Non è passato molto tempo dagli eventi di Frozen – Il regno di ghiaccio. Elsa è regina di Arendelle; Anna flirta con Kristoff; Olaf si gode il suo stato di neve perenne; la renna Sven si accompagna placida al gruppetto; la popolazione è felice della pace ritrovata.
Ma non c’è tempo per dormire sugli allori. Dal passato di Arendelle emerge una minaccia che rende necessaria una nuova impresa dei nostri eroi, per salvare il regno ancora una volta.
Non approfondisco i dettagli la trama di Frozen 2 – Il segreto di Arendelle, sequel del film che 6 anni fa divenne un inaspettato successo dei Walt Disney Animation Studios, che da anni non centravano l’obiettivo, al contrario della consociata Pixar. In fondo si sa che ci sarà un lieto fine per tutti. Il resto sono dettagli.
Frozen – Il regno di ghiaccio non era un film perfetto, ma piacque molto al pubblico amante delle fiabe, tanto che è uno dei film di animazione di maggiore incasso di tutti i tempi, con oltre 1,2 miliardi di dollari (Fonte BoxOfficeMojo). Questo seguito purtroppo sembra fare tornare la Disney ai tempi in cui non ne centrava una.
La storia sin dall’inizio appare prevedibile. Tutti gli elementi vengono messi sul piatto in modo chiaro e inequivocabile. Difficile dire se sia per mancanza di idee o per voglia di realizzare un prodotto facile e immediatamente compresibile. Si assiste passivamente alla quest di Elsa, Anna e company senza particolari sussulti. Ci si aspetta da un momento all’altro qualche rivelazione, qualche particolare sorprendente, l’arrivo di un nemico degno. Invece alla fine tutto esplode come una bolla di sapone.
Non salvano il film le canzoni, così tante da fare pensare che si tratti di un musical. Ma il problema è che nessuno dei temi musicali sembra essere in grado di rimanere nella memoria dello spettatore, ma scivola via senza danno.
Le gag con Olaf fanno spanciare i bambini, ma a questo punto meglio un serial di comiche televisive incentrato sul personaggio.
Se la tecnica di animazione rimane di ottimi standard qualitativi, con bellissimi paesaggi e resa degli elementi naturali credibile ed efficace, la narrazione approssimativa e banale affossa il film, rendendolo più simile a seguiti diretti al mercato home video prodotti dalla Disney tra gli anni ’90 e i primi 2000, come La Sirenetta 2 – Ritorno agli abissi, Il Re Leone 2 – Il regno di Simba e Cenerentola 2 – Quando i sogni diventano realtà, per citarne alcuni. Tutti dimenticabili e dimenticati per lo più.
Difficile dire se questo seguito sarà dimenticato come gli altri. L’attrattiva attuale verso le famiglie del marchio Disney è elevata, visto il successo del primo Frozen. Se i piccoli probabilmente si divertiranno, gli adulti usciranno annoiati da un film che, probabilmente, non avrebbero scelto se non avesse avuto il marchio Disney.
Se proprio riuscite a resistere ai 103' del film, aspettate fino alla fine. C'è una scena post-crediti.
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