Venerdì 1 novembre Alex Alice, ospite internazionale di Lucca Comics & Games 2019, ha incontrato i giornalisti durante uno degli eventi dedicati alla stampa, il Press Cafè. L’artista francese, autore di Terzo testamento, Siegfried e recentemente Il castello delle stelle si è detto onorato di essere a Lucca, scelto come ospite d’onore per celebrare il gemellaggio tra la manifestazione toscana e la sua controparte francese, il Festival international de la bande dessinée d'Angoulême, con l’obiettivo di valorizzare la nona arte nei rispettivi Paesi.

Lucca Comics & Games: Alex Alice Angoulême Guest of Honour 2019

Lucca Comics & Games: Alex Alice Angoulême Guest of Honour 2019

Articolo di Irene Grazzini Venerdì, 11 ottobre 2019

Grazie al gemellaggio tra Lucca Comics & Games e Angoulême, arriva in Italia l'artista francese.

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I suoi autori di riferimento

L’incontro è partito subito con uno scambio di battute tra Alex Alice e il pubblico, che lo ha incalzato con le domande. Si parte con gli autori di riferimento per l’artista che in qualche modo abbiano influenzato la sua formazione. Si sono rivelati i fumetti Disney italiani. Non può mancare Asterix, classico del fumetto franco-belga e Moebius, insieme ad altri colossi come Watchmen, il manga distopico Akira e Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller. Queste ultime opere fruite in adolescenza lo hanno molto colpito, soprattutto arrivando dai fumetti per bambini.

Il rapporto con gli sceneggiatori

Alice alla sua prima esperienza ha avuto la fortuna di lavorare al fianco di uno sceneggiatore professionale. Terzo testamento, infatti, è nato da un’idea molto buona di Xavier Dorison.

Alice stesso oltre che disegnare scrive anche per opere non personali, come lo spin-off di Terzo testamento. Quando lavora insieme ad altri autori ritiene che sia molto importante intendersi per dare il giusto ritmo nella narrazione, che è un valore aggiunto. Quando lavora da solo sente che gli manca un partner con cui scambiare idee costruttive.

Uno sguardo al futuro de Il castello delle stelle

Nella sua opera più recente, Il castello delle stelle, la trama verte sulla conquista del pianeta Marte durante il XIX secolo, poco prima della guerra franco-prussiana del 1870, ma è in lavorazione uno spin-off dedicato alla scoperta di Venere. La storia non sarà direttamente scritta e disegnata da Alice, ma ne supervisionerà lo sviluppo. Le tavole saranno affidate a Juanjo Guarnido, disegnatore di Blacksad e anch’egli ospite di Lucca Comics & Games 2019.

Il castello delle stelle

Il castello delle stelle

Articolo di Martina Frammartino Mercoledì, 5 dicembre 2018

E se la conquista dello spazio fosse avvenuta un secolo prima? Alec Alice narra una nuova avventura nel secondo volume del graphic novel Il castello delle stelle.

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Il rapporto con la tecnologia

Alice utilizza il computer principalmente per le proprie ricerche e per lo studio di alcuni vascelli spaziali che poi va a disegnare sulle tavole.

Marte: dalla scienza alla fantascienza

Illustrazione di Marte e dei suoi canali di Percival Lowell. (Fonte: Wikimedia.org)
Illustrazione di Marte e dei suoi canali di Percival Lowell. (Fonte: Wikimedia.org)

Una delle scoperte interessanti dovute alla sua documentazione su Marte è un aneddoto storico sullo studio del Pianeta Rosso. Nel XIX secolo chi provava a osservarlo con il cannocchiale lo avrebbe visto molto sfocato. Illusioni ottiche dovute alla tecnologia hanno fatto sì che la composizione geologica del pianeta assomigliasse a dei canali, come li definì per la prima volta l’abate Angelo Secchi, fondatore della spettroscopia astronomica. Canali che per ovvia logica dell’epoca sarebbero stati costruiti dai marziani, proprio nel periodo in cui sul nostro pianeta veniva ultimato il Canale di Suez, in Egitto. Anche l'astronomo statunitense Percival Lowell giurò di aver osservato addirittura delle città marziane. Da quel momento la marte-mania ha scatenato grande interesse degli scrittori per il pianeta, lo dimostrano opere come La guerra dei mondi.

Il metodo di lavoro

Per rendere il corretto gusto visivo il disegnatore ha recuperato alcune carte di Marte disegnate all’epoca, le ha sovrapposte a una versione moderna in 3D e le ha uniformate, conciliando così il XIX secolo con l’era moderna. Il risultato viene proiettato su un foglio dal quale poi ricava il disegno. Perciò, sì, usa il computer, ma per fare un libro su carta usa la carta.

Su il sipario

Siegfried è una delle opere più celebri di Alex Alice e si è discusso anche di come si trasformi un medium in un altro. Una particolarità su quest’opera epica è che sia stata realizzata una riduzione teatrale dell’Anello dei Nibelunghi proiettando le immagini del fumetto di Alice come sfondo. Non si tratta quindi dell’adattamento del fumetto a teatro, ma della fusione di due forme artistiche per raccontare lo stesso mito.

Un target variegato

Il fumetto è un medium visivo che permette con poco di fare moltissimo. Con pochi mezzi, principalmente carta e penna, permette di creare universi pazzeschi all’altezza del cinema. Alice ammette che i disegnatori “barano” con il pubblico perché se è vero che si impegnano per fare del loro meglio con il disegno, poi è l’immaginazione del lettore che fa tutto il resto, non diversamente dalla letteratura. Un’immaginazione diversa anche in base all’età.

A proposito dell’età del pubblico ha raccontato che nel 2009 si è trasferito in America, dopo il festival di Angouléme. Lì c’era il Comic-Con di New York e ha visto molti dei tipici eroi dei comics, principalmente in mantello e calzamaglia, personaggi adatti tipicamente a un pubblico molto giovane. Eppure tra i visitatori vedeva in maggor parte trentenni anche un po’ sovrappeso vestiti in modo strano. Si è reso conto che qualcosa non andava e ha riflettuto che stavano per fare la stessa sciocchezza anche in Francia, ovvero allontanare il fumetto dal pubblico giovane. Come mai? Perché a un certo punto hanno cominciato a produrre fumetti di grande formato, cartonati, di qualità certamente altissima ma non adatti alle tasche dei più piccoli. In America si sono salvati anche grazie ai film di super eroi, così hanno riportato i ragazzi alla lettura.

Quando Alice ha presentato il progetto de Il castello delle stelle agli editori, si sono preoccupati che lo stile non fosse eccessivamente infantile, perché il pubblico adulto avrebbe potuto non apprezzare. Diversamente, invece, se fosse stato negli anni Ottanta probabilmente sarebbero andati nella direzione opposta perché la storia avventurosa si presta benissimo a un racconto per ragazzi. Il problema del mercato attuale è che esistono fasce di età di riferimento, per cui proporre un progetto che vada dai sette ai settantasette anni può essere poco appetibile per un editore, un target troppo vasto.

Per Alice è molto importante aprire le porte ai bambini. Senza stravolgere il proprio stile artistico e la sceneggiatura si è adattato al pubblico più giovane. Questo non significa banalizzarlo, ma rendere accessibile la storia. Il suo desiderio è quello di avere la stessa immediatezza e fantasia di Jules Verne, autore che ha letto e apprezzato da ragazzo. Tornare quindi al fumetto di avventura classico, dove ridere nell’universo aziché dell’universo. Non appiccicare forzatamente una vena umoristica, ma condividere l’avventura insieme ai personaggi. Un tipo di narrazione che si adatta bene al genere steampunk.

Alice fa parte della generazione cresciuta con i cartoni animati giapponesi, ma anche se tra le sue influenze vi è la scuola di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli, che però ha conosciuto in tarda adolescenza, era già affascinato dai castelli, l’avventura di Jules Verne e l’aeronautica. Tutti temi cari anche al Maestro giapponese.

Un incontro sicuramente affascinante, che ha permesso di conoscere diversi aspetti del mercato del fumetto francece, ma ancora di più il metodo di lavoro di uno straordinario artista, che a Lucca Comics & Games ha realizzato un disegno poi messo all’asta per beneficenza.