Anno 2052, la Terra appare diversa da come la conosciamo. In Sfacelo siamo infatti proiettati in un futuro non troppo lontano dal nostro.
Il mondo è retto quasi interamente dalla tecnologia e ogni cosa è dipendente dall’elettricità. Sono sempre più rare le zone dove frutta e verdura vengono coltivate e i terreni curati direttamente dalla mano umana. L’allevamento tradizionale è stato pian piano soppiantato dalla produzione di carne chimica e i camerieri sono spariti. In bar e ristoranti rimangono solo le cassiere, utilizzate con l’unico scopo di rendere i luoghi un po’ meno asettici, e il plastec è un nuovo materiale indistruttibile che ha sostituito ogni cosa.
Il massiccio incremento nell’uso della tecnologia ha trasformato l’esistenza umana in qualcosa di diverso: i rapporti sono più freddi tra gli esseri umani e c’è sempre più il tentativo di soffocare la natura.
In questa realtà interamente governata dalla tecnologia, dove gli esseri umani ne sono quasi dipendenti, conosciamo François Deschamps, giovane studioso che ha da poco sostenuto l’esame per l’ammissione alla prestigiosa Scuola superiore di Chimica agraria, diretto a Parigi proprio per conoscere i risultati del test.
Nella capitale ne approfitta per ritrovare la sua amica d’infanzia Blanche Rouget, che, nel frattempo, si è data al mondo dello spettacolo all’insaputa di parenti e amici.
Dopo un inizio lento e descrittivo, in cui il lettore cerca di acclimatarsi e conoscere le dinamiche tra i personaggi, ecco che qualcosa accade. La natura si sta ribellando alla mano dell’uomo e tutti potrebbero pagarne le conseguenze.
A parte l’introduzione forse un po’ lenta, ma che si confà a far conoscere al lettore il nuovo mondo in cui ci troviamo, Sfacelo ci tiene attaccati alle pagine; a tutti i costi vogliamo sapere come la narrazione proseguirà. Questo perché, nonostante sia stato scritto nel 1943, Sfacelo sa essere un romanzo attuale.
Il mondo delineato da René Barjavel è oggi possibile ed è il perché che ci attrae e, allo stesso tempo, ci spaventa così tanto.
Come predetto dall’autore francese, la tecnologia, in molti settori, ha preso il sopravvento e la natura si sta ribellando.
“La colpa è nostra” esordì. “Gli esseri umani hanno liberato le tremende forze che la Natura, previdente, teneva intrappolate. Poveri illusi, erano convinti di riuscire a padroneggiarle. Lo chiamano “progresso”…ma quale progresso! Non è altro che un avanzare inesorabile verso la morte”.
Sfacelo è un romanzo di fantascienza in cui il mondo descritto da Barjavel non è solo distopico, ma uno scenario in cui i personaggi si rendono conto di non riuscire a raggiungere la felicità e la vera essenza della vita umana, troppo legati alla tecnologia e sempre più lontani dal contatto umano.
Lo stile dell’autore francese è scorrevole, a tratti ironico e, nelle ambientazioni, ricorda Wells.
Sfacelo è indirizzato a un pubblico variegato, sia agli amanti dei generi fantascientifico e distopico, sia a chi è in cerca di una lettura che porti alla riflessione. Il romanzo di Barjavel infatti lascia non pochi interrogativi: come sarà il nostro futuro? Le macchine avranno davvero la forza di controllarci? Cosa sarà disposto a fare l’essere umano in nome del progresso tecnologico?
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