Ripensando al mio lavoro, ora concluso dopo circa quarant’anni, ritengo che il mio tentativo di fondo fosse, almeno in parte, di dare maggiore rilievo alla natura del Silmarillion e alla sua vitale esistenza in relazione al Signore degli Anelli.
Così nell’introduzione di La caduta di Gondolin Christopher Tolkien parlava dell’attività che lo aveva impegnato per una buona parte della sua vita.
Nato il 21 novembre del 1924, Christopher era il terzo dei quattro figli di J.R.R. Tolkien e di sua moglie Edith Bratt. Dopo aver studiato prima presso la Dragon School di Oxford e poi presso la Oratory School, nel 1943 è entrato nella RAF. Solo dopo la guerra ha potuto completare gli studi laureandosi in Lettere presso il Trinity College di Oxford.
Il suo approccio alle opere del padre si è verificato quando ancora era molto giovane. In una lettera a Stanley Unwin del marzo 1938 Tolkien padre, parlando del manoscritto su cui stava lavorando e che sarebbe diventato Il Signore degli Anelli, aveva scritto (lettera 26) che Mr. Lewis e il mio figlio minore lo stanno leggendo a puntate. […] Al mio Christopher a e Mr. Lewis piace tanto da far loro pensare che sia migliore dello Hobbit.
La passione per la Terra di Mezzo, la sua storia e i suoi abitanti, sarebbe stata una costante nella vita di Christopher, che lo avrebbe sostenuto durante il suo periodo nell’esercito, quando il padre (lettera 58) gli scriveva di aver iniziato (faticosamente) a lavorare al capitolo che riprende le avventure di Frodo e Sam,
e che sarebbe sfociata in una curatela rigorosa degli scritti di J.R.R. Tolkien negli anni successivi alla sua morte. La prima opere di cui si è occupato Cristopher Tolkien, con la collaborazione di Guy Gavriel Kay, è stata Il Silmarillion, dato alle stampe nel 1977 quattro anni dopo la morte del padre, e immediatamente diventato un bestseller.
Nell’introduzione al Silmarillion Christopher ha spiegato che alla morte di mio padre è ricaduta su di me la responsabilità del tentativo di conferire all’opera forma tale da renderla pubblicabile
. È ricaduta su di lui perché aveva visto il mondo del padre prendere forma nel corso degli anni, ne aveva discusso con lui in modo approfondito e aveva competenze tali, maturate negli studi universitari, da potersi approcciare all’incredibile quantità di materiale grezzo che John aveva lasciato e dargli una forma coerente.
Numerose le opere curate da Christopher Tolkien pubblicate nel corso degli anni, anche se non tutte sono arrivate in Italia. I volumi che noi conosciamo con i titoli Racconti ritrovati e Racconti perduti sono solo una parte della monumentale History of Middle-earth, una serie di dodici libri che comprendono prose, poemi e saggi dedicati alla Terra di Mezzo.
Negli ultimi anni Christopher si è dedicato allo studio delle leggende più famose del Silmarillion, confrontando le versioni più antiche delle storie con le loro successive evoluzioni. Da quest’attività sono nati tre volumi intitolati I figli di Húrin (2007), Beren e Lúthien (2017) e La caduta di Gondolin, giunti in libreria in edizioni arricchite dai disegni di Alan Lee. Nell’introduzione di quest’ultimo volume aveva scritto:
Nella prefazione a Beren e Lúthien scrissi: Ora che ho novantatré anni questa è (presumibilmente) la mia ultima curatela nella lunga serie degli scritti di mio padre.” Usai la parola “presumibilmente” perché a quel tempo covavo l’idea di trattare allo stesso modo di Beren e Lúthien il terzo “grande racconto” di mio padre, La cadutadi Gondolin. La consideravo un’ipotesi improbabile, così “presunsi” che Beren e Lúthien sarebbe stato il mio ultimo libro. Tale presunzione è stata tuttavia smentita dai fatti, così mi trovo a scrivere: “Ora che ho novantaquattro anni La caduta di Gondolin è (indubitabilmente) la mia ultima curatela".
Non ci saranno nuove smentite. Christopher Tolkien è morto il 16 gennaio 2020, all’età di 95 anni. L'annuncio è stato dato con un twitter dalla @TolkienSociety.
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