete amato legato alla fantascienza?
Licia Troisi ha citato senza nessun dubbio Isaac Asimov, scrittore che appassionava moltissimo sua madre. Anche Lippi è stato iniziato alla fantascienza da questo grande autore, anche se per lui è stata una falsa partenza e, dopo poco, ha scoperto raccolte come L’Antologia dell’impossibile che ha definito il paradiso per i nerd. Per passare ai film Guaglione ha invece citato capisaldi come Il pianeta delle scimmie con quel mondo alla rovescia dove tutto può succedere e Matrix, l’apoteosi del nuovo cinema legato al digitale. Temporin rispolvera invece un grande autore classico come Ray Bradbury.
ER. Ci sono autori che avete omaggiato con delle citazioni all’interno dei vostri lavori?
Temporin cita Contact, celebre romanzo di Carl Sagan e poi film di Robert Zemeckis, come opera d’attrazione per il suo esplorare la possibilità di parlare con civiltà extraterrestri. Secondo l’autore di IF quest’opera è interessante soprattutto per la capacità di saper indagare tanto il macrocosmo dei viaggi spaziali, quanto il microcosmo interiore dei personaggi.
Giuseppe Lippi è stato invece colpito nella sua immaginazione da autori che provavano ad sognare un mondo bizzarro, come ad esempio Fredric Brown, dove la presa di coscienza sulla realtà è spesso amara, mentre Guaglione è stato influenzato da Blade Runner e Gattaca; esempi di fantascienza che s’interroga su che cose è l’essere umano e sulla coscienza di sé. Licia Troisa non ha dubbi: il suo ultimo romanzo è senz’altro debitore all’universo della serie classica di Star Trek.
ER. La fantascienza si è sempre divisa tra quella utopistica che immaginava un futuro migliore per l’umanità e quella distopica. Come si muovono i vostri romanzi tra questi due poli?
Classicamente il fantasy, riflette la Troisi, è più legato all’utopia, nel senso che si parte da una situazione stabile, succede qualcosa che sconvolge le cose e infine si ritorna da una nuova utopia. Se in passato aveva seguito questo schema canonico, oggi non è più così e la diverte mantenere una certa ambiguità di fondo. Quando succede qualcosa le persone cambiano e non si può più tornare indietro a come si era prima.
IF di Temporin e Guaglione racconta invece del potere del racconto in una società che si lascia fortemente influenzare dalle storie. Non si tratta quindi di un potere della tecnologia ma di quello della mente in grado di modificare la realtà. Senza dubbio l’approccio è più distopico che utopistico.
ER. Una domanda per Giuseppe Lippi: in che stato di salute è la fantascienza italiana?
Purtroppo, risponde l’autore non sta bene e non è mai stata bene nonostante la presenza di autori bravi che purtroppo non hanno mai avuto fortuna. Lui stesso era scettico da lettore, ma poi da curatore della collana Urania ha scoperto tante penne valide come Lino Aldani, Vittorio Curtoni e Dario Tonani. In Italia c’è un completo disinteresse per gli autori nostrani, ed è da anni che Lippi sta collaborando con una Università americana per cercare di pubblicare un’antologia di autori di FS italiani.
ER. Secondo voi oggi dove sta andando la FS? E voi come scrittori come sentite che si sta evolvendo la vostra narrativa?
Licia Troisi dice che per lei la FS è sempre più legata alla distopia perché è percezione della maggior parte delle persone che il mondo sta peggiorando e, dunque, gli autori di fantascienza non fanno altro che raccogliere questo stato di malessere. Per quanto riguarda il suo modo di scrivere, lei invece non sa di partenza perché sente l’esigenza di raccontare una certa storia, ma ne prende coscienza solo alla fine del processo creativo.
Sia Temporin che Guaglione trovano difficile dire dove stia andando la FS oggi, perché ci sono tantissime serie tv, oltre a film e libri, che esplorano in molteplici modi il genere. Quel che è certo, secondo Guaglione è che sarebbe bello riscoprire anche la parte un po’ utopistica della FS dopo tante profezie catastrofiche per il mondo e la società umana.
Secondo Lippi la FS di oggi è troppo legata alla legge del mercato e al marketing, e spesso si evolve solo in base a due principi. Sarebbe bello, a suo parere, che un autore stravolgesse completamente il genere, portandolo persino alle estreme conseguenze dell’assurdo.
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