Nel 1930 è piena Grande Depressione anche a Londra. Un ormai cresciuto Michael (Ben Whishaw) cerca di superare il lutto della moglie, insieme ai suoi tre figli ancora piccoli, figli Annabel, John e Georgie. La famiglia Banks vive al numero 17 di Viale dei Ciliegi, ma è la stessa casa che adesso è in pericolo. Michael non ha pagato le rate di un prestito per il quale aveva ipotecato la casa e la Banca di Credito, Risparmio e Sicurtà di Londra, la stessa per la quale lavorava suo padre ed egli stesso oggi, gli impone una scadenza ristretta che, se non onorata porterà al pignoramento della casa.
La sorella Jane (Emily Mortimer) ricorda che in realtà la famiglia Banks possiede dei certificati azionari della banca, ma nel marasma della casa i preziosi documenti non si trovano.
Il presidente della banca Wilkins (Colin Firth) è irremovibile, il prestito deve essere rimborsato entro l'ultimo rintocco della mezzanotte del Big Ben il venerdì successivo, altrimenti la casa diventerà di proprietà della banca e i Banks dovranno sloggiare.
Ed è in questa situazione di crisi che ritorna una figura che i due Banks pensavano quasi di essersi sognata, insieme alla mirabolanti avventure che hanno vissuto con lei: la tata Mary Poppins (Emily Blunt), la quale torna a offrire i suoi servigi alla famiglia Banks, sempre rimandando la discussione sull'eventuale onorario. Ad aiutare Mary nel suo compito sarà questa volta il lampionaio Jack (Lin-Manuel Miranda), che accompagnerà lei e i ragazzi Banks della nuova generazione in mondi fantastici visitando i quali impareranno un po' di se stessi e riusciranno a infondere nel padre Michael la fiducia necessaria per trovare una via per risolvere i problemi, ritrovando lo spirito perduto della sua infanzia.
Il ritorno di Mary Poppins di Rob Marshall è il sequel di Mary Poppins del 1964, film che portava in scena, interpretata da Julie Andrews, la tata ideata da Pamela Lyndon Travers.
Ora come allora Mary non risolve tutti i problemi della famiglia Banks, ma si limita a mostrare la via. Le sue magie non riparano le cose rotte, non ritrovano magicamente le cose perdute o pagano i debiti, ma conducono in mondi paralleli dove le avventure che vengono vissute servono a scrutare meglio tra le pieghe del nostro mondo al ritorno.
Mary aiuta a mettere ordine insomma, non mette ordine ella stessa.
Il risultato è quindi maggiormente efficace perché alla fine del tempo concessole per aiutare i Banks deve essere pronta ad andare via, sapendo che le persone che ha aiutato da lì in poi possono cavarsela da soli, perché magari ci sono altre persone da aiutare nel mondo.
Nel pieno rispetto di una stretta serialità, il film riprende il modulo dell'originale, con un inizio cupo, momenti avventurosi, numeri di ballo e canto e l'immersione dei personaggi reali in mondi cartooneschi. Le musiche e le coreografie hanno lo stesso stile dell'originale.
Il cast bene assortito regge la prova, le partiture musicali scorrono anche se non sembrano memorabili. Lo spettacolo quindi funziona.
Emily Blunt, brava e bella, regge con credibilità il ruolo.
Se l'impronta è classica, e in un certo senso il film potrebbe anche essere stato prodotto pochi anni dopo l'originale, diventa più attuale narrativamente nel presentare una Jane Banks single che accetta il suo status senza drammi, ma disposta ad aprirsi all'amore se questo arriva.
Il ritorno di Mary Poppins è un film che punta sia a rinverdire i fasti del personaggio senza stravolgerlo, presentandolo alle nuove generazioni, sia all'effetto nostalgia che colpirà duramente chi ha il primo film tra i più cari ricordi d'infanzia. L'effetto sarà quello di rivedere una vecchia amica per il quale il tempo non sembra essere passato, con un po' di invidia e tanta nostalgia per quei momenti perduti. Si esce dal film sorridenti ma anche forse un po' commossi.
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