Dana sta mettendo in ordine i libri dopo un trasloco quando improvvisamente si trova in un altro luogo, a pochi passi da un bambino che sta affogando. Non c’è tempo per farsi domande, solo per agire e salvarlo, in un susseguirsi di eventi che la lasciano confusa, terrorizzata e stordita. Ancora non lo sa, ma ha compiuto il suo primo viaggio nel tempo, il più breve.
Octavia E. Butler non spiega mai, a livello scientifico, come faccia Dana a viaggiare nel tempo. Il come non è importante, quel che conta è il perché, e quali sono le conseguenze dei diversi viaggi.
Dana è una donna di colore che vive nella California del 1976. È istruita, intelligente, e sposata con un bianco. A chiamarla nel passato, anche se non sa come fa a farlo, è Rufus, un ricco ragazzino bianco che vive nel Maryland nei primi decenni del XIX secolo. Ad avvicinare misteriosamente i due protagonisti di Legami di sangue è il sangue che gli scorre nelle vene, visto che Rufus è un antenato di Dana. Quando lei lo capisce sa anche di dover a ogni costo proteggere la vita del giovane, perché una morte precoce di lui implicherebbe l’impossibilità di nascere per lei.
Qualsiasi storia che ha a che fare con i viaggi nel tempo rischia di incappare in paradossi temporali e situazioni difficili da gestire. Butler non se ne preoccupa, come non si è preoccupata della precisa modalità del viaggio. Rufus è in pericolo e riesce a trasportare Dana nel suo tempo per farsi aiutare, lei teme di morire e torna nel proprio. Sono dati di fatto, inspiegabili ma non per questo meno vincolanti. Ciò su cui sceglie di concentrarsi Butler è il comportamento di Dana, la sua reazione all’ambiente in cui suo malgrado si trova catapultata. Basteranno le sue conoscenze a farla vivere in un mondo molto diverso da quello in cui è cresciuta? Come potrà rapportarsi con la schiavitù? Cosa sarà disposta ad accettare pur di vivere? Cosa ne sarà del suo matrimonio con un uomo che, per il semplice fatto di avere un colore della pelle diverso dal suo, si trova a vivere i problemi da una posizione completamente diversa?
L’elemento fantastico di Legami di sangue, pur essendo fondamentale per lo sviluppo della storia, è quasi solo un pretesto per parlare dell’accettazione di una realtà difficile, del senso di colpa delle vittime e della mancanza di comprensione da parte di chi detiene il potere. Vista da fuori la schiavitù di cui sono stati vittima uomini e donne di colore fa orrore, ma quanti sono capaci di riconoscere l’orrore della realtà quando si trovano calati al loro interno? A tanti anni di distanza dalla sua prima pubblicazione, il romanzo di Butler continua a essere un potente grido contro il razzismo, e una storia difficile da dimenticare.
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