L’adolescente Yi vive in una grande metropoli cinese. Invece di godersi le vacanze estive, a differenza dei compagni di scuola, fa mille lavoretti con l’obiettivo di guadagnare abbastanza per fare un lungo viaggio attraverso la Cina. Un viaggio promessole dal padre defunto prematuramente.

L’altro retaggio lasciatole dal padre è un violino, e proprio mentre lo suona sul tetto del suo palazzo, nel suo piccolo rifugio, che Yi s’imbatte in una creatura braccata, una creatura antromorfa che scopriremo essere un cucciolo di yeti, il cosiddetto abonimevole uomo delle nevi.

Il piccolo Yeti
Il piccolo Yeti

La creatura si emoziona al vedere un manifesto che raffigura il monte Everest, pertanto con Yi lo “battezza” proprio con questo nome. Il “piccolo” (è più alto e grosso di qualsiasi umano) è inseguito dagli sgherri di Burnish, un miliardario collezionista di animali esotici che vuole catturare uno Yeti simile a quello in cui si è imbattuto da giovane, spalleggiato dalla biologa Zara.

Yi si pone l’obiettivo di accompagnare Everest a casa sua, coinvolgendo loro malgrado il suo cugino vanesio Peng e il piccolo Jin, che sogna di diventare un giocatore di pallacanestro.

Il piccolo Yeti
Il piccolo Yeti

Il male assortito quartetto viaggerà attraverso la Cina, intraprendendo un’avventura che sarà anche un’occasione di crescita per tutti, cattivi compresi, scoprendo inoltre i sorprendenti poteri di Everest.

Il piccolo Yeti (Abominable) è una co-produzione tra la statunitense DreamWorks Animation e il cinese Pearl Studio, che in realtà nacque come Oriental DreamWorks. Racconta una storia indirizzata a tutta la famiglia, attingendo a piene mani alla cultura cinese, con lo scopo di realizzare comunque un prodotto internazionale. La sceneggiatura di Jill Culton, co-regista insieme a Todd Wilderman, dimostra come, fatte le dovute distinzioni, ci sono storie che non perdono di universalità, riuscendo a parlare a tutte le culture.

Oltre a essere un’avventura di formazione, la storia lambisce i temi ambientalisti senza che risultino pretestuosi, mostrando la via dell’armonia con la Natura sia una via di salvezza.

Il piccolo Yeti
Il piccolo Yeti

La sfida è vinta anche sul fronte visivo, con gradevoli caratterizzazioni dei personaggi e sfondi suggestivi ed emozionanti, frutto di un lavoro documentale che ci mette in grado di conoscere un ampio spettro di luoghi della Cina moderna, ma anche della sua natura e siti storici caratteristici.

I personaggi principali sono mediamente bene assortiti e caratterizzati. La prima eroina protagonista di un lungometraggio DreamWorks Animation non teme confronti con le Principesse Disney, e risulta ben miscelata anche la “Compagnia”. Tra i comprimari spicca la nonna Nai Nai, esponente di tutte quelle nonne del mondo che trovano i nipoti “sciupati”. Più stereotipati e meno strutturati i cattivi, anche se riservano qualche sorpresa.

Il piccolo Yeti
Il piccolo Yeti

Il “piccolo” Everest, modellato con la goffaggine dei cagnoni cuccioli, non mancherà di diventare il beniamino dei piccoli.

Nel complesso l’obiettivo è raggiunto. Il piccolo Yeti è una piacevole avventura per famiglie ambientata in luoghi poco noti e tutti da scoprire. Merita la visione al cinema.