Sono su youtube da un paio di settimane le due parti della miniserie Custodi (in originale Хранители, translitterato Khraniteli), scritta e diretta da Natalya Serebryakova, ispirata molto liberamente a La compagnia dell'anello, prima delle tre parti de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien.
Questo adattamento è stato realizzato per la televisione russa nel 1991, ovvero dieci anni prima della versione di Peter Jackson dello stesso romanzo, ed è andato in onda solo una volta, per poi essere seppellito negli archivi della TV di Leningrado (ora tornata a chiamarsi San Pietroburgo).
I due video non sono ovviamente tradotti in italiano, o in altre lingue diverse dal russo. Gli stessi sottotitoli sono disponibili generati e tradotti automaticamente, con un effetto esilarante a volte.
La serie ha un budget risicatissimo (se confrontato a quello di un film) e si vede, ma l'operazione si può dire riuscita perché si tratta di uno di quei casi nei quali l'idea è più forte della sua rappresentazione.
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Per quanto non si capisca veramente il dialogo, il senso riesce a trasparire dalle immagini, dalla recitazione degli attori, dai momenti poveri ma psichedelici, dalle musiche e dalle canzoni.
Ho passato le due ore della visione rapito, osservando come i nefasti effetti del potere dell'Unico Anello siano ben evidenti.
La mancanza di mezzi diventa per Serebryakova l'occasione di essere visionaria, a mio giudizio più di Jackson, che visivamente si è rifatto a un canone ben noto ai fan. Quegli stessi fan che poi gli diedero addosso per alcune scelte, come quella di escludere Tom Bombadil, presente invece in quest'adattamento.
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Custodi ci ricorda che la questione vera non è la presenza o meno di questo o quell'elemento, in questa versione Bilbo e Frodo, probabilmente per ragioni fonetiche, vedono mutato il loro cognome in Torbins, per esempio. La vera questione è ricordare che ogni adattamento ha il dovere di essere coerente e fedele innanzitutto a se stesso, prima che all'opera originaria.
In tal senso, come rappresentazione dell'allegoria tolkieniana, dei suoi elementi di base, questa miniserie è infedelmente fedele alla sua ispirazione, dimostrandoci inoltre che se le idee sono buone non servono grandissimi mezzi perché scatti la sospensione dell'incredulità, e ci si trovi immersi in un mondo secondario visivamente appena abbozzato.
La Terra di Mezzo "interpretata" dalle campagne russe e ricostruita in studio con pochi arredi e tanto coraggio, è evocativa tanto quando la Nuova Zelanda.
Vi lascio alla visione della miniserie.
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