Sono passati 5 anni dal risveglio di Godzilla, ed è ormai acclarato (anche dopo gli eventi di Kong: Skull Island, ambientato nello stesso Monsterverse), che si sono risvegliate delle creature antichissime, dette M.U.T.O. (Massive Unidentified Terrestrial Organism: "organismo terrestre gigantesco non identificato"). Titani che una volta dominavano il mondo.
Ma adesso ci sono gli umani, con le loro città, sulle quali uno scontro tra queste creature può avere conseguenze devastanti.
La M.O.N.A.R.C.H. (da qui in poi Monarch, per non farmi slogare le dita) è una organizzazione incaricata di scovare e mettere in sicurezza i MUTO. Come sempre lo scontro è tra gli scienziati, che le considerano creature da studiare con diritto alla vita, e i militari che vorrebbero semplicemente ucciderle. Nel mezzo un’organizzazione eco-terroristica con scopi ancora diversi, come trafugare e vendere al migliore offerente il DNA dei Titani. Un commando con alla testa il loro capo Alan Jonah (Charles Dance) rapisce la scienzata Emma Russell (Vera Farmiga) e la figlia Madison (Millie Bobby Brown), insieme a un congegno che la donna ha messo a punto capace di comunicare con le creature.
Il padre Mark Russell (Kyle Chandler), separato da tempo da moglie e figlia in seguito a tragici eventi dell’attacco di San Francisco del 2014, si mette sulle loro tracce insieme a un gruppo di scienziati e militari della Monarch. Agli scopi di salvare le donne e il congegno, si aggiunge arginare il risveglio in massa dei Kaiju. tra i quali il temibile Mostro Zero, alias Ghidorah, individuo Alfa al quale solo Godzilla può opporsi.
Come ogni seguito, è il momento dell’escalation. Ai due mostri del primo film, modulo ripresentato con il film su King Kong), è tempo di aumentare il numero di mostri in scena. La fantasia e il citazionismo del pantheon del cinema di mostri giapponese si scatenano, generando risse di scala sempre più grande.
In mezzo, tra la polvere e i fuochi atomici, i piccoli esseri umani, con le loro armi che in questa scala sembrano dei giocattoli. Eppure, un ruolo nella scontro riescono a ricavarlo, stabilendo una precaria alleanza con Godzilla. Non sarà ovviamente indolore, e saranno necessari anche dei sacrifici per riuscire nell’obiettivo della reciproca sopravvivenza.
Su questo fronte, Godzilla II - King of The Monsters, sembra ispirato alle origini tragiche della creatura che debuttò nel 1954 in Gojira di Ishirō Honda. Sono passati ben 55 anni, e molti remake si sono succeduti, tanti rimaneggiamenti del concetto, financo dei completi ribaltamenti a volte.
Che il regista Michael Dougherty abbia passione per la materia e abbia studiato è evidente. Godzilla nasce dalla radiazioni subite dal Giappone in seguito alle armi nucleari, quindi dal sacrificio e le morti dei giapponesi. Il titolo del film è quello che ebbe a suo tempo la versione occidentalizzata dell'originale Gojira.
E anche in questo caso, siamo davanti a una interpretazione tutta occidentale del mito, sia pure con sentita ammirazione verso l'originale. Infatti se qui la scala è globale, le devastazioni mostrate sono di città statunitensi, ma che il risveglio di Godzilla sia affidato allo scienziato giapponese Ishiro Serizawa (Ken Watanabe) non è casuale.
Ma se lo scopo è di realizzare, come accade con marchi dalla lunga storia, una vicenda che accontenti tutti, inserendo gli opportuni riferimenti che solo i fan possono cogliere, qui il film mostra la corda.
Ritorna per esempio lo stereotipo hollywoodiano della lotta per risolvere la crisi familiare, come se non bastasse solo sopravvivere alla catastrofe in corso come elemento di tensione. Ne vengono fuori figure banali, come la figlia più intelligente dei genitori in conflitto, divisi dalle conseguenze della perdita dell’altro figlio, resi ciechi dal rancore reciproco.
È un peccato vedere sprecata la recitazione di Charles Dance per le battute di un terrorista di mezza tacca, che rivela quasi subito la sua pochezza, dopo un’entrata in scena che prometteva più spessore.
Anche la messa in scena degli scontri, per quanto spettacolare, annoia per lunghezza e per confusione. Fumo, fuoco, acqua, tempeste antartiche di ghiaccio (affrontate a viso scoperto dagli umani. Sic), vorrebbero creare mistero e suspance sui mostri, ma generano solo disturbo e confusione.
Di intrattenimento si tratta, ma si è visto di meglio in tal senso.
In ogni caso, la marcia del Monsterverse non dovrebbe fermarsi qui. Sia perché è annunciato per l’anno prossimo Godzilla vs Kong, sia perché i titoli di coda e una scena proprio alla loro fine sembrano annunciare addirittura sviluppi ancora successivi.
1 commenti
Aggiungi un commentoPer me è il film dell'anno. Lo attendo con trepida attesa, sono innamorato di Godzilla sin dalla mia infanzia e i trailer visti fino ad oggi sono da pelle d'oca.
Spiace leggere (più di una recensione concorda su questo) che la produzione Hollywoodiana abbia infarcito anche questo film dei soliti chichè a loro tanto cari, davvero un peccato.
Il primo della serie (2014) mi era piaciuto parecchio anche nei toni.
On line leggendo ho notato che il pubblico e la critica sono abbastanza spaccati, tanti l'hanno osannato quanto altrettanti l'hanno aspramente criticato.
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