Una guerriera e una tigre vagano per una terra sconvolta. La guerriera ha una missione e chiama la tigre, di nome Olwyn, "Regina".
Nel loro peregrinare osservano le conseguenze di una catastrofe ecologica, dovuta a eventi da chiarire. Rook, questo il nome della guerriera, è a capo delle guardie reali, molto presa e intenta nel suo ruolo.
Briganti, servi, popolazioni che cercano di ripristinare l'equilibrio perduto. Sono solo alcuni degli incontri che il duo farà, con momenti densi di scoperte e pericoli, in un crescendo di emozioni e rivelazioni. Un percorso che porterà Rook alla prova, facendola mettere a confronto con i propri limiti.
Il primo volume di Isola, ideato da Brenden Fletcher e Karl Kerschl per la Image Comics, raccoglie il primo arco narrativo e, in coda, il prologo. Il perché il prologo vada letto dopo il primo arco vi sarà chiaro leggendo il volume e non posso dire altro. Il progetto, lo dicono gli stessi autori nel materiale testuale nel volume, è un chiaro omaggio alla poetica fantaecologista di Hayao Myazaki, anche dal punto di vista grafico.
La storia è di quelle su cui tenersi abbottonati. Sul fronte stilistico il fumetto paga i suoi debiti alle fonti d'ispirazione, aggiungendo un livello di tensione visiva dato da rapidi passaggi di campo, alternando tavole dinamiche e veloci a splash page contemplative. Primi e primissimi piani che si allargano in controcampo a puntellare i momenti di tensione. Il tratto è essenziale ma curatissimo, sia nella anatomie che negli scenari, che nei dettagli di costumi e armi.
Co-autrice a tutti gli effetti la colorista Michele Assarasakorn (MSassyK). Vera e propria datrice di luci e di vita.
I tanti personaggi che incontrerete durante il percorso saranno resi vivi e tangibili dalla sintesi di testo, immagine e colore. La storie è un canonico viaggio dell'eroe. Una storia di crescita e di apprendimento. Di scoperta del proprio posto nel mondo, intrecciata con quella del proprio destino. E di equilibri da non infrangere, pena conseguenze irreparabili. Di lotta senza quartiere contro il Male.
Come spesso capita, la differenza nelle cose, quello che veramente emoziona, non è la storia in sé, ma come questa viene raccontata.
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