Dopo aver salvato l’isola degli uccellini dai maiali, Red è diventato una star. La sua più grande paura è che le cose tornino come in passato, con lui da solo e ignorato da tutti, e questi suoi timori paiono prendere forma quando Leonard, il capo dei maiali, chiede una tregua. In realtà entrambe le isole sono minacciate dalla perfida Zeta, un’aquila che spara palle di ghiaccio per potersi impadronire delle isole tropicali e stare finalmente al caldo. L’occasione è ghiotta per Red che sogna di tornare ad essere l’eroe di un tempo, e decide per questo di mettere su una squadra per andare a combattere il nemico comune: insieme ai fidati Chuck, Bomb e Grande Aquila questa volta ci saranno anche i maiali, e soprattutto Silver, la sorella cervellona di Chuck, capace di minare con le sue abilità la leadership di Red.

Dopo l’ottimo successo del primo Angry Birds che ha incassato 352 milioni di dollari, il team della Sony Pictures Animation ha deciso di mettere in cantiere un sequel con un team d’autori completamente rinnovato. Alla regia è stato chiamato Thurop Van Orman conosciuto per serie come Adventure Time e Le meravigliose avventure di Flapjack, e John Rice mentre soggetto e sceneggiatura sono stati affidati a Peter Ackerman (L'Era Glaciale), a Eyal Podell e Jonathon E. Stewart (Cars 3). La storia elaborata evidentemente non poteva avere nulla a che fare con il videogioco Angry Birds nato nel 2009 per iPhone (che ha generato ben 8 sequel con lo stesso schema di gioco, 8 di genere differente e persino delle serie TV), perché evidentemente non c’era nulla a cui potersi ispirare.

Resta in questo Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre il character design dei personaggi e un progetto, come accade sempre nei film per l’infanzia americani, rivolto sì ai bambini ma con molte strizzate d’occhio ai grandi per non farli annoiare.

La canzone I don’t want to wait non dice molto ai piccoli, ma a tutti gli adulti presenti in sala tornerà in mente la mitica sigla di Dawson’s Creek che, associata a una scena romantica, strappa più di un sorriso. Inoltre i personaggi, come accade sempre nelle serie TV, sono tratteggiati con estrema leggerezza, e il “dramma” che muove la storia è mescolato alla commedia surreale. C’è poi la morale diretta ai più piccoli, il cui compimento non è mai in nessun momento né epico né minimamente disturbante per nessuna fascia d’età.

Tutto perfettamente bilanciato ma senza l’intento di andare più in là dell’essere un buon prodotto commerciale. Unico elemento un po’ sopra la media è la storia secondaria dei tre pulcini alla ricerca delle uova perdute, dove davvero si ride di gusto.