Natalie Artemis è un cazzutissimo soldato messo a capo di un manipolo di marines partiti per una missione nel bel mezzo del deserto alla ricerca di una squadra scomparsa nel nulla. Il gruppo viene sorpreso da una strana tempesta e catapultato in un mondo che solo all’apparenza ha qualcosa a che spartire con il nostro. Qui dei mostri enormi e assassini cercano in tutti i modi di far fuori gli esseri umani, compresa la squadra di Artemis che pare avere poche chance di sopravvivere. Ma esistono dei cacciatori di questi esseri ed è proprio uno di loro che Artemis incontra e, dopo un iniziale scontro nasce l’inevitabile alleanza per la sopravvivenza.
Monster Hunter è una di quelle pellicole che avrebbe dovuto essere messa in programmazione nelle sale lo scorso anno ma la cui proiezione è stata bloccata per ovvi motivi in mezzo mondo, dando scarsi risultati al botteghino, anche se questi dati sono poco significativi rispetto alle sue reali potenzialità. Prima di tutto bisogna dire che in teoria il film sarebbe tratto da un videogioco della Capcom uscito per PS2 nel 2004, ma di cui nessuna traccia rimane sulla pellicola, se non il fatto che ci siano dei cacciatori di mostri. Si trattava di un action RPG con varie missioni di gioco, il cui obiettivo era uccidere le creatore per creare armi sempre più avanzate, fare punti esperienza e così via. Mancando sostanzialmente di una trama Paul W. S. Anderson scrive una sceneggiatura in cui prova a mettere un po’ di ciccia, pensando evidentemente di dare il via a una serie forse in stile Resident Evil, di cui questo capitolo pare essere una lunga premessa.
Dalla sua Anderson (che è anche il regista) ha però sempre la divina Milla Jovovich, ormai un Bruce Willis in gonnella dei bei tempi di Die Hard, che con la sola presenza dà a Monster Hunter il minimo sindacale di spettacolarità, e vederla prendere a cazzotti Tony Jaa vale almeno la metà del biglietto al cinema. Per il resto ci sono tutti i mostri che uno si aspetta, da ripugnanti ragni giganti sputa veleno, a arrabbiatissimi mostri della sabbia fino al classico drago sputa fuoco a difesa della torre magica verso la quale devono andare i nostri eroi. Però, a differenza di quanto accade in questo tipo di film, Anderson si prende un po’ di tempo nella sceneggiatura per introdurre l’eroina e la sua spalla, è non è solo un menar fendenti con lame magiche. Peccato che sembra gli manchi il coraggio di andare fino in fondo e l’epilogo sia una corsa contro il tempo per inserire qualche scena action con cinquanta esplosioni al secondo e giustificare la presenza di Ron Perlman nel cast. Agghiacciante anche il tentativo di mettere qua e là qualche sketch comico, come il gatto cuoco che lascia palle di pelo nei boccali di birra che serve.
Tutto sommato Monster Hunter non è malaccio, ci si diverte abbastanza ed è chiaro il tentativo di non ridurre tutto a una scazzottata. Vedremo se a Paul W. S. Anderson faranno effettivamente fare il sequel, ma se così non fosse sfido chiunque a perderci il sonno.
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