Un'epidemia letale ha portato l'umanità alle soglie dell'estinzione. Non è solo l'elevato numero di morti a mettere in pericolo la razza umana, ma anche l'inquietante fatto che la malattia agisce sul dna dei neonati e tutti i bambini che nascono post catastrofe sono ibridi. La nuova razza destinata a governare il pianeta ha caratteristiche umane e animali.
Questa è la premessa della serie Netflix Sweet Tooth, sviluppata da Mickle Jim sul soggetto di Jeff Lemire, autore dell'omonimo fumetto Vertigo (DC Comics), e prodotta dalla Team Downey – casa di produzione di Robert Downey Jr. che questa serie l'ha ardentemente desiderata.
Gus, un bambino per metà umano e per metà cerbiatto, è il protagonista indiscusso degli otto episodi di questa prima stagione. Interpretato dal tenerissimo Christan Convery, Gus non sa niente di quanto è successo nel mondo e abita con il padre (Will Forte) all'interno di un parco naturale nazionale. I due si sono rifugiati lì in segreto per nove lunghi anni, subito dopo la nascita di Gus, in modo da sfuggire alle persecuzioni dei militari umani, convinti che i bambini ibridi non siano l'effetto della pandemia, ma la causa.
Nel mondo al di fuori, tutti i bambini ibridi sono trattati come prede e ognuno di loro ha una taglia sulla testa.
Ignaro, Gus ha imparato a vivere nella realtà protetta della foresta e ha ricevuto dal padre l'educazione necessaria a sopravvivere nell'ambiente naturale circoscritto, ma il suo desiderio più grande è quello di avventurarsi al di là dei limiti imposti dal genitore.
Il suo desiderio si avvera, perdendo i contorni delicati del sogno, nel momento in cui un gruppo di "Last Men" – gli Ultimi Uomini, i cacciatori incaricati di trovare e prelevare i giovani ibridi – irrompe nel rifugio mettendo la parola fine alla breve infanzia di Gus.
Tra i cacciatori c'è Thomas Jepperd (Nonso Anozie), ex giocatore di football – hockey, nel fumetto – entrato nei Last Men dopo un trauma personale, che si schiera dalla parte del bambino braccato e accetta di affiancarlo nella ricerca di un nuovo rifugio.
Il viaggio del piccolo Gus dà inizio a un avventura che coinvolgerà lui, Thomas Jepperd e la giovane e agguerrita Bear (Stefania LaVie Owen) in una serie di avvenimenti a catena che si ripercuoteranno su di loro e sul mondo distopico che li circonda, e di colpi di scena che ribalteranno la concezione stessa della pandemia che ha travolto l'umanità.
La serie Netflix gioca sul filo del tradimento con il fumetto di Jeff Lemire da cui è tratta.
Lo Sweet Tooth cartaceo è molto più cupo e angosciante, l'intreccio dai tratti horror è arricchito da un disegno grottesco di corpi allungati, volti scarni, occhi rotondi ed enormi alternati a tavole quasi stilizzate.
Se nella serie tv la fotografia è vivida e piena di colore, l'impatto con l'iconografia del fumetto lascia di sasso per le campiture di colore piatto, spesso desaturato, a volte livido.
Il protagonista della saga a fumetti ricorda nell'espressività e nei tratti molto più il cervo che l'essere umano, e il suo aspetto bizzarro, realmente disumano, gioca a favore del sentimento di diffidenza che si respira nei confronti degli ibridi nell'arco dell'opera. Al contrario, nella serie, l'interpretazione del giovanissimo – e talentuoso – Christian Convery arriva al cuore degli spettatori per la tenerezza che il suo Gus ispira, molto più umano, molto più dolce, molto più assimilabile a un cucciolo sperduto che a un adolescente teriomorfo. Un cambio sostanziale, ma comprensibile, dato il clima più morbido che pervade lo show.
Le prime otto puntate dello Sweet Tooth di Netflix arrivano a coprire solo il primo arco narrativo, Fuori dai guai, pur introducendo temi che il fumetto affronta negli archi successivi e che saranno essenziali per lo sviluppo della trama.
La modifica più grossa riguarda probabilmente la scelta della serie di spiegare cause e effetti della pandemia, decidendo di rivelare l'origine della catastrofe, punto su cui il fumetto non si sofferma.
Nonostante tutto, la serie non tradisce lo spirito dell'opera a fumetti e offre una visione nuova anche a chi ha accompagnato Gus già tra le pagine della graphic novel.
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