Oscar è un gattino che vive con la sua padrona in una grande città della Cina. Un giorno nella sua vita entra un misterioso gatto randagio che, prima di andarsene per sempre gli regala una bellissima sfera di vetro da appendere al collo. Da grande Oscar è diventato un grosso e pigro gatto domestico, deciso a non mettere mai la zampa fuori di casa dopo la brutta esperienza avuta da giovane, quand’era scappato alla ricerca del gatto amico. Diventato papà, fa di tutto per tenere al sicuro il suo piccolo Birba, anche se questi freme per vedere il mondo. Inoltre Oscar ha raccontato al piccolo dell’esistenza di un mondo magico chiamato Miciolandia, dove i gatti vivono felici e che può essere raggiunto grazie alla sfera. Il cucciolo convinto che proprio in quel luogo magico potrà riabbracciare la sua mamma, scappa dall’appartamento, ignaro di quanti pericoli si celino fuori dalla porta di una casa sicura.
I Light Chaser Animation Studios hanno avuto l’ambizione in questi anni di diventare la risposta cinese alla Pixar, da poco è apparso su Netflix il loro The Guardian Brothers, e un’altra loro pellicola Tea Pets si ispira chiaramente a Toy Story. Tutto grazie all’intraprendenza di Gary Wang, regista e sceneggiatore anche di Birba – Micio combinaguai, la cui volontà è di mettere un piede con questo titolo nel mercato internazionale in un periodo come quello estivo, con scarsità di uscite per bambini, per lo meno in Italia. Il risultato del lavoro di animazione dello studio cinese, naturalmente non è ancora ai livelli di quello americano, ma è senz’altro di buona qualità, per questo è ancor di più un peccato il terribile doppiaggio italiano.
Ciò che invece lascia perplessi in Birba – Micio combinaguai è la sceneggiatura, difficile da raccontare senza cadere in pericolose anticipazioni sulla trama. Basti dire che la pellicola è senz’altro rivolta ai bambini delle elementari, con il tono dei personaggi adeguato ad un pubblico così piccolo. Come in tutte le storie anche qui c’è una morale condivisibile, come il non maltrattare gli animali, l’importanza di seguire i propri sogni, di ascoltare gli altri ecc. Ma se com’è ovvio in sala ci saranno anche i genitori, a loro qualche brivido lungo la schiena scorrerà perché l’effetto del film di Wang ricorda in alcuni momenti le fiabe pre-Disney, come in Cenerentola quando le sorellastre si mozzano i piedi pur di indossare la scarpina.
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