Enrico Casarosa, regista di Luca, lunedì 21 giugno ha partecipato a un incontro virtuale in occasione di View Conference 2021 per parlare del film Pixar rilasciato recentemente su Disney+.
Insieme a lui sono intervenuti anche Andrea Warren (produttrice), Daniela Strijleva (designer di produzione), Deanna Marsigliese (direttrice artistica dei personaggi), David Ryu (supervisore degli effetti speciali) e Kim White (direttrice della fotografia). A moderare l’incontro Ramin Zahed, capo redattore di Animation Magazine.
La nostra recensione del film:
Agli occhi degli spettatori il mondo dentro lo studio di animazione Pixar sembra popolato da sognatori. Avendo conosciuto, anche se attraverso un monitor, gran parte dei creativi e artisti che vi lavorano si può confermare che, sì, probabilmente è così, ma non solo. Infatti tra serenità e battute sono emerse anche una grande professionalità e padronanza delle tecniche nelle quali sono specializzati, che hanno permesso di confezionare un lungometraggio animato di grande efficacia.
Enrico Casarosa
Regista
Casarosa ha raccontato le origini del film, dell’amicizia nata quando aveva dodici anni col proprio migliore amico, con una personalità totalmente diversa. Se Casarosa era timido, mentre l’amico era chiacchierone, appassionato e avventuroso. Questa esperienza gli ha permesso di riflettere riguardo la diversità che attrae i bambini in quell’età e quanto permette di creescere e cambiare in quegli anni formativi. Persino la Riviera Ligure è parte integrante del proprio bagaglio di crescita: le estati passate lì scorrazzando su e giù in scooter sono state molto intense e importanti per quell’età. E riguardo i mostri marini? Anche quelli arrivano da quel periodo, perché lui e il proprio amico si sentivano un po’ emarginati rispetto ai ragazzini più popolari, proprio come gli “sfigati” del film, in un’età in cui il bullismo è dietro l’angolo, il corpo cambia in fretta e si cerca ancora la propria identità, la trasformazione in mostri marini è una metafora azzeccata per quella sensazione. Il film per Casarosa, infatti, parla di integrazione ed è aperto a molte chiavi di lettura per lanciare un messaggio nel quale molte persone possono identificarsi.
Riguardo l’animazione, nonostante fosse in 3D, si sono ispirati molto ai movimenti e alle espressioni dell’animazione tradizionale in 2D, talvolta esasperate, un po’ per riprendere anche quella sensazione infantile che porta a percepire tutto come più grande e avventuroso. Casarosa infatti è cresciuto guardando i cartoni animati giapponesi negli anni Ottanta, tra i quali Conan il ragazzo del futuro, la prima serie tv di Hayao Miyazaki, co-fondatore dello Studio Ghibli, per il quale prova grande ammirazione. Gran parte della sua ispirazione per le avventure arriva proprio da quel cartone. Oltre a Conan si possono cogliere ispirazioni più o meno profonde in Porco Rosso e Il mio vicino Totoro, tutti legati all’avventura, alla sensibilità verso la natura e al sense of wonder. Invece per la parte comica e di animazione in generale riprendono lo stile slapsick come i cartoni Warner Bros. Anche negli storyboard hanno disegnato talvolta più gambe e braccia del necessario, proprio come in un episodio di Bugs Bunny, per enfatizzare il tipo di animazione da ottenere. Tra le ispirazioni del cinema italiano invece c’è il neorealismo italiano, che fotografava proprio l’epoca in cui è ambientato Luca, ovvero intorno agli anni Cinquanta. Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, La terra trema di Luchino Visconti e i film di Fellini hanno sequenze oniriche e dettagli di vita quotidiana che hanno molto influenzato la sua regia. Anche la musica del periodo è stata determinante per scegliere di raccontare proprio quegli anni.
I “limiti” tecnologici dell’epoca hanno anche giustificato la scelta del periodo storico nel quale è ambientato Luca. Innanzitutto il senso di avventura dato dai sogni e dall’immaginazione dei ragazzi, con i loro mezzi di fortuna, ma soprattutto per una questione logica: sarebbe stato difficile giustificare la presenza di una colonia di mostri marini in fondo al mare ai giorni nostri, perché sarebbero stati sicuramente scoperti da qualche sommozzatore con l’attrezzatura attuale. E poi, non meno importante, è stata un’ottima occasione per mostrare i veicoli dell’epoca, la mitica Vespa fra tutti.
Spoiler: Bruno di “Silenzio, Bruno” non è un personaggio della storia, né è ispirato da una persona reale. È semplicemente un’intuizione squisitamente narrativa dello sceneggiatore Jesse Andrews. Come cacciare via dei pensieri negativi che ti intralciano? Con questa trovata un po’ sciocca ma saggia di Alberto: dando loro un nome e zittirli.
Andrea Warren
Produttrice
Andrea Warren invece ha raccontato come il corto precedente di Casarosa, La Luna, fosse per lei un concentrato di sensibilità poetica, capace di riunire tante idee sulla vita, famiglia e magia. Ci teneva quindi prendere tutti quei valori ed espanderli in un lungometraggio. Anche se molti del team non sono cresciuti nella riviera Ligure hanno vissuto esperienze simili, con profonde amicizie estive, così ha pensato che questi temi fossero davvero validi, condivisi da molti spettatori e un approccio diverso da quanto mai fatto prima in Pixar.
Ha paragonato l’aspetto visivo generale come quelle antiche cartoline ad acquerello: nell’insieme l’immagine è uniforme, ma se viste da vicino si possono scorgere tante pennellate molto ben organizzate.
L’emergenza Covid ha sicuramente cambiato molti aspetti lavorativi, costringendo il team a lavorare separato a casa propria. Una curiosa difficoltà per esempio era data dai doppiatori: c’era chi era costretto a registrare alcune battute nascosto nell’armadio, tra abiti e coperte, per isolarsi. Tutti quanti hanno trovato soluzioni creative per proseguire insieme e con passione nella lavorazione del film.
Anche la musica e il doppiaggio sono stati elementi fondamentali. Hanno scelto di dare un accento più neutro ai mostri marini, mentre gli umani avrebbero abbondato di accenti italiani. Tutti i protagonisti hanno caratterizzato al meglio i propri personaggi, adeguando anche la parlantina, e sono stati elementi molto utili anche per il lavoro degli animatori, che sono riusciti ad adeguare il ritmo e i movimenti al carattere dato dalla voce.
Daniela Strijleva
Production designer
Daniela Strijleva ha vissuto in Italia per qualche tempo quando era bambina, proprio quando aveva la stessa età di Luca e ora per questo film ha fatto molte ricerche sul campo.
Si è ispirata molto ai paesi delle Cinque Terre, soprattutto per colori delle case, caldi e identificativi, ma anche colore dell'acqua ha una tonalità unica, ha una propria personalità e quando si passa sott'acqua diventa un mondo a parte e molto ricco di vita. Tutto il mondo riprodotto in realtà è carico di tanti dettagli, il paesino stesso è molto iconico, tipico della Liguria.
Il compito che li ha messi più alla prova era il lavoro sulle texture: la pelle dei personaggi e gli edifici sono tutte texture dipinte a mano e applicate ai modelli, e questi dovevano convivere con naturalezza. Così ci sono stati molti scambi anche con Kim White per coordinarsi sull’uso del colore e della luce.
Suggerimento per lavorare in Pixar: Prima di tutto essere se stessi. Avere molta curiosità, proporre le proprie idee e punti di vista legati alla propria individualità, osservare gli altri e ispirarsi per continuare a imparare, osservando anche il mondo, un modo per aiutare gli altri a vederlo a loro volta. Questo vale sia per la proposta di storie sia per proporre un portfolio artistico. Casarosa infatti ha aggiunto: “Show me the farina del tuo sacco.”
Deanna Marsigliese
Direttrice artistica dei personaggi
Deanna Marsigliese si sente molto legata al personaggio di Giulia. Una personalità energica, una presenza molto forte, nella quale ha messo molto di se stessa.
Il suo cognome dimostra le proprie origini: infatti i suoi nonni erano italiani e sono emigrati con la famiglia in Canada tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ed è quello il ricordo che hanno del Belpaese. È proprio dai loro racconti che ha attinto i dettagli necessari per dare forma ai personaggi.
Deanna Marsigliese si è anche espressa riguardo il design dei protagonisti: ha cercato molti punti in comune tra le due versioni per renderli ben riconoscibili sia in forma umana che in forma “mostruosa”. È partita studiando i mostri marini che decoravano le mappe medievali, quindi ha dato loro delle forme provenienti dal folclore, le ha disegnate ispirandosi alle stampe giapponesi di illustrazione scientifica, oltre ai bassorilievi che li ritraggono sulle fontane, negli affreschi, sui mosaici reali, proprio come poi si vede nel film.
Anche Deanna Marsigliese ha un consiglio per chi volesse proporsi in Pixar come character designer, ovvero studiare l’animazione. Sapere come si muovono i personaggi aiuta moltissimo a svilupparli.
David Ryu
Supervisore degli effetti speciali
David Ryu tratta con umiltà la tecnologia che maneggia. Il film è ricco di trasformazioni, la gestione dell’acqua nell’ambito 3D non è affatto banale, eppure il supervisore agli effetti speciali ha dichiarato che la capacità di creare e manipolare questi incredibili effetti visivi così complessi non è fine a se stessa, ma hanno imparato a controllarli e semplificarli. L’acqua infatti è una parte fondamentale del film e molto complessa, tuttavia studiando attentamente l’oceano sono riusciti a ottenere vari tipi di forme che sarebbero state alla base del “linguaggio” visivo per comporre il mondo acquatico. Tutti i vari pezzetti uniti nel giusto modo hanno permesso di dipingere letteralmente tutte le composizioni che la situazione richiedeva.
David Ryu si è anche espresso riguardo la trasformazione da mostri a umani. La versione definitiva, semplice e naturale, è arrivata dopo un grande lavoro di raffinamento. Enrico fin da subito desiderava un effetto simile a un’onda che attraversa il corpo. Qualcosa di semplice, nassun lampo di luce o metamorfosi inquietanti. Per ottenere la transizione i modelli dei personaggi vengono sovrapposti; entrambi condividono lo stesso set di controllo per i movimenti, così è stato molto immediato mostrare la texture delle squame solo in determinati punti o all’intero modello con un controllo semplice e visivamente fluido.
Ryu ha ammesso che una grande sfida è stata quella del passaggio dalla realtà al sogno: era necessario giocare con lo sguardo dei personaggi per trasmettere la sensazione onirica e lavorare sui dettagli dell’ambiente che dovevano essere simili a quelli del mondo reale ma abbastanza diversi da suggerire l’idea che fossero immaginari.
Il suo bagaglio culturale prima di entrare in Pixar era principalmente informatico e si occupava di software. Gli è sempre piaciuta l’idea che attraverso questi strumenti, insieme alla matematica e alla scienza, si potessero creare meraviglie mai viste prima. Consiglia di avere un genuino entusiasmo in tutto ciò che si fa.
Kim White
Direttrice della fotografia
Il colore è un altro aspetto molto importante nel film, poiché deve suscitare tutte le emozioni dell'estate, con tonalità calde come dipinte dal sole; cielo e ombre compresi. La gestione del colore sott’acqua è stata molto diversa da Alla ricerca di Nemo, per esempio. Perché in Nemo il mondo subacqueo era presente quasi nella totalità del film, mentre in Luca è necessario accentuare accuratamente le differenze tra i luoghi, sia sotto che sopra la superficie dell’acqua. Per farlo hanno scattato molte fotografie come documentazione.
Le emozioni dei personaggi passano anche dai colori. Per esempio con la palette sottomarina è possibile evidenziare lo stato d’animo di Luca che si sente solo, mentre quando passa sulla terraferma i colori diventano più brillanti e saturi, accompagnando anche la sensazione di meraviglia.
Il suo consiglio per chi volesse lavorare in Pixar nel ramo della fotografia è essere collezionisti di immagini, studiare il comportamento della luce e, come dichiarato anche da Daniela Strijleva, riuscire a lavorare in armonia col gruppo di lavoro. Un progetto animato è anche un processo collaborativo, perciò è importante lavorare insieme e supportarsi.
Alla fine Enrico Casarosa ha ringraziato il pubblico per l’apprezzamento e ha parlato dell’accoglienza del film e dell’anteprima proiettata al cinema a Genova. Con lui c’era il suo migliore amico, Alberto, che si è molto commosso alla fine della pellicola.
L’incontro è stato un piacevole momento di dietro le quinte, quasi come quelli che si trovano nei contenuti speciali dei Blu-ray, ma più interattivo perché alcuni dei contenuti riportati in questo resoconto sono anche frutto delle domande inviate dal pubblico. Anche noi di FantasyMagazine ne abbiamo inviata una, che è stata assorbita probabilmente in mezzo alle tante altre legate alla scelta dei termini italiani nei dialoghi. La risposta è stata semplicemente quella sugli accenti di Andrea Warren, ma è stato comunque interessante capire la logica utilizzata per mostrare la nostra Italia in un film Disney/Pixar, capace di parlare a un vastissimo pubblico internazionale e di tutte le età.
Sinossi
L’originale film d'animazione Disney e Pixar Luca è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.
Luca
Regia di Enrico Casarosa
Con Drake Bell, John Ratzenberger
Scritto da Jesse Andrews, Mike Jones
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