I giochi in scatola si stanno ormai sdoganando e il mercato dei consumatori occasionali non si accontenta più di investire a oltranza su riedizioni di Risiko o Monopoly. Per venire incontro alle nuove esigenze di un mercato tanto rinnovato, sempre più case editrici attingono alle licenze pop per far leva sull’attenzione del grande pubblico. Ecco dunque che sbuca per mano di Ravensburger Back to the Future: Dice Through Time, gioco di dadi che ravviva la mai sopita passione per la trilogia di Ritorno al Futuro.
Ambientazione
Grande Giove! Biff ha rubato la macchina del tempo e ha sconquassato il continuum spazio-temporale, ora il tessuto della realtà è dilaniato da paradossi temporali e tocca Doc e Marty risistemare tutte le falle e impedire che l’intero universo collassi.
Il duo dovrà esplorare il 1885, il 1955, il 1985 e il futuristico 2015 per recuperare tutta una serie di oggetti anacronistici che si sono persi durante gli inseguimenti con Biff. Non solo, Doc e Marty dovranno anche risolvere tutta una serie di eventi e di anomalie, facendo il possibile perché i paradossi non si stratifichino al punto di divenire irreparabili.
Set-up
Allestire una nuova partita è una questione di un battibaleno, basta stendere la plancia, disporre il mazzo eventi nell’apposita area e distribuire le carte oggetto al fianco delle quattro linee temporali esplorabili.
Ogni giocatore prende quindi il recap delle regole, il set di dadi del proprio colore e posiziona la sua topica Delorean nell’anno di partenza adeguato. A scanso di equivoci, i designer hanno creato forti dominanti di colore, così da aiutare i giocatori tanto nel set-up così quanto nelle singole fasi di gioco.
Ultima cosa: va posto il segnalino Out at Time all’inizio del tracciato temporale e si disseminano i Biff nei rispettivi punti d’origine. Dopotutto che Ritorno al Futuro sarebbe senza un Tannen che cerca di mettere i bastoni tra le ruote dei protagonisti?
Sistema di gioco
Il paradigma di riferimento ne Back to the Future é “collaborare, collaborare, collaborare”. Sono ben pochi i giochi da tavolo che premono così tanto sul confronto tra partecipanti e, anzi, l’intera esperienza é tarata in modo che i giocatori si muovano all’unisono, concordando ogni mossa e ogni strategica.
Ma partiamo dalle basi. Il partecipante fregiato dal token di primo giocatore deve pescare e risolvere tre carte, le quali, nella maggior parte dei casi, finiscono con il dar vita ad altrettanti eventi sul tabellone di gioco. Risolvendo tali eventi è possibile recuperare uno degli oggetti dispersi nel tempo, quindi basta riportare il reperto nel suo anno d’origine.
Per risolvere una scena è necessario raggiungere la linea temporale e il luogo dell’accadimento, allontanare Biff nell’eventualità stia bazzicando proprio in quella zona e immolare una serie di azioni di gioco che vengono elencate sulla carta stessa dell’evento. Risolta la sfida, non solo si viene premiati con uno degli oggetti chiave, ma si attenua anche il pericolo di far collassare lo spazio-tempo.
Semplice a dirsi, più complesso a realizzarsi. Le azioni di gioco sono normate dal lancio dei dadi e ogni partecipante non ne ha che quattro da poter lanciare. Muovere fisicamente la Delorean, fare un salto nel tempo, malmenare Biff per renderlo inoffensivo, risolvere i paradossi: tutto viene risolto in base ai capricci della sorte, se non addirittura del caos, e non è strano trovarsi a corto di risorse o, peggio ancora, con un cumulo di risorse che non sono utili ad affrontare le insidie in corso.
I capricci delle rampanti incognite vengono parzialmente stemperate dagli aiuti lasciati da Einstein, il cane di Doc, dall’esistenza di Mr. Fusion, la preziosa unità di riciclaggio che può convertire due risultati uguali in una qualsiasi azione, e della possibilità dei giocatori di influenzare gli avvenimenti futuri. In piena coerenza con le atmosfere filmiche da cui prende ispirazione, Dice Through Time permette infatti di lasciare nel passato dei dadi che possono poi essere utilizzati dai crononauti che esplorano le epoche successive. In pratica si possono “prestare” dei risultati ai propri compagni e collaborare a distanza per disinnescare i paradossi più difficoltosi. A distanza, però! Ogni giocatore interpreta Marty e Doc e, come é ben noto, incontrare i propri doppi finirebbe con il riverberare negativamente sull’intera missione.
I giocatori vincono la partita quando tutti gli oggetti dispersi vengono riconsegnati ai rispettivi luoghi d’origine, ammesso che questo succeda prima che i paradossi temporali abbiano corrotto del tutto il tessuto della realtà.
Difficoltà e regole della casa
La difficoltà di Dice Through Time tende a essere imprevedibile. Nelle partite a due bastano un paio di lanci sfortunati e l’intera situazione slavina fino a raggiungere uno stato di criticità frustrante e irrecuperabile. Per ovviare al problema, i tre game designer che hanno partorito l’opera – Ken Franklin, Chris Leder e Kevin Rodgers – propongono di alleviare o intensificare la sfida alterando il numero di carte oggetto messe in gioco, tuttavia il titolo si presta anche all’implementazione di infinite e fantasiose regole della casa.
Si potrebbe, per esempio, introdurre una modalità single player, non prevista dal manuale, oppure imporre una regola per la quale nelle partite di coppia sia necessario che ogni giocatore gestisca il doppio delle Delorean, così da coprire appieno le possibilità dei viaggi nel tempo. In effetti, tanti più sono i giocatori partecipanti, tanto è meno gravoso l’impatto negativo della sorte, quindi vale concretamente la pena simulare i ruoli mancanti, soprattutto considerando che i giocatori sono comunque spinti a coordinarsi come un’unica squadra.
Materiali
Pensato per 2-4 giocatori, Back to the Future è composto da un tabellone principale, dalle plance dei giocatori e da un paio di mazzi di carte, quello delle carte eventi e quello delle carte oggetto. Esistono quindi i token paradosso e i token Einstein, nonché il già citato segnalino Out at Time e i quattro Biff.
Massima attenzione se la meritano le coloratissime Delorean, pedine di plastica cava dalle fattezze stilizzate che però riescono a incanalare tutta quella nostalgia che mai é stata repressa. Se c'è un punto di trionfo dell’intera esperienza di gioco, quello è in effetti il modo in cui l’opera si presenta, il cui si pone ai fan, stuzzicando prepotentemente la loro passione verso una delle saghe più amate del cinema fantascientifico.
Le estetiche, pur non richiamando direttamente quelle viste nella trilogia filmica, assumono dei lineamenti pop che si adattano magnificamente all’immaginario espanso di Ritorno al Futuro, con ogni evento e luogo della mappa che va a richiamare una scena o una scenografia tra quelle vissute in prima persona dai due protagonisti.
Conclusioni
Back to the Future: Dice Through Time è, di fatto, una rivisitazione della formula che Chris Leder aveva già proposto nel suo Roll for it!, gioco da tavolo “casual” integralmente incentrato sul lancio di dadi. Limitandosi a una cinica analisi tecnica, l’aggiunta degli elementi accessori a tema Ritorno al Futuro non aiuta a raffinare un prodotto migliore, anzi lo intacca leggermente, tuttavia é inutile negare che l’opera qui analizzata non possa essere confinata alla mera sfera dell’intelletto e che si debba tenere da conto anche del forte impatto emotivo che esercita.
Dice Through Time, d’altronde, non vuole parlare ai veterani del boardgaming, ma ai fan del brand, ai giocatori occasionali e a tutte quelle famiglie che vogliono svagarsi con un gioco leggero le cui regole si possono spiegare in pochi minuti e i cui i partecipanti non sono condannati a cercare di distruggersi reciprocamente. Se siete appassionati alle avventure di Marty e Doc e siete alla ricerca di un titolo da giocare con tutta la famiglia, questo è il gioco che fa per voi.
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