Partiamo dalla fine: Crudelia (Cruella in originale) è un film da non perdere. È lungo, poteva essere sfrangiato un po’, forse si dilunga troppo nel confronto/scontro tra Cruella e la Baronessa, ma è talmente coinvolgente che, nonostante si guardi l’ora un paio di volte, si arriva alla fine contenti della visione. 

Emma Stone in Crudelia
Emma Stone in Crudelia

A motivare la contentezza ci sono vari fattori. In primis la bravura degli attori: Emma Stone nel ruolo di Cruella è incredibile, la ricordiamo più per la sensibilità con cui ha interpretato The Help, i meravigliosi film Birdman e La Favorita, insieme alla magnifica Olivia Colman, che per il film con cui ha vinto l’Oscar. Stone ha la capacità di rendere credibili personaggi diversissimi, anche difficili da gestire, rischiosi perché eccessivi. Emma Thompson, la cui carriera illumina la sua capacità, nel film Cruella interpreta la Baronessa; un ruolo pericoloso e al limite, ma che riesce a far vivere con una misura degna di una grande professionista quale è. 

Emma Thompson in Crudelia
Emma Thompson in Crudelia

Molto bravi i comprimari Joel Fry, che interpreta Jasper e Paul Walter Hauser, che interpreta Horace. Sia fisicamente, sia come caratteri i due mantengono coerenza con i personaggi del cartone animato, dando prova di grande bravura e reggendo perfettamente il confronto con le due giganti protagoniste. 

Emma Stone, Joel Fry e Paul Walter Hauser
Emma Stone, Joel Fry e Paul Walter Hauser

Menzione speciale alla musica, che accompagna lo spettatore nella Londra degli anni ’70, periodo in cui è ambientato il prequel del cartone animato, che è anche prequel del live action con Glenn Close (altra attrice di grandissimo talento). Disney ha proprio il merito di saper scegliere i professionisti di cui avvalersi. Non c’è dubbio. Ma ritorniamo alla colonna sonora: sarà che quella musica così dirompente mi travolge (penso che travolga un po’ tutti, dato che perfino gruppi attuali si ispirano anche esteticamente ad essa), ma se inserisci gli Stooges, non me ne vorranno i lettori, hai già vinto.

I Måneskin 
I Måneskin 

Doverosa la parentesi Måneskin, la cui vicenda legata alle immagini di Eurovision, farà da ulteriore cassa di risonanza del film, qualora mai ne avesse bisogno anche in suolo italiano. Il gruppo dimostra una grande capacità musicale. Damiano ha una bellissima voce, che fa onore alla canzone I wanna be your dog. A noi questo basta, non solo perché scelte private che non coinvolgono altre persone, devono restare private, ma anche perché è veramente poco credibile che qualcuno consapevolmente sotto i riflettori possa trasgredire leggi tutt’ora vigenti in più Stati. Inoltre, il test ha scagionato il presunto colpevole, facendo emergere il becero meccanismo per cui si attacca la persona e non il prodotto che presenta.

Emma Stone in Crudelia
Emma Stone in Crudelia

Il regista, Craig Gillespie, conosciuto anche per Tonya, ha il merito di saper mettere in scena con un ritmo abbastanza (non del tutto) costante una sceneggiatura curata, che si apre con l’infanzia di quella che diventerà Cruella e finisce proprio dove inizia il cartone animato, in quella sera in cui Rudy caro e Anita Darling escono per la passeggiata al parco. 

Ci sono però due cose che mi hanno incuriosito fin dall’inizio, anzi già prima dell’inizio. Perché Disney sente la necessità di raccontare le storie dei cattivi, che, guarda caso, hanno tutti delle motivazioni comprensibili, più o meno condivisibili, per scegliere di essere cattivi? Sembra che voglia giustificare la cattiveria, rendendo più umani gli antagonisti. Perché? Disney, sempre molto attenta alle quote (nel film la quota afro-americana è affidata alla brava Kirby Howell-Baptiste), al politically correct, ha riscontrato l’impossibilità, ma anche l’incapacità dei bambini (e qui come società siamo noi che dovremmo chiederci i motivi) di gestire la cattiveria di un personaggio?

Kirby Howell-Baptiste in Crudelia
Kirby Howell-Baptiste in Crudelia

Siamo in presenza di una resilienza, termine abusato e terrifico in realtà, da instillare nei nostri piccoli, per rendere loro più vivibile questo mondo? Disney, in accordo con psicologi e comunicatori, preferisce non essere tacciata di promuovere personaggi negativi, vuole diventare il finto mulino candido, dal quale ogni realtà, anche la migliore, si discosta?

Mark Strong in Crudelia
Mark Strong in Crudelia

La seconda domanda sgorgatami durante la visione è: perché una donna viene sempre colpevolizzata nel rapporto conflittuale con la maternità e un padre nel rapporto con il suo ruolo no? Perché giustificare la cattiveria di Cruella e non quella della Baronessa? Magari potremmo scoprire che la Baronessa a sua volta, piange le conseguenze di genitori scostanti e distratti, così all’infinito fino agli antenati primigeni. Perché colpevolizziamo una donna, che compie la scelta estrema di rinunciare alla maternità, ma se la compie un uomo non ci fa così impressione? E ancora i ruoli familiari sono assoluti? A quest’ultima rispondo subito: no. Esistono tantissime società in cui i ruoli familiari non sono quelli a cui siamo abituati noi. Ma è giusto porsi la domanda per non considerare ovvio, ciò che non lo è. 

Crudelia
Crudelia

Altra nota di merito va ai costumi eleganti, strutturati, degni dei migliori stilisti anni ‘50, ’60 quelli della Baronessa; provocatori, estremi, quelli di Cruella, degni della Cindy Lauper di fine anni ’70 dai capelli arcobaleno.  

Le motivazioni per godersi Cruella sono tante, può appassionare gli adulti per i riferimenti filmici e musicali (non si può non vedere il riferimento a Il diavolo veste Prada, non si possono non riconoscere omaggi a Bowie, ai Kiss, a tutto il punk, da cui i Måneskin prendono spunto e forse anche per questo sono stati scelti, certe movenze di Thomson, elegantissima e precisa nei movimenti, neanche fosse un burattino, sembrano quelle di Karl Lagerfeld), può conquistare i bambini per i riferimenti al cartone animato, per la possibilità di conoscere la terribile Crudelia in una veste più accettabile. I modi per godersi la visione sono due: o dal 26 nelle sale cinematografiche, o dal 28 su Disney Plus, con accesso VIP.