Sabato 2 Novembre, Sky Atlantic presenta la prima mondiale del primo episodio di His dark Materials, la nuova serie tv targata HBO, tratta dai romanzi di Philip Pullman, disponibile dal 3 Novembre per il mercato inglese e dal 4 Novembre per quello americano. In Italia, la serie approderà su Sky il 1 gennaio 2020, ma Fantasy Magazine ha seguito per voi il primo episodio.
Introdotta dalle nuove proposte Sky per il piccolo schermo (di cui vi abbiamo parlato qui), la serie è stata introdotta da Gianmaria Tammaro, che aveva già visitato il set a Cardiff durante le riprese estive. Tammaro rassicura la stampa e i fan presenti in sala: la serie non avrà nulla a che fare con il controverso – e sfortunato – film, in cui Nicole Kidman vestiva i panni della signora Coulter.
Philip Pullman presenta la nuova serie tv
Anche Philip Pullman, in un breve video introduttivo, ripreso proprio nella Biblioteca Bodleiana che fa da sfondo al primo episodio, pur nel mondo un po’ particolare in cui agiscono i personaggi di His Dark Materials, fa riferimento al film pur senza citarlo: la serie, osserva l’autore, è un perfetto adattamento dei suoi romanzi e la serialità, con i suoi numerosi episodi, si rivela come il modo migliore per raccontare una lunga storia, come è quella di Lyra Bellacqua. Le reference di Pullman, nel suo discorso introduttivo, sono impegnative: I Soprano, Breaking Bad, Game of Thrones sono gli esempi che Pullman sceglie per indicare le potenzialità della serialità televisiva. I film, nota Pullman, hanno a disposizione un tempo limitato, che non consente lo sviluppo completo della narrazione.
La nuova serie, inoltre, precisa l’autore, è legata anche alla più recente fatica di Pullman, Il Libro della Polvere, il cui primo volume, La Belle Sauvage, è stato pubblicato due anni fa e il cui secondo volume, The Secret Commonwealth, appena pubblicato in inglese, sarà disponibile per il mercato italiano nel 2020.
Il primo episodio: le nostre impressioni
Lo scenario
Le prime immagini della serie ci introducono in quel mondo simile al nostro eppure così dissimile, in cui la tecnologia sembra la nostra pur senza esserlo e in cui, soprattutto, ogni persona è profondamente connessa alla propria anima e consapevole di averla sempre accanto a sé nella forma di un animale, un daimon, che è sempre vicino al suo umano di riferimento, in un legame definito come sacro.
Lyra arriva al Jordan College
È in una Oxford allagata da un’alluvione che vediamo per la prima volta la nostra protagonista, una Lyra neonata tra le braccia di Lord Asriel, che nuota tra i cortili del Jordan College assieme al suo daimon Stelmaria. Chi ha letto La Belle Sauvage troverà in queste scene iniziali, ambientate dodici anni prima dell’inizio della storia, qualche riferimento a questo romanzo prequel. Asriel deposita la bambina tra le braccia del rettore del Jordan College appellandosi al diritto di rifugio accademico, trasmettendo al pubblico un forte senso di pericolo. I have no choice. Keep her safe, sono le parole con cui Asriel riesce a obbligare l’altro uomo a prendersi cura della neonata.
Dodici anni dopo, una Lyra cresciuta salta per i tetti del Jordan College, in una scena ben nota agli estimatori del primo libro della serie, La Bussola d’Oro, mentre gioca con il suo amico Roger. I bambini portano immediatamente la discussione sul punto più interessante del world-building di His Dark Materials: nel saltare dalle guglie alle cripte del college, i bambini si chiedono perché, alla morte di un essere umano, il suo daimon scompaia, mentre il corpo lascia delle orribili ossa (secondo le parole dei bambini). Una domanda che accompagnerà il lettore e lo spettatore per tutta la storia e che viene posta quindi in apertura come questione fondamentale attorno a cui ruotano tutte le vicende.
Un altro degli elementi cari a Pullman risalta dalle primissime scene: una Lyra, dodicenne svogliata, che deve seguire una noiosa lezione, in cui si ricorda come la presenza del daimon accanto agli esseri umani, e agli adulti soprattutto, permetta loro di diventare simili, anche se non pari, agli dei. E la nozione di blasfemia, un altro dei cuori pulsanti della vicenda, viene subito messo in primo piano.
Anche le particolarità di Lyra, la sua indole ribelle, la sua profonda necessità di essere accettata e considerata da Lord Asriel, il vuoto interiore, conseguenza dei continui abbandoni da parte di Asriel, unica famiglia di Lyra, che la lascia al College senza mai avere del tempo da dedicarle, anticipano il momento della decisione di abbandonare la sua casa per seguire quella che potrebbe apparire come la sua nuova mentore, la signora Coulter (se non temete gli spoiler, vi abbiamo parlato dei mentori nella trilogia Queste Oscure Materie qui). Ma di Lyra viene anche sottolineata la lealtà, attraverso la lunga sequenza che la vede impegnata a salvare quel Lord Asriel che la abbandona ancora una volta impietosamente, una lealtà contrastata da una profezia che la vuole tradita e traditrice senza poter avere la consapevolezza di quello che sta facendo. E ancora, una Lyra curiosa, irrefrenabile nella sua volontà di scoprire, in questo molto simile a Lord Asriel, che nel primo episodio combatte la sua personale battaglia per la libertà di ricerca degli accademici contro il controllo stretto del Magisterium, l’organo politico che controlla il mondo di Lyra.
È però una trama apparentemente minore, che non riguarda Lyra, a catalizzare l’attenzione dello spettatore nel primo episodio. Come molti altri romanzi e molte altre serie, His Dark Materials si presenta come un giallo ricco di suspence che ha al centro la scomparsa di alcuni bambini, Billy Costa prima (un bambino gizano, che sfugge al rito di passaggio attraversato da suo fratello Tony) e il grande amico della stessa Lyra, Roger. Gli sceneggiatori qui attingono abbondantemente al testo di Pullman e, allo stesso tempo. Usano questo materiale per creare un plot di episodio intenso e caratterizzato dall’aumento della suspence e della preoccupazione per la sorte dei due bambini.
Gli altri elementi, tra cui la stessa consegna a Lyra dell’aletiometro, il suo incontro con la signora Coulter, la sua decisione di partire per Londra, passano in secondo piano davanti alla disperazione di Ma’ Costa, la mamma dello scomparso Billy, e davanti alle operazioni di ricerca, infruttuose, messe in campo dai gizani. Sappiamo che le due storie si intrecceranno: il movimento del pallone aerostatico che accompagna lo spostamento dei battelli su cui viaggiano i gizani procedono in parallelo, come anche la promessa della signora Coulter di ottenere informazioni sulla scomparsa di Roger.
L’aletriometro, che dà il nome al primo volume in traduzione italiana (La Bussola d’Oro appunto) passa in secondo piano: Lyra lo ha ricevuto ma non sa come usarlo, come d’altra parte provocano molti dubbi nello spettatore anche i riferimenti alla Polvere, che non è, come osserva l’ingenuo Roger, ma qualcosa di dannoso, che è visibile sono in condizioni di luce molto particolare. Sappiamo che in qualche modo la storia ci rivelerà molto su questi due argomenti, ma come alcune serie tv recenti, sono i bambini e la loro scomparsa il richiamo all’avventura di Lyra (non abbiamo bisogno di citare Stranger Things e Dark, vero?).
In conclusione, un accenno a uno degli elementi graficamente più gradevoli: la sigla, secondo una buona tradizione HBO, ci presenta per immagini uno spaccato degli argomenti fondamentali: la Polvere, i daimones, il mondo (un po’ sottosopra) in cui si svolgono almeno i primi episodi della serie.
Nel complesso, un episodio ricco, mai noioso, con un buon ritmo narrativo e che sembra ben costruito anche nell’alternarsi di momenti drammatici o meno. La possibilità di una maggiore profondità delle motivazioni di ogni personaggio si rivela sicuramente come uno strumento ingente ma molto costoso, in termini di spazio narrativo, soprattutto.
Rimaniamo quindi in attesa di vedere nuovamente la prima stagione (sappiamo che la seconda è già stata approvata e in corso di realizzazione) e vedere se le promesse di questo primo episodio saranno rispettate.
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